Magistero, Economia, Lettere. Hanno studiato in Facoltà diverse e in anni differenti ma tutti e tre, Daniela, Marco ed Elia, sono molto soddisfatti di aver scelto l’Università Cattolica. Tre generazioni raccontano la loro esperienza nell’Ateneo di Largo Gemelli, dai ricordi di studi rigorosi e professori stimolanti dei laureati Daniela e Marco - oggi orgogliosi di far parte della grande Community Alumni - all’entusiasmo di Elia che in Cattolica ha trovato corsi interessanti che soddisfano tutte le sue aspettative di giovane matricola.
Anche se talvolta rimpiange ancora un poco di non essere diventata un medico, Daniela Peluso, che nel 1966 si è laureata in Lingue alla Facoltà di Magistero dell’Università Cattolica, è comunque assolutamente certa che la sua sia stata un’ottima scelta.
«Io in realtà avrei voluto iscrivermi a Medicina, ma mio padre, di fronte al mio desiderio, aveva commentato che non avrei potuto conciliare professione e famiglia se avessi scelto di fare il medico. Erano altri tempi, e io da brava e ubbidiente figlia, per giunta unica, ubbidii al volere paterno e mi orientai così verso un corso di studi che mi permettesse di trovare uno sbocco professionale in linea con i miei interessi e, allo stesso tempo, mi garantisse di trovare un lavoro, vale a dire frequentare una Facoltà che avesse come sbocco naturale e principale l'insegnamento» così racconta Daniela che riconduce la convinzione di aver compiuto un’ottima scelta al fatto di essersi immatricolata all’Università Cattolica del Sacro Cuore dove ha vissuto «anni belli e stimolanti, in un ambiente sereno, pulito, educato, dove ho ricevuto molti stimoli per la mia crescita personale e per il mio arricchimento culturale».
Ma alla sua università Daniela, in particolare, deve l’impronta, l’ispirazione, i valori di riferimento che hanno guidato il suo essere insegnante e, al contempo, educatrice. «Il mio primo lavoro è stato in un istituto religioso di Merate, dove ho insegnato lettere per due anni. Lì ho imparato a insegnare e ad amare il mio lavoro. Ho capito di avere un compito speciale e una grande responsabilità nei confronti dei miei alunni. Da allora ho sempre cercato di migliorarmi. Sono stata disponibile, paziente e severa e non ho mai dimenticato che i miei alunni si aspettavano tanto da me e che io avevo la responsabilità, insieme ai loro genitori, della loro crescita non solo intellettuale. Senza falsa modestia credo di essere stata una buona insegnante, tuttora mantengo rapporti con i miei ex studenti» racconta Daniela sottolineando che sempre, nel corso dei suoi anni di insegnamento, si è ispirata ai suoi docenti, sia quelli della scuola superiore, come quelli dell’università. Tra le figure importanti di riferimento che nelle aule dell’Ateneo «hanno contribuito ad alimentare e accrescere il mio amore per la cultura» l’alumna Daniela cita: «il professore Ezio Franceschini, un grande docente di latino, severo e ieratico, che mi ha fatto amare e appassionare ai classici; il professor Enzo Noè Girardi, che mi ha fatto conoscere e apprezzare autori come Cesare Pavese e la letteratura italiana del Novecento e il mitico professor Giuseppe Nangeroni, grande motivatore, una personalità brillante, che con grande entusiasmo raccontava i suoi viaggi e le sue escursioni nel Triangolo Lariano».
A tutti loro l’alumna Daniela si dice grata per la persona che è diventata, ma in particolare «per l’entusiasmo e la curiosità che ancora oggi suscita in me ogni forma di sapere, e per tutto ciò ho saputo trasmette ai miei alunni da insegnante e ai miei figli da madre».
