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Giacomo Matteotti, un italiano diverso
Presentata in Ateneo la nuova edizione della biografia curata dallo storico Gianpaolo Romanato
| Francesco Chiavarini
24 ottobre 2023
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Sabato 20 ottobre a Palazzo Chigi si è tenuta la cerimonia di premiazione del prestigioso premio “Giacomo Matteotti”.
Ad aggiudicarsi il premio conferito da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per la sezione saggistica è stato il volume “L'epurazione mancata”, al cui interno è contenuto un saggio di Saverio Gentile, docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
"L’epurazione mancata. La magistratura tra fascismo e Repubblica", a cura di Antonella Meniconi e Guido Neppi, è l’occasione per riflettere su di un tornante particolarmente decisivo per la storia - non semplicemente giuridica - del nostro Paese, ovvero il passaggio dal regime fascista alla Repubblica - dalla dittatura alla libertà - con particolare riguardo alle complesse dinamiche di epurazione relative a quel comparto dell’amministrazione dello Stato costituito, con riferimento soprattutto all’alta magistratura.
Tra la fine del fascismo e l’inizio della Repubblica molti magistrati furono sottoposti alle giudizio delle Commissioni di epurazione antifascista per valutare se fossero adeguati a servire le nuove istituzioni democratiche. In particolare, i procedimenti riguardarono in misura preminente i magistrati maggiormente compromessi con il Ventennio e quindi quelli posti ai vertici dell’ordine giudiziario, nel Tribunale speciale per la difesa dello Stato, nel Tribunale della razza o operanti nella Repubblica sociale italiana. Ebbene, la stragrande maggioranza di essi riuscì a non subire provvedimenti a proprio carico e non solo transitò indenne nelle rinnovate istituzioni democratiche, ma si ritrovò ai vertici delle Corti di Appello, della Corte di Cassazione o, addirittura, della Corte Costituzionale.
La Commissione giudicatrice per l’assegnazione del Premio Giacomo Matteotti è stata presieduta dal Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri, Carlo Deodato, e composta dalla dottoressa Silvia Calandrelli, dal professore Stefano Caretti, dalla dotteressa Emanuela Giordano Meschini, dai professori Francesco Maria Chelli, Alberto Aghemo e Bruno Tobia.
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