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L'Università Cattolica e il manoscritto ritrovato della Forza del Destino

06 dicembre 2024

L'Università Cattolica e il manoscritto ritrovato della Forza del Destino

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In occasione dell’inaugurazione di Stagione con La forza del destino di Giuseppe Verdi, di cui Riccardo Chailly dirigerà la seconda versione rivista per la Scala nel 1869, il Teatro alla Scala espone la prima stesura manoscritta, recentemente emersa, del libretto della prima versione pietroburghese dell’opera approntato da Francesco Maria Piave nell’estate 1861 a Busseto a stretto contatto con Giuseppe Verdi. Il libretto, di 85 pagine, riporta diverse versioni successive, numerosissime correzioni, ripensamenti e riversificazioni e presenta diversi interventi autografi di Verdi. Sul frontespizio si legge la scritta, non di pugno del Piave: “Deve conservarsi per provare con essa quanto faceva lavorare / il Verdi per un libretto (vedrai ei cambiamenti)”.

Alcune pagine del manoscritto resteranno esposte presso il Museo Teatrale alla Scala dal 4 dicembre, giorno dell’Anteprima Under 30/35, fino all’ultima rappresentazione dell’opera il 2 gennaio. Una prima presentazione verrà inserita nel programma di sala della Forza mentre per il 2025 è prevista la pubblicazione in volume della copia anastatica.

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Redazione

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Il manoscritto è stato acquistato al fine di renderlo accessibile e fruibile agli studiosi e agli appassionati, intento che ha motivato anche la realizzazione del progetto di mostra e pubblicazione in occasione dell’inaugurazione di Stagione del Teatro alla Scala. L’attuale proprietario Carlo Hruby ha intenzione di donare alla città di Varallo Sesia (VC) il manoscritto, che è quindi stato notificato in Piemonte e trasportato a Milano in tempi brevissimi a cura dell’Archivio storico artistico del Teatro alla Scala grazie alla collaborazione delle Soprintendenze archivistiche e bibliografiche del Piemonte e della Lombardia. Il manoscritto è stato oggetto di una scansione ad altissima definizione con utilizzo dello scanner planetario Metis Gamma presso i laboratori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Milano.

Un ringraziamento particolare va alle Soprintendenti del Piemonte Marzia Pontone e della Lombardia Annalisa Rossi e al responsabile della Biblioteca di Milano dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, Paolo Sirito.


«Il 3 giugno 1861 – scrive Laura Nicora nella perizia del manoscritto - Verdi firmò il contratto con il Teatro di Pietroburgo per la rappresentazione di un’opera da mettere in scena l’anno seguente. Da qualche tempo stava pensando alla trama, e all’amico napoletano Torelli scrisse: ‘Bisogna che mi metta a studiarmi il soggetto’ (3 maggio 1861). Il 18 giugno informò il tenore Enrico Tamberlick che si sarebbe messo a lavorare a La forza del destino e due giorni dopo avvisò Piave: ‘Sei tu pronto a venire a Busseto per metterti al lavoro del libretto verso la metà di luglio?’. Le carte qui presentate sono il frutto del lavoro di quei giorni».

Si tratta di 85 bifolii a righe con filigrana delle dimensioni di 330x215 mm su cui Piave ha scritto a inchiostro nero, matita grigia e matita rossa. Su alcune carte Piave ha indicato a matita (al margine superiore destro) il numero progressivo e l’indicazione dell’atto a cui si riferiscono. Le carte che contengono l’Atto II sono legate con un antico spago e hanno anche una numerazione al piede della pagina. Le carte relative agli altri sono sciolte. Tra i bifolii sono inseriti anche alcuni fogli di differenti dimensioni che contengono vari appunti di mano di Piave. Numerosi gli interventi di Verdi: in particolare 10 annotazioni si trovano nelle scene 1 e 2 dell’atto I, una nella scena 3, una nell’atto II. Nel III si trovano sostanziali varianti al testo del Rataplan, nel IV tornano numerose le correzioni di Verdi, in particolare alla parte di Alvaro.

La Prima della Scala in Ateneo

Nei giorni scorsi l’Università Cattolica ha dedicato un incontro nel campus di Milano a cura del professor Enrico Reggiani, docente di Letteratura inglese e direttore dello Studium musicale di Ateneo, sull’Opera protagonista quest’anno alla Prima della Scala. «La versione 1869 della Forza del Destino di Giuseppe Verdi rivisita, attualizza e incrocia le concezioni del Fato, che il mondo greco considerava inaccessibile per gli umani, e del Destino, che per la cultura romana gli umani avevano nelle loro umani – ha detto il prof. Reggiani –. I tre protagonisti, i personaggi secondari e le differenti comunità con cui entrambi interagiscono non sfuggono a questa geniale intuizione verdiana per garantire al suo “maledetto soggetto” un efficace “maledetto scioglimento”».

Il professore ha proseguito: «Durante l’incontro siamo andati alla scoperta delle idee musicali anticipate nella Sinfonia di apertura, introdotta nella versione 1869 della Forza del Destino: tali idee preparano pubblico ed esecutori a una corretta ricezione del progetto compositivo verdiano e confermano che il dramma in musica non è solo spettacolo: è un progetto intersemiotico che esige di essere accostato con intelligenza e responsabilità».

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