NEWS | Milano

L’umanesimo della speranza

22 aprile 2022

L’umanesimo della speranza

Condividi su:

La Giornata dell’Università Cattolica, che si svolge la seconda domenica dopo Pasqua, quest’anno è variamente caratterizzata: è a ridosso del Centenario dell’Ateneo, vede la beatificazione della cofondatrice Armida Barelli, cade in un periodo difficile a cavallo tra la fine di una pandemia e lo svolgimento di una guerra caratterizzata da orrori e dinamiche poco chiare per l’economia e per l’umana convivenza.

In questo scenario si colloca la lettera che l’arcivescovo di Milano Mario Delpini, anche in veste di presidente dell’Istituto Toniolo, ha rivolto ai cattolici italiani, ai vescovi e a tutti coloro che a vario titolo nutrono stima e attenzione verso l’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Le lapidi nei chiostri di largo Gemelli con i nomi degli studenti dell’Università morti durante la Seconda guerra mondiale richiamano, anche per età, coloro che oggi combattono in Ucraina. Parte da qui il richiamo di monsignor Delpini circa la nostra Università che avverte “la responsabilità di contribuire a dare forma e storia a pensieri di pace, a una ragione, a una scienza, a una visione di fede che contribuiscano a un umanesimo della speranza”.

Sulla scia del Centenario l’arcivescovo ricorda che “C’è una storia di cui essere fieri, ci sono persone ammirevoli per straordinaria intraprendenza, per determinazione, per rettitudine e lungimiranza: ci sentiamo in compagnia dei santi e avvertiamo un immenso popolo di uomini e donne grati, consapevoli di responsabilità professionali, politiche, sociali radicati nella storia e nell’eccellenza dell’Università Cattolica”.

L’accenno alla santità richiama la beatificazione di Armida Barelli e il tema della Giornata fa esplicito riferimento alla sua figura: Con cuore di donna, al servizio della cultura e della società. Ovvio, quindi, il rimando alla missione peculiare della quale è investita l’Università Cattolica che non concerne solo il servizio agli studenti, ma “riguarda questo tempo, questa terra e questa Europa”.

"L'umanesimo della speranza": il messaggio integrale di Monsignor Mario Delpini

Proprio dall’Europa si raccolgono segnali di tristezza: “C’è un principio di tristezza nell’infelicità del pensiero critico mortificato dall’essere una grammatica del sospetto. C’è un principio di tristezza nella cultura giuridica ridotta a competenza delle procedure. C’è un principio di tristezza nei percorsi di economia e finanza che si esauriscono nella formazione di funzionari organici al sistema”.

A tal proposito le indicazioni dell’arcivescovo, declinate sull’umanesimo della speranza, sono chiare: “L’Università Cattolica ha la missione di testimoniare e configurare un umanesimo della speranza: non ama i toni aggressivi della ideologia, non ama le parole amare dello scoraggiamento, non ama gli entusiasmi ingenui di una tecnologia che esonera dalla responsabilità di pensare, di decidere, di percorsi alternativi”.

Un modello concreto è davanti a noi: “Armida Barelli e generazioni di donne e uomini, più che predicare principi e precetti, hanno praticato forme di vita buone, si sono sentiti benedetti da Dio, hanno sentito la responsabilità, in un contesto storico segnato dal dramma e dalla atrocità della guerra, di contribuire a edificare la società italiana ed europea, mettendo a frutto il patrimonio ereditato ed esplorando percorsi inediti”. E ancora: “L’Università Cattolica continua a credere che esista una verità che non sia ideologia, giustizia che non sia una fredda oggettività, una purezza che non sia astratta perfezione. Di questo servizio c’è bisogno: testimoni della verità buona, liberante, affidabile”.

Ma anche testimoni “fiduciosi e responsabili per il futuro della società e della chiesa in Italia. Sulle orme dei fondatori, insieme con i protagonisti di oggi, la grande famiglia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore”.

In questo contesto l’arcivescovo propone uno stile a coloro che sono nella grande famiglia dell’Università: “Curano di essere presenza amabile per il loro tratto di gentilezza. Si guadagnano la stima degli altri non perché esibiscono le proprie virtù, ma perché sono coerenti, scelgono il bene e non l’interesse, il servizio e non il potere, la modestia e non l’arroganza, il dialogo e non il conflitto”. In pratica sono chiamati “a rendersi amabili, gentili, inclini alla stima vicendevole e alla collaborazione onesta, al tratto della benevolenza abituale”.

Una bella sfida che l’appartenenza all’Ateneo dei cattolici italiani pone non solo nell’ambito delle scelte strategiche ma anche nella quotidianità caratterizzata da un atteggiamento di servizio e mitezza per realizzare proficuamente quell’“l’umanesimo della speranza” tanto caro a monsignor Delpini.

Un articolo di

Agostino Picicco

Condividi su:

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti