Il secondo aspetto analizzato è quello relativo al cammino. La Terra Promessa non è infatti un qualcosa a cui si può avere accesso nell'immediato ma prevede un percorso lungo e irto di difficoltà che si delinea non solo nello spazio ma anche, se non soprattutto, nel tempo come dimostrano i 400 anni di schivitù del popolo ebraico in Egitto. «Dio dice "cercate", non "arrivate". La Terra promessa è nella vita della persona che cerca di arrivare a qualcosa di oltre, di grande».
Il terzo elemento individuato da Weiler è quello relativo al dubbio: «Chi pensa di essere depositario della verità ha già deviato dal percorso. Abramo non ha dubbi su Dio, ma su se stesso. "Come posso sapere che sarò io e la mia discendenza ad avere tutto questo?", si interroga».
Il quarto tema su cui si è soffermato Weiler è invece quello relativo all'importanza del rito mentre l'ultimo aspetto riguarda l'Alleanza tra Dio e gli uomini. Un patto reciproco tra due parti sovrane. Perché Dio non comanda, offre. Per questo è importante che questa sia libera e fortemente sentita dal profondo del cuore.
E, concludendo, il suo intervento, Weiler ha rivolto un "virtuale" messaggio consolatorio a Mosè a cui non è stato concesso di vedere la Terra Promessa: «Se potessi parlare con lui gli direi che in realtà è l'ha già raggiunta con il cammino fatto, e di dimenticare tutto ciò che è materiale, perché la dimensione più importante, quella spirituale, l'ha già trovata».