Tempi, spazi, sguardi, parole, mani e orizzonti.
Hanno il nome delle cose che più sono mancate, o profondamente mutate di senso, i temi affrontati dagli studenti del terzo anno di Scienze dell'educazione in occasione dell’evento conclusivo delle attività di tirocinio previste dal corso di laurea.
La presentazione “Immaginare il futuro fotografando il presente. I percorsi di tirocinio, frammenti di esperienze”, in collaborazione col servizio Stage & Placement della Cattolica, ha coinvolto la classe di studenti che ha vissuto l’intero percorso triennale in pandemia ed è stata l’occasione per riflettere su ciò che le mancanze hanno determinato e sul ruolo cruciale e mutato della loro professione futura.
Gli studenti sono stati divisi in 6 gruppi di lavoro, ognuno focalizzato su un tema, col preciso mandato di uscire e scattare fotografie in grado di divenire metafora visiva dei concetti assegnati.
Se è vero che un’immagine vale più di mille parole, gli scatti realizzati volevano essere simboli e metafore di un’operazione di scavo sul senso e l’esperienza di tirocinio a distanza, nel momento più duro in cui i servizi assistenziali erano chiusi al pubblico.
Il risultato è stato stampato e installato nell’area verde della sede bresciana di via Garzetta, in un percorso in cui totem di cartone e nastri stesi da un ramo all’altro avevano colori diversi in base ai temi trattati.
La scarsità ha investito relazioni, dimensione di prossimità e l’utilizzo del corpo «per questo alla tradizionale relazione scritta quest’anno abbiamo preferito il linguaggio fotografico e una riflessione condotta anche attraverso l’azione pratica» nota Paola Ronchi, coordinatrice della attività didattiche integrative.
«Ognuna delle immagini rappresenta la personale visione dello studente, ciò che significa per lui essere educatore. Avere riportato i servizi in presenza deve essere un forte segnale di ripartenza» conclude Monica Amadini, coordinatrice del Corso di laurea.