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L’argilla che difende i vigneti dalla siccità

23 aprile 2021

L’argilla che difende i vigneti dalla siccità

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Il caolino alleato dei vigneti contro il cambiamento climatico.

È quanto emerge dal lavoro scientifico di Tommaso Frioni, ricercatore del Dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali Sostenibili, insignito dall’Accademia dei Georgofili del premio "Antico Fattore 2021" (destinato a lavori letterari e a contributi scientifici di diversa natura, alternativamente nel settore viticolo ed olivicolo) per il lavoro “Understanding kaolin effects on grapevine leaf and whole-canopy physiology during water stress and re-watering".

Uno studio che conferma la validità del caolino, argilla "semplice" e poco costosa, nell'alleviare le pene di vigneti sottoposti a forte sofferenza idrica. Pubblicato anche sulla rivista scientifica “Journal of Plant Physiology” (impact factor 3.013), il lavoro di Frioni affronta con rigore scientifico multidisciplinare, le implicazioni fisiologiche (fotosintesi e traspirazione) legate all’utilizzo del caolino su chiome di vite della varietà Sangiovese.

«I risultati indicano che il trattamento con caolino preserva la funzionalità della pianta tramite il contenimento della temperatura fogliare anche in situazioni di stress idrico elevato, garantendo la piena ripresa fisiologica quando le condizioni ambientali tornano ad essere non limitanti» spiega Frioni, che, dopo il periodo di post-dottorato presso la Michigan State University, si occupa di ricerca in eco-fisiologia applicata della vite e dell’adattamento della viticoltura alle sfide imposte dal cambiamento climatico all’Università Cattolica di Piacenza.

Il cambiamento climatico impatta in modo sempre più significativo sui vigneti: in che modo, esattamente?
«Gli effetti negativi del cambiamento climatico assumono sfaccettature diverse a seconda della posizione del vigneto, della varietà e delle caratteristiche dell’impianto. Ad esempio, in questi giorni, i viticoltori sono stati flagellati dai ritorni di gelo, ma i danni che si registreranno sono stati sicuramente amplificati in misura notevole da quelle giornate con alte temperature minime e massime registrate subito prima della gelata, le quali hanno spinto la vite a germogliare e hanno reso i germogli molto suscettibili alle basse temperature».

Quali cambiamenti introdurrà il suo studio nella gestione dei vigneti?
«Sicuramente offre una base di conoscenza importante su uno degli strumenti più flessibili per prevenire gli effetti negativi legati alle ondate di intenso calore che affliggono i nostri vigneti nei periodi più siccitosi. I formulati a base di caolino sono economici e possono essere impiegati prima dell’innalzamento delle temperature per preservare le chiome dai classici ingiallimenti e necrosi che frequentemente sono osservabili in seguito ai periodi più siccitosi. Questo fa sì che in seguito al ritorno di temperature più moderate la pianta sia perfettamente in grado di accumulare zuccheri, polifenoli e aromi nelle uve. Non per ultimo, riflettendo la luce in eccesso, il caolino può prevenire le scottature a carico dei grappoli».

Quali altre strategie propone la ricerca per contrastare gli effetti negativi del cambiamento climatico sui vigneti?
«In linea generale, direi che le scelte all’impianto quali posizione, altitudine e esposizione del vigneto, orientamento dei filari, portinnesto, varietà, sesto e forma di allevamento, sono sempre più importanti, nonché la base di tutte le problematiche che si potranno verificare o meno nel ciclo di vita del vigneto; vanno quindi ragionate attentamente e con una certa lungimiranza. In un vigneto in produzione, le soluzioni disponibili per contrastare la siccità e gli stress estivi sono varie.
Il caolino si impone come uno strumento efficace, così come gli anti-traspiranti o alcuni biostimolanti innovativi, le tecniche di gestione della chioma, le defogliazioni e, soprattutto, la gestione del suolo. Va sottolineato però che non esistono soluzioni semplici, e qualsiasi scelta messa in campo dovrebbe essere calata in uno schema di gestione del vigneto che, con approcci di insieme, prenda in considerazione tutte le variabili che incidono sul risultato produttivo».

Un articolo di

Sabrina Cliti

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