Veramente speciali sono inoltre gli incontri rammentati da Luigi che ha avuto la fortuna di incontrare in Cattolica dei veri e propri santi viventi: «Giovanni Paolo II, a pochi mesi dalla sua elezione, venne in visita al Collegio degli Oblati dove io risiedevo. Tra i tanti studenti il Papa si fermò a parlare proprio con me, mano nella mano, occhi negli occhi. Ancora oggi, dopo molti anni, quell’incontro, rappresenta una sequenza indelebile nei fotogrammi della mia memoria. Poi ci fu l’incontro con Madre Teresa di Calcutta, che venne molte volte in Cattolica: mi colpiva la sua semplicità disarmante e lo spirito di servizio con cui affrontava i problemi sociali e sanitari degli ultimi del mondo».
Dalle parole degli alumni Angela e Luigi traspare chiaramente come oggi, seppur a distanza di tempo, il loro cammino professionale continui ad essere guidato da quell’approccio appreso e sviluppato da studente in Università Cattolica. Sicuramente l’ambiente stimolante dell’Ateneo, i docenti altamente qualificati, i compagni di corso hanno forgiato il loro percorso professionale e anche la loro vita privata considerato che proprio in Cattolica, da studenti, Angela e Luigi si sono conosciuti. «Ringrazio l’aver studiato in Cattolica per avermi fatto conoscere mio marito. Un uomo appassionato alla scienza e appassionato alla famiglia. I nostri due figli, Francesco e Luca, sono entrambi nati al Policlinico Gemelli e come amo dire loro, hanno compiuto un cerchio ritornando a studiare lì da dove sono partiti» fa presente mamma Angela, orgogliosa che entrambi abbiamo seguito le orme dei genitori sia per la scelta della Facoltà di Medicina, sia per la scelta dell’Ateneo.
Il primogenito Francesco - che si è recentemente laureato in Medicina, discutendo una tesi intitolata Fattori predittivi di risposta al trattamento con cemiplimab in pazienti affetti da carcinoma squamocellulare cutaneo in fase localmente avanzato o metastatico, elaborata con la professoressa Ketty Peris come relatrice – rivela infatti che quando, sia lui che suo fratello, avevano espresso il desiderio di studiare medicina «i consigli dei genitori riguardo alla qualità della preparazione che avremmo ricevuto e i racconti delle loro belle esperienze vissute in Cattolica» hanno decisamente influito sulla scelta. Una scelta dettata anche dal fatto che, negli anni precedenti all’immatricolazione, spesso avevano avuto l’opportunità di andare in Cattolica con i genitori e di apprezzare le opportunità offerte dal Campus universitario di Roma. Una scelta comunque nata «dal grande interesse che nutrivo e nutro per le scienze e per la scienza medica in particolare – sottolinea Francesco - la laurea in medicina rappresenta per me lo strumento per cercare di conoscere sempre più il funzionamento del nostro organismo e le infinite possibilità di individuare e curare le patologie da cui può essere affetto».
Una scelta che per il neo-dottore Francesco, come già era successo per i suoi genitori, è risultata vincente: «Poter studiare medicina presso una delle migliori università italiane e aver avuto la possibilità di approcciarmi alla pratica clinica in un ospedale quale il Policlinico A. Gemelli, rappresentano per me motivo di orgoglio. Sono molto soddisfatto dell’istruzione ricevuta in Cattolica. Ho avuto modo di approfondire la teoria unendo ad essa la pratica nei reparti ospedalieri, malgrado la battuta d’arresto subita a causa del Covid».
«Grazie a questo periodo di incertezza ritengo che forse ci sia stata una rivalutazione della figura del medico – osserva l’alumnus Francesco, che proprio in virtù di quell’obiettivo portato avanti dalla Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica di formare professionisti preparati e consci che di fronte a loro non c’è solo una malattia, bensì un essere umano – rileva come «in una pandemia che ha reso tutti vulnerabili, il medico ha riacquistato agli occhi di molti quello spirito di abnegazione verso la professione che sembrava avere in parte perduto».