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L'anima delle cose. La natura nello sguardo di Romano Bertuzzi

17 marzo 2025

L'anima delle cose. La natura nello sguardo di Romano Bertuzzi

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«Tutto è molto vivo, ogni cosa ha un’anima. C’è un’energia che dobbiamo ascoltare attraverso la natura, l’insegnante più importante». È anche da questa consapevolezza che nasce lo spessore del gesto spontaneo del disegno di Romano Bertuzzi «nato dentro di me, e che mi appartiene», fin da quando, bimbo di appena 6 anni, ricevette in dono dal padre una matita (ma quella piatta, usata dai muratori) e cominciò a disegnare sui muri del suo paese. Sguardo vivacissimo e curioso, l’artista introduce la mostra L’anima delle cose, che resterà nell’atrio d’onore del campus di Piacenza della Cattolica fino al 12 aprile, snocciolando i libri che hanno forgiato il suo percorso formativo e la sua idea di natura e di vivere nella natura, da Walden ovvero Vita nei boschi  di Henry David Thoreau a Il pensiero selvaggio di Claude Lévi Strauss.

Carlo Francou, curatore della mostra, torna a quel bambino che «ha sempre voluto valorizzare le sue radici, per un esercizio di consapevolezza di quello che abbiamo alle spalle e di quello che rischiamo di perdere». Ne sono una testimonianza vivida le opere in mostra: tronchi combusti, foglie, piante, cortecce, un mondo di terra e rocce «scavate fino al punto da farle diventare astratte».  A incuriosire i tanti presenti all’inaugurazione un carretto nero che porta tre uova che riposano su pezzi di carbone. «C’è il cupo del mondo in cui siamo immersi, ma emerge una luce, le uova che richiamano alla vita che si muove, come il carretto, che cammina, perché camminando ci si comprende meglio». I disegni di Bertuzzi evocano lo stupore di fronte a ogni creatura del mondo, «da una pianta a una foglia a un semplice ciottolo di fiume. L'artista scruta la materia quasi volesse entrare a farne parte; in questo cammina poco alla volta i contorni si perdono e l'orizzonte diventa sempre più vicino inghiottendo questo immaginario "viaggiatore di infiniti" mai pago del proprio peregrinare interrogativo».

«Un’esposizione con cui l’Università Cattolica conferma una grande attenzione per l’arte» dichiara Angelo Manfredini, direttore della sede di Piacenza-Cremona. «Ormai è una tradizione per il campus di Piacenza ospitare mostre di artisti piacentini, aperte alla città e alla comunità locale, mossi dalla volontà di mettere a valore per il territorio l’arte e la bellezza. Con grande piacere abbiamo allestito questa raccolta di Romano Bertuzzi, il cui titolo è fortemente evocativo: un invito a vivere il rapporto tra uomo e natura in una dimensione spirituale».

Un articolo di

Sabrina Cliti

Sabrina Cliti

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