NEWS | Giornata del Dono

«La reciprocità è un dare senza perdere e un prendere senza togliere»

11 ottobre 2021

«La reciprocità è un dare senza perdere e un prendere senza togliere»

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Si è chiusa con l’intervento di Stefano Zamagni, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, la cinque giorni sul valore del dono organizzata dai campus di Piacenza e Cremona dell’Università Cattolica.

Introdotto dal professor Paolo Rizzi e preceduto da un intervento dei rappresentanti delle associazioni Admo, Aido ed Avis, il professor Zamagni ha esordito distinguendo i concetti di dono e donazione: «la donazione è un oggetto, il dono è una relazione intersoggettiva. Distinguere è importante, perché pensare di appiattire il dono sul significato di donazione è riduzionista e pericoloso. Il dono è aperto a tutti, anche il povero è in grado di praticare il dono».

La seconda distinzione su cui ha richiamato l’attenzione Zamagni è quella tra fraternità e fratellanza «come chiarisce bene l’ultima enciclica di Papa Francesco Fratelli tutti, la fraternità ha natura verticale, postula la comune paternità. La fratellanza fa invece riferimento a un legame orizzontale, che si instaura tra un certo numero di persone che si sentono appartenenti a un certo gruppo». Con il terzo e ultimo distinguo, ci ricorda i due significati del concetto di responsabilità «una delle parole più inflazionate oggi che racchiude due significati: responsabilità come imputabilità e responsabilità come prendersi cura». Secondo il professor Zamagni, oggi noi diamo troppo peso alla prima nozione e troppo poco alla seconda, a causa della matrice culturale dell’individualismo libertario degli ultimi 40 anni, per cui «se non sono stato causa di qualcosa, non ne sono responsabile. Ma io mi prendo cura di te, perché sei mio fratello…» diversamente commetto peccato di omissione. Dopo questi tre chiarimenti, si arriva al cuore della questione: perché oggi è così importante parlare di Economia del dono, un’economia basata sul principio di gratuità?

Fino all’inizio degli anni ’80 le categorie di beni di cui le nostre società facevano domanda erano quelle dei beni privati e dei beni pubblici; per questo la scienza economica non si è mai occupata di altre due categorie di beni diventate sempre più essenziali: i beni relazionali e i beni comuni. «I fenomeni della globalizzazione, la finanziarizzazione dell’economia e la digitalizzazione hanno fatto capire che il benessere passa anche attraverso queste categorie di beni, affinché si creino le condizioni legate alla felicità e al Ben-Essere».

Tra i beni comuni, vi è certamente l’ambiente che non è bene né privato né pubblico, così come la conoscenza. E certamente anche i vaccini, come ci ha ben insegnato la pandemia. «Oggi - ha concluso Zamagni - non basta più declinare il principio del dono sull’asse del dare. Per trovare regole di gestione e fruizioni dei beni comuni e relazionali, non possiamo mettere in campo il principio di efficienza, ma occorre ispirarsi alla logica del dono, basata sul principio di reciprocità».

La reciprocità è un dare senza perdere e un prendere senza togliere: questo in sintesi il cuore dell’incontro con il professor Zamagni: «Senza logica del dono ognuno cerca di sfruttare i beni comuni e quelli relazionali a danno degli altri. E questo porta all’infelicità del singolo e della comunità. Solo se cambio la logica di comportamento, non voglio massimizzare il self interest, vedendo in te un fratello, allora non ho bisogno di trovare stratagemmi per sfruttarti.  Oggi parlare di economia del dono è importante per raddrizzare una scienza economica che per due secoli è andata avanti secondo la logica del massimo sfruttamento. Ci troviamo nelle condizioni di cambiare paradigma, ma non lo facciamo. Questa è una grande responsabilità, che avrà un peso sulla felicità di tutti noi».

La preside della Facoltà di Economia e Gurisprudenza Anna Maria Fellegara, ringraziando l’ospite, ha richiamato l’obiettivo della Giornata del Dono targata Cattolica: «Vorremmo veramente preparare uomini e donne capaci di compiere scelte coraggiose e consapevoli, capaci di assumere posizioni: la chiarissima lezione del prof. Zamagni è un importante contributo in tal senso. Tutti noi nelle nostre discipline possiamo trovare agganci specifici a quanto illustrato, anche con un approccio critico anche alle teorie ‘mainstream’».

«La scienza è un bene comune per eccellenza - ha concluso il preside della Facoltà di Scienze Agrarie, alimentari e ambientali Marco Trevisan -  così come bene comune è la natura, la terra. Per questo la nostra settimana del dono si chiude con l’inaugurazione del quinto filare del frutteto dell’Università (nella foto in alto, ndr), che lascia un segno tangibile di ciò che è stato ben espresso oggi».

Un bilancio più che positivo, quello della Giornata del Dono 2021, che si chiude con l’ingaggio di diversi studenti in attività di volontariato e con la piantumazione del quinto filare. Perché la natura è un dono.

Un articolo di

Sabrina Cliti

Sabrina Cliti

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