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Il Travel Influencer è un lavoro, non una vacanza continua

14 aprile 2022

Il Travel Influencer è un lavoro, non una vacanza continua

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Nel loro portfolio collaborazioni spiccano nomi di brand ed enti turistici internazionali come Lonely Planet, Trentino Marketing, Shangri-La Paris Hotel, Love Great Britain, Oppo, Fidenza Village o Cavo Tagoo Mykonos, mentre Vanity Fair ha inserito il loro profilo @TakeMyHeartEverywhere al terzo posto nell’elenco di quelli più influenti del settore travel italiano.

Loro sono Francesca e Tommaso, alumni della Cattolica, che hanno saputo declinare la passione per i viaggi e competenze di digital storytelling in quella che è una delle professioni attualmente più richieste dal mercato turistico e non solo.

«È un lavoro che amiamo, ma non si tratta di una vacanza continua ha affermato infatti Francesca Giovinazzo, ospite della lezione del corso in Scienze turistiche e valorizzazione del territorio per raccontare la sua carriera ai futuri professionisti del settore.

Certo, il Travel Influencer è una figura che ama viaggiare e condividere emozioni e informazioni pratiche con la propria community, ma deve anche essere in grado di influenzare i comportamenti degli utenti, coglierne gusti e bisogni, oltre ad essere costantemente aggiornato sulle dinamiche del settore digitale in continua evoluzione.

 

 

Nonostante la sensazione di immediatezza trasmessa dai social, il risultato finale è il frutto di molteplici fasi: pianificazione delle trasferte, ideazione e creazione dei contenuti fotografici, editing di immagini e video, posting e analisi degli Insights.

«L’organizzazione è fondamentale, occorre studiare le location, monitorare il meteo per capire a quale ora scattare e pianificare abbigliamento e attrezzatura adatti» spiega Francesca Giovinazzo.

Solo successivamente si passa alla realizzazione vera e propria dei contenuti, che devono essere coerenti, poggiare su una narrazione lineare e sfruttare il corretto uso degli hashtag.

Per attrarre e fidelizzare il pubblico del web è inoltre importante che le immagini siano originali e di buona qualità, le informazioni devono essere utili e non solo autoreferenziali.

Un ruolo determinante è inoltre giocato dalla capacità di interpretare i gusti del pubblico e trasmettere sensazioni.«Quando l’utente dice wow, ho centrato il punto» .

Utente che, peraltro, una volta “ingaggiato” tende ad interagire col suo Travel Influencer di riferimento, commentando i post o chiedendo informazioni tramite le chat direct. «Gestire la community che ci segue, si fida di noi e si immedesima nel nostro gusto fa parte della quotidianità lavorativa» ricorda infatti Francesca.

E come tutti i lavori che si rispettino anche quello di Francesca e Tommaso comporta video-call e riunioni con i clienti.

Occorre definire gli obiettivi,il tone of voice da utilizzare, la durata e la frequenza di ogni singola collaborazione o progetto promozionale. Ci sono poi gli accordi di riservatezza, la definizione dei compensi, i termini da rispettare e la gestione della logistica e della fiscalità.

Perché viaggiare è bello, ma dietro ad un Travel Influencer c’è sempre una Partita IVA.

Un articolo di

Bianca Martinelli

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