NEWS | Giornata del Dono

Il dono, chiave per la coesione sociale e il benessere comunitario

11 ottobre 2021

Il dono, chiave per la coesione sociale e il benessere comunitario

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Perché una sede universitaria (l’Università Cattolica di Piacenza), tre Facoltà (Economia e Giurisprudenza, Scienze Agrarie e Scienze della Formazione) e una ventina di docenti hanno organizzato una settimana di incontri, riflessioni e lezioni sul tema del dono? Perché ci sono molti indizi che il dono serva ad ognuno di noi e alla collettività.

Pensatori, filosofi e uomini delle più diverse religioni dicono da sempre che una vita riuscita e soddisfacente non è legata tanto o solo al successo e alla ricchezza.

Già Erodoto racconta di Creso e Solone. Il primo è l’uomo più ricco del tempo e chiede al saggio Solone chi sia l’uomo più felice della terra pensando di essere lui. Ed invece Solone risponde: «Chi è molto ricco non è affatto più felice di chi vive alla giornata, se il suo destino non lo accompagna a morire serenamente ancora nella sua prosperità. Infatti molti uomini, pur essendo straricchi, non sono felici, molti invece, che vivono una vita modesta, possono dirsi davvero fortunati.»
Allo stesso modo Pascal ricorda che “La felicità è qualcosa di meraviglioso: più ne dai e più te ne rimane”. Anche noi nella nostra vita non possiamo negare che il dono ci renda più contenti, come nel rapporto sessuale il godimento è più bello quando è condiviso.

Ma il dato più interessante è quello riferibile alla vita collettiva. Tra i risultati più interessanti negli studi sul benessere soggettivo del World Happiness Report, che ogni anno stila la classifica dei paesi più felici confermando sempre i paesi del Nord Europa come Danimarca, Finlandia e Svezia, emerge una evidenza empirica molto importante. Il livello di felicità è positivamente correlato all’indice di generosità collettiva. Ancora, quanto più sono diffusi comportamenti e valori di condivisione e reciprocità, non solo le relazioni sociali sono più soddisfacenti, ma anche i sistemi economici e politici risultano più coesi, orientati all’equità e alla democrazia. Infine, la gratuità è una componente essenziale di quella parte dell’economia legata al non profit e al volontariato, un pezzo della vita sociale diventato indispensabile e ce ne siamo accorti tutti in questi due anni terribili di pandemia globale.

Insomma, sia a livello personale che collettivo, ci sono davvero molte indicazioni che ci portano ad affermare che il dono non sia solo una propensione individuale eticamente apprezzabile, ma che sia un driver di coesione sociale e benessere comunitario.

Perché la parola “comunità”, lo sappiamo, deriva da “cum” e “munus”, ovvero dono reciproco, dono collettivo.
Accanto alla riflessione culturale, la settimana del dono ha proposto anche forme di sperimentazione attiva del dono, con incontri con i rappresentanti delle associazioni del dono (Avis, Aido, Admo) e “ingaggi” personali con una decina di realtà sociali del territorio che ospiteranno alcuni studenti per provare in prima persona cosa vuol dire dare un po’ del proprio tempo per aiutare chi sta male ed essere davvero “prossimo” per qualcuno.

Intervento di

Paolo Rizzi

Paolo Rizzi

Docente di Politica economica - Facoltà di Economia e Giurisprudenza, Università Cattolica

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