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Lifesaver: un 'green deal' per il benessere di madre e feto

14 marzo 2023

Lifesaver: un 'green deal' per il benessere di madre e feto

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Si chiama LIFESAVER (Living Impact on Fetal Evolution: Shelter-Analyze-Validate-Empower Regulations) lo studio, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito di Horizon 2020, il Programma Quadro europeo per la Ricerca e l’Innovazione, in materia di sfide sociali, che vede coinvolto un partenariato europeo formato da Italia, Austria, Svizzera, Finlandia, Svezia, Irlanda, Portogallo, Francia, Belgio e Malta.

L’Università Cattolica è rappresentata dal team guidato dalla professoressa Ornella Parolini, Ordinario di Biologia applicata alla Facoltà di Medicina e chirurgia (nella foto), grazie alla sua esperienza di ricerca e conoscenza della placenta umana e delle cellule staminali che ne derivano, in collaborazione con il Centro di Ricerca Eugenia Menni (CREM) di Fondazione Poliambulanza. I due gruppi di ricerca, entrambi diretti dalla professoressa Parolini, partecipano attivamente a questo progetto fornendo informazioni sulla struttura della placenta umana e sulle diverse tipologie cellulari che compongono la placenta umana a termine.  

Il complesso sistema si basa sull’utilizzo integrato di tecnologie innovative che coniugano simulazioni in silico e sistemi cellulari in vitro allo scopo di valutare il possibile passaggio di farmaci e inquinanti attraverso la placenta, consentendo lo screening di sostanze chimiche e farmaceutiche potenzialmente pericolose per la salute del feto nelle donne in gravidanza, e riducendo al tempo stesso le necessità di effettuare test preclinici sugli animali e test clinici.

«L’esposizione del feto a inquinanti ambientali, contaminanti e prodotti chimici, farmaci aumenta il rischio di anomalie dello sviluppo e crescita fetali, di nascita di neonati sottopeso o pretermine ed è anche correlato ad aumento di mortalità fetale – spiega la professoressa Parolini – A oggi il tasso di nascite pretermine è in continuo aumento: in Europa circa il 75% di tutti i decessi neonatali e il 60% di tutte le morti infantili si verifica in bambini nati prematuramente. La disponibilità di un modello di laboratorio che permetta di studiare e testare sostanze potenzialmente tossiche in grado di attraversare la barriera placentare e raggiungere il feto, e di predirne gli effetti, ha notevoli implicazioni per la salute pubblica, consentendo di mettere in atto strategie atte a mantenere un ambiente salubre e più sicuro possibile per la donna in gravidanza e per il nascituro».

Un articolo di

Federica Mancinelli

Federica Mancinelli

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