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Giada, attrice tra teatro, serie tv, spot e autorialità

08 aprile 2021

Giada, attrice tra teatro, serie tv, spot e autorialità

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Dai palcoscenici dei Teatri Stabili di Genova e Torino, che ha calcato recitando in "Aeroplani di carta, "La Favola di Amleto", "Rosencrantz e Guildenstern sono morti”, “Charlie Sonata” e “The Whip Hand”, ai primi ruoli per il piccolo schermo arrivati con la nota serie TV RAI L’amica geniale - dove interpreta un’amica della protagonista nel collegio di Pisa - o al fianco di Raoul Bova nella fiction Mediaset (ancora in fase di produzione) “Giustizia per tutti”.

Nel mezzo spot pubblicitari per prodotti e aziende, tra cui quelli per la Lines e Gsm, videoclip musicali, didattica teatrale nelle scuole primarie fino all’esigenza autoriale giunta con la pandemia. È la storia professionale di Giada Fasoli, laureata nel 2016 al Dams con indirizzo cinematografico-teatrale al campus di Brescia dell'Università Cattolica prima di diplomarsi nel 2018 attrice professionista al Teatro Stabile di Genova.

«Considero il 2019, ovvero il mio primo anno da attrice diplomata professionista, un periodo proficuo e di crescita. Dopo aver preso parte a diverse produzioni teatrali in Liguria e Piemonte (una della quali ho gareggiato in un Festival a Mosca) mi sono poi trasferita a Roma dove ho un’agenzia e ho iniziato a fare i primi provini – racconta Giada. -  Il debutto sul piccolo schermo è avvenuto con una piccola parte nella fortunata serie L’amica geniale, seguita da una fiction Mediaset in cui recito nei panni della fidanzata della figlia del protagonista Raoul Bova, ma belle esperienze e occasioni di crescita le ho avuto anche grazie al mondo degli spot pubblicitari e dei video musicali».

Poi è arrivata la pandemia.
«Che nel mio caso, ad esempio, ha coinciso con l’avvento di un’esigenza autoriale arrivata col primo lockdown quando, tutt’a un tratto, io la collega Mariagrazia Pompei ci siamo trovate richiuse nel nostro appartamento a Roma. Non riuscendo a stare con le mani in mano in attesa del prossimo provino, con Mariagrazia e Valentina Favella abbiamo fondato il collettivo Magma 06 con cui aspiriamo a diventare una cosa di produzione di contenuti. Il primo di questi è Amare cannibale, uno spettacolo teatrale in nove atti sul tema della maternità, basato su interviste a giovani donne, diverse per età, ceto sociale, storia politica e religione, punti di vista sulla coppia e scelte lavorative ma unite da una comune condizione». 

Come vi siete attivate per la realizzazione?
In un momento difficile e di forte stasi (sono molti gli spettacoli nati prima della pandemia e che ancora devono essere messi in scena) non è semplice trovare chi ti produce. Così abbiamo lanciato una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Eppela per finanziare il primo allestimento dello spettacolo. I fondi raccolti sono serviti per l’apparato tecnico multimediale (luci, audio, video) necessario a supportare l’idea registica, mentre il contributo di una azienda privata romana sensibile ai temi della cultura e dello spettacolo ha coperto i costi delle maestranze coinvolte. Le prove le abbiamo fatte al teatro della Dodicesima di Roma. Il risultato è una messa in scena di circa 90’’ con Favella in presenza sul palco ed io proiettata in live streaming che avanzo sulla scena e all'interno della narrazione attraverso lo schermo, mentre recito in una stanza attigua davanti al green-screen. Ci piaceva l’idea di dare forma ad un tema, quello della gestazione, tra i più atavici ma stranamente mai portato sul palco. 

Il mestiere è dunque radicalmente mutato sotto i colpi assestati da una pandemia che ha duramente colpito il settore culturale.
«Sicuramente. Io e altri colleghi ci siamo dovuti reinventare, ci reinventiamo ogni giorno. Personalmente l’idea è quella di debuttare con Amare Cannibale nei Festival estivi, con date a Verona, Orvieto, in campagna... Per ora la situazione attuale mi ha riportato nella città dove sono cresciuta, Verona, da dove ho ripreso a collaborare con la Compagnia Teatrale bresciana “Viandanze”, che ha sede Lonato del Garda, presso la quale ho effettuato lo stage curricolare previsto al terzo anno del mio percorso in Cattolica».

Quali attività ti/vi è concesso fare?
«Dipende dal tipo di attore che uno è, dalla storia lavorativa e dal bacino di produzioni che uno ha. I Dpcm hanno lasciato grande spazio alla didattica – con Viandanze insegniamo e facciamo corsi di teatro online per le scuole – e, con tutte le ovvie precauzioni, ci è concesso fare le prove degli spettacoli. Attualmente, sempre con Viandanze, sto provando “Oikos – Terra Madre”, un monologo commissionato dal Cai per porre l’accento sul valore del territorio e ispirato ai testi di Costanza Lunardi che nei suoi libri ha descritto la flora e la fauna della Valtenesi».

Un articolo di

Bianca Martinelli

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