NEWS | Brescia

La violenza di genere si previene scardinando gli stereotipi culturali

27 novembre 2024

La violenza di genere si previene scardinando gli stereotipi culturali

Condividi su:

La immaginiamo sempre e solo nelle sue forme estreme e forse per questo può sembrare un fenomeno lontano da noi.

In realtà la violenza di genere è radicata nei gesti quotidiani e nelle rappresentazioni, nelle parole e nelle modalità di linguaggio che creano un contesto fertile per l’attecchimento dei cosiddetti stereotipi di genere ed il proliferare di disparità di poteri e disuguaglianze di ruoli che sfociano in un caleidoscopio di situazioni, dal gap retributivo alle diverse forme di libertà.

L’antidoto al dilagare del fenomeno, l’unico in grado di favorirne la prevenzione, è la corretta educazione.

È stato ben spiegato nel corso di un incontro pensato in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, dal titolo Strategie di contrasto alla violenza di genere.

Sottotitolo: Cultura, prevenzione, protezione, repressione. Ossia «quello che prevede la Convezione di Istanbul - spiega Beatrice Ferrari, Avvocata del Foro di Brescia. - L’aspetto della protezione compete ai centri antiviolenza, quello della repressione al tribunale. Fare prevenzione significa fornire agli studenti un’alfabetizzazione di base su come riconoscerne i segnali di allarme».

Tra le red flag a cui prestare attenzione «atteggiamenti di gelosia, possesso, intrusione nella vita della persona, tentativi di isolamento» sottolinea l’avv. Ferrari. 

Barbara Benzi, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Milano elenca i dardi che i rappresentanti della legge hanno al loro arco per contrastare il fenomeno.

«Come l’istituzione del reato di stalking, l’arresto in flagranza di reato previsto sia per reati di stalking che di maltrattamento, la possibilità per la polizia giudiziaria di intervenire sia in fase pre-cautelare (con allontanamento d’urgenza dalla casa famigliare) sia in differita, ossia la possibilità di arrestare non solo in flagranza ma anche in presenza di condizioni e prove. Un ventaglio di strumenti che, laddove applicato, è realmente rilevante».

Rilevante ma – la cronaca quotidiana lo evidenzia - non sufficiente. «Le pene previste sono già alte. Quello che serve è la prevenzione del reato» nota Luciano Eusebi, Ordinario di Diritto penale.

Cosa si può fare di più? Cosa manca? 

Una sinergia effettiva e non soltanto proclamata dei tre contesti d’intervento – prevenzione, protezione, repressione – previsti della Convezione di Istanbul.

«La convergenza dei tre aspetti può tradursi in un cambiamento culturale. Tutti noi siamo agenti portatori di azioni inclusive o esclusive e la somma delle azioni di ciascuno può portare al cambiamento del destino comune. Quindi anche l’attivazione della personale attenzione è un aspetto importantissimo» secondo la procuratrice Benzi.

Se è vero - come rimarca Anna Frattini, assessora con delega alle Politiche educative e alle Pari Opportunità del Comune d Brescia – che «la differenza in questi casi la fa la competenze», la risposta dell’Ateneo è quella di «far capire agli studenti che si tratta di una sfida culturale e che come tale deve essere gestita nella quotidianità, smontando giudizi e stereotipi che innervano i comportamenti e rischiano di riprodurre disuguaglianze» specifica Monica Amadini, Ordinario di Pedagogia Generale.

Serve quindi spirito critico per non accettare passivamente modelli culturali, interrogandoli sempre.

Un articolo di

Bianca Martinelli

Bianca Martinelli

Condividi su:

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti