«L’Università Cattolica compie gli anni e fa un regalo a noi»: così Allegra Iafrate, addetta reggente dell’Istituto italiano di Cultura a Bruxelles, sintetizza il significato della serata del 7 dicembre. Un Sant’Ambrogio fuori dall’ordinario e fuori dall’Italia, dato che in occasione del centunesimo anniversario dalla fondazione l’Ateneo ha deciso di portare nella capitale belga lo spettacolo Storie di Umanità Divisa: dalla Grande Muraglia a Banksy.
Sul palco del teatro dell’Istituto di rue de Livourne, nell’ormai consolidata forma dell’History Telling, il professor Paolo Colombo e l’illustratore Michele Tranquillini, impegnati a rievocare per parole e immagini la più che millenaria (e sempre attualissima) vicenda di muri, muraglie e barriere. Un sistema di sbarramenti in continua crescita in questi primi decenni del XXI secolo, quasi a smentire l’entusiasmo che nel 1989 aveva fatto seguito alla caduta del Muro per eccellenza: quello di Berlino. Non a caso il racconto di Colombo parte proprio da lì, con un monologo del Muro stesso che per qualche minuto riprende forma grazie al tocco sapiente di Tranquillini. La sua è una tecnica mista di segni al tratto, acquerello, tempera e collage, che in più di un’occasione strappa l’applauso al pubblico – numerosissimo – composto dagli Alumni della Cattolica attivi a Bruxelles e da una rappresentanza degli studenti ospitati nei collegi milanesi.
Sono due componenti diverse della stessa comunità, sottolinea il rettore Franco Anelli, che nel suo saluto iniziale ribadisce la caratura istituzionale dell’evento. «Questa sera – dice – compiamo il primo passo nel secondo secolo di storia dell’Ateneo. Lo facciamo nella città che più di ogni altra rappresenta lo spirito e la missione dell’Unione europea. Per noi è la conferma di un investimento sulla dimensione internazionale che d’ora in poi sarà sempre più costante e convinto».