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La diga della rinascita: Etiopia, potenza energetica africana

23 settembre 2025

La diga della rinascita: Etiopia, potenza energetica africana

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Il 9 settembre 2025 l’Etiopia ha inaugurato ufficialmente la Grand Ethiopian Renaissance Dam (GERD) sul Nilo Azzurro, la più grande diga idroelettrica dell’Africa e tra le venti più imponenti al mondo. Costata circa 5 miliardi di dollari e capace di produrre fino a 5.150 megawatt di elettricità, la GERD raddoppierà la capacità produttiva del Paese e alimenterà le ambizioni energetiche di una nazione che conta oggi oltre 120 milioni di abitanti.

L’opera rappresenta molto più di un traguardo ingegneristico. Per l’Etiopia è un simbolo di rinascita e di orgoglio nazionale, realizzato con un modello di finanziamento insolito: il 91% dei fondi è arrivato direttamente dallo Stato e il resto da obbligazioni sottoscritte da cittadini ed emigrati. Un progetto “di tutti”, che ha unito un Paese segnato da divisioni etniche e conflitti interni. Non a caso il premier Abiy Ahmed, durante la cerimonia di inaugurazione, ha dichiarato: «L’Etiopia ha costruito la diga per prosperare, per elettrificare l’intera regione e per cambiare la storia del nostro continente. Non è assolutamente per danneggiare i nostri fratelli».

La GERD, con un bacino da 64 miliardi di metri cubi, solleva però anche timori significativi tra i Paesi a valle. L’Egitto, che dipende dal Nilo per circa il 90% del proprio fabbisogno idrico, considera la diga una minaccia esistenziale: la popolazione di oltre 108 milioni di persone vive quasi interamente lungo il fiume, e una riduzione dei flussi in anni di siccità potrebbe aggravare una crisi già in atto. Anche il Sudan mantiene una posizione ambivalente: da un lato teme una gestione unilaterale etiope, dall’altro riconosce i benefici potenziali in termini di elettricità e controllo delle piene.

Il paradosso è evidente: un’opera celebrata come bandiera verde di sviluppo sostenibile rischia di accrescere tensioni geopolitiche e insicurezza idrica. Nonostante la progressiva fase di riempimento del bacino non abbia finora prodotto impatti drammatici, il vero banco di prova arriverà con gli anni di siccità. Senza reti di distribuzione capillari e senza accordi solidi di cooperazione regionale, molta dell’energia prodotta rischia di restare “potenza sulla carta”.

La diga della rinascita è dunque un banco di prova: riuscirà l’Etiopia a trasformare l’orgoglio nazionale in un motore di sviluppo condiviso per l’intero continente? La risposta determinerà non solo il futuro della GERD, ma anche quello delle relazioni sul Nilo e della capacità africana di coniugare crescita, sostenibilità e cooperazione regionale.

 

 


Foto WeBuild

Un articolo di

Mattia Fumagalli

Dottore in Istituzioni e Politiche - Facoltà di Scienze Politiche e Sociali, Università Cattolica

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