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Insieme è meglio. Giovani e vita comune

02 dicembre 2021

Insieme è meglio. Giovani e vita comune

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Ci sono giovani che vivono bene con le loro famiglie e giovani che per scelta o per vicende particolari di vita (come andare a studiare fuori casa) colgono l’occasione di vivere in comune con i loro coetanei, sperimentando un nuovo modo di convivenza rispetto a quello più usuale della famiglia o della solitudine di un monolocale di un condominio.

La novità, le sensazioni, i pregi e le difficoltà di questo vivere in comune sono stati oggetto di una ricerca a cura dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, una indagine quantitativa che ha coinvolto giovani tra i 17 e i 29 anni delle diocesi lombarde, durata un anno, presentata il 29 novembre a cura dei ricercatori dell’Università Cattolica Fabio Introini e Cristina Pasqualini, i quali si sono avvalsi di alcuni video girati nelle comunità, moderati dal giornalista Roberto Fontolan.


È stato Fabio Introini a illustrare la parte della ricerca relativa a vita comune e fede in cui «ci guadagna la vita e la fede». La vita comune in parrocchia, oratorio o comunità – ha spiegato il ricercatore - vede un nuovo territorio di incontro tra giovani e chiesa, e la stessa chiesa trova una sintonia con i giovani e adegua il suo linguaggio per rendersi abitabile da loro. Ha affermato ancora: «Le grandi domande della fede trovano la loro pertinenza nella vita comune e la fede vissuta comunitariamente è occasione per costruire nuove forme di condivisione, importante in un contesto dove i rapporti tendono a sfilacciarsi».

Cristina Pasqualini, poi, ha illustrato la parte della ricerca in cui i giovani trovano attrattiva la vita comune, perché ne sperimentano legami solidi e stabili: «Per i giovani la vita comune è una esperienza nuova, la percepiscono come esperienza poco diffusa e come curiosità, è anche esperienza impegnativa, infatti non è una vacanza ma un impegno». In momenti particolari della vita, l’essere in comunità è utile per imparare a coltivare le relazioni, per sperimentare uno stile di vita essenziale, per dare valore alle piccole cose, per fare opere di carità e operare scelte importanti per la vita.

Nell’ambito della ricerca, infatti, è emersa anche l’importanza dell’esperienza di volontariato in particolare con la vicinanza ai poveri. Ne hanno portato una testimonianza Filippo De Rosa della Casa Legami di Como che nell’ambito dell’incontro tra giovani e  mondo della marginalità, come i senza dimora, ha affermato che «nella vita comune più doni più esisti», e Anna Mascellani della Comunità Efraim di Olgiate Olona (VA) per la quale «non siamo fatti per vivere da soli e la stessa comunità offre uno sguardo all’esterno per essere parte attiva di questo mondo e non chiudersi in se stessi».

Circa il nostro contesto universitario, hanno portato un contributo coloro che vivono nei collegi della Cattolica. Leonardo Cervi del collegio Ludovicianum ha trovato qui l’ambiente per proseguire la vita comune sperimentata nella parrocchia di origine, in compagnia di altri collegiali molto motivati. Irene Ferrami, aiuto direttrice del collegio Marianum, ha evidenziato il suo ruolo di ponte fra la comunità già formata e quella da formarsi, prodigandosi nell’accoglienza delle matricole, con l’organizzazione di conferenze, attività culturali e ascolto personale, mettendo in comune le conoscenze tra studentesse di anni diversi dove le più grandi aiutano le nuove. Talvolta condividere spazi comuni non è facile: ad esempio prenotare l’uso della lavatrice vale per il collegio, ma non per la comunità di un appartamento. Angelica Pedone del collegio Paolo VI si è soffermata sul rapporto del collegio col Centro pastorale che favorisce la partecipazione ad eventi di carattere liturgico e spirituale, e a vari progetti di volontariato

Sul tema della vita comune, con particolare riguardo al valore educativo, è intervenuta la pedagogista Paola Bignardi per la quale «è esperienza singolare trovare il profilo di una propria fede adulta da adulti. La vita comune è il laboratorio di una chiesa che verrà, umana e fraterna, in cui le relazioni sono importanti e in cui si sta insieme coinvolgendo tutta la propria umanità in una esperienza esistenziale ordinaria». Nella relazione comune si cresce sempre e aiuta anche il confronto della fede e delle fedi, come ha concluso il dottor Introini.

Un articolo di

Agostino Picicco

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