Una testimonianza intensa, accorata che lascia tutti senza parole e con gli occhi lucidi. La storia vera di come un uomo, un marito riseca ad annientare una donna, una moglie dal punto di vista psicologico prima e fisico poi, è stata raccontata agli studenti e al personale ammnistrativo dell’Università Cattolica da Moira Cucchi, per anni vittima di violenza.
Un’occasione per sensibilizzare la comunità universitaria verso questo fenomeno ancora molto-troppo diffuso nel nostro Paese, come racconta la cronaca degli ultimi giorni. La facoltà di Scienze della formazione, in collaborazione con il Comitato per le Pari opportunità dell’Ateneo, ha invitato Moira a raccontare agli studenti la violenza, la persecuzione che ha subito dal marito e che le ha reso la vita impossibile, tanto da non riuscire più a svolgere il proprio lavoro serenamente, a dormire senza doversi svegliare in piena notte con la paura che lui la aggredisse. A presentarla è stata Monica Amadini, Direttrice del CESPEFI – Centro Studi di Pedagogia della Famiglia e dell’Infanzia -Università Cattolica del Sacro Cuore.
«La mia fortuna è stata quella di avere amici e una famiglia che non mi ha mai lasciata sola. Sono stata fortunata perché ho avuto una rete che mi ha sostenuta e protetta, convinta a denunciare quello che stavo subendo. Ho trovato due agenti della Polizia postale fantastica che mi hanno portata ad avviare la procedura processuale. Invito le donne a denunciare, a non far finta che il problema non esista, i figli non devono crescere in un ambiente fatto di violenza. Il mio primo figlio che durante le liti mi difendeva, ora mi accompagna in questo “Viaggio del coraggio” per sensibilizzare le donne affinché affrontino questo dramma e si facciano aiutare. Un domani diverso ci sarà, come è accaduto a me che ora ho un compagno che mi ama e mi rispetta».
All’incontro era presente anche l’assessora Anna Frattini, che ha ringraziato l’Università Cattolica per aver aderito alla Rete Antiviolenza del Comune, su proposta della facoltà di Scienze della formazione. «Noi uomini vi chiediamo un aiuto - ha detto il preside Domenico Simeone; insegnateci a costruire dei rapporti diversi, ad avere un maggior rispetto gli uni degli altri, insegnateci a costruire relazioni autentiche che non siano incentrate sul possesso e sul controllo, ma sul dare libertà all’altro. Questa giornata deve essere non solo un ricordo ma un monito, ci dice che dobbiamo cambiare». Il nastro rosso consegnato a tutti ricorderà anche nei prossimi giorni le parole e le emozioni vissute in questa giornata.