La riprova di tutta questa gratitudine e soddisfazione di Daniela per i propri studi compiuti in Cattolica la si può, forse, ritrovare nella decisione di suo figlio, Marco Craperi, di studiare e laurearsi, anche lui, nell’Ateneo di Largo Gemelli. Marco si è laureato nel 1996 in Economia e commercio alla Facoltà di Economia, discutendo una tesi dal titolo L’information Technology e strumenti innovativi di analisi dati, redatta con la professoressa Cecilia Rossignoli come relatore. «Scelsi la Facoltà di Economia della Cattolica perché era considerata un’eccellenza tra le università italiane e perché offriva una formazione spendibile in vari ambiti professionali» racconta Marco, osservando come di quegli anni di studio «duri, ma formativi, nel corso dei quali ho conosciuto e fatto amicizia con persone provenienti da tutta Italia, che mi hanno permesso di arricchirmi di tante esperienze» ha un unico rammarico, quello di non aver avuto «un maggior approccio e confronto con il mondo del lavoro che comunque, a quei tempi, non era previsto nei piani di studio».
Anche l’alumnus Marco, oggi agente immobiliare e forse per questo, fin da giovane, molto sensibile alla bellezza e all’atmosfera unica dei chiostri bramanteschi dell’Università Cattolica, ricorda con stima i suoi professori: «Edoardo Teodoro Brioschi, professore di Economia e tecnica della comunicazione aziendale; professore molto carismatico che arricchiva le sue lezioni raccontando aneddoti interessanti e divertenti facendomi così molto appassionare al tema della comunicazione aziendale che è, a mio parere, un ambito cruciale affinché un’impresa possa avere successo, grande o piccola che sia». Anche le lezioni – sempre chiare e ben strutturate – del professor Alberto Mazzoni, docente di Diritto commerciale, sono rimaste stampate nella memoria di Marco, che osserva quanto sia e sia stato per lui importante comprendere la natura di un accordo: «Saper leggere e interpretare un contratto è fondamentale per un imprenditore di oggi».
Dai ricordi e le parole degli alumni Daniela e Marco – benché abbiano studiato in Cattolica in anni e facoltà differenti – emerge chiara la consapevolezza che per loro gli anni universitari siano stati anni profondamente formativi, dove quanto appreso nei corsi di studio è risultato utile sia per la loro vita professionale che personale. «Aver studiato all’Università Cattolica è stato un valore aggiunto alla mia formazione – sottolinea Daniela -, nel senso che ha ulteriormente rafforzato quei valori di serietà che la mia famiglia e la scuola mi avevano insegnato; in particolar modo il senso del dovere che, sempre, ha caratterizzato ogni mia azione e scelta».
Una convinzione quest’ultima che sicuramente Daniela ha trasmesso, come mamma, a suo figlio Marco e, successivamente, da nonna, anche a suo nipote Elia Craperi, che da settembre scorso studia Scienze dei beni culturali in Cattolica si dice contento e soddisfatto della propria scelta. «Qualche mese fa, dopo aver deciso quale corso di laurea seguire, dovevo scegliere a quale università immatricolarmi. Informandomi bene sul piano di studi e sugli insegnamenti presenti in tale corso di studi erogato dalla Cattolica, fui subito attratto dalle numerose attività laboratoriali che era possibile svolgere e dagli insegnamenti come Storia dell'architettura e Storia del cinema, che oggi sono tra i miei corsi preferiti» racconta la matricola Elia, spiegando che quindi per la sua conferma definitiva a quale ateneo immatricolarsi, aveva solo bisogno del parere di qualcuno che già aveva frequentato la Cattolica prima di lui. E chi poteva farlo meglio che sua nonna Daniela e suo zio Marco, alumni che con le loro parole, i loro ricordi, le loro testimonianze ed esperienze hanno aiutato Elia a consolidare la propria scelta. Una scelta ad oggi molto soddisfacente perché in Cattolica Elia ha trovato «corsi di studio intensi ma molto interessanti e un’università bella, ordinata e organizzata».