Una giornata divertente e stimolante per molti ragazzi dell’associazione La Strada per l’Arcobaleno-ETS che sabato 8 ottobre, nella SportHouse di EDUCatt del campus di Roma dell’Università Cattolica, hanno potuto provare, con l’ausilio di carrozzine, tante discipline sportive: basket, tiro con l’arco, scherma, calciobalilla e ping pong.
La giornata, organizzata da Margherita Capriati e Caterina Festuccia, è stata possibile grazie alla collaborazione del dottor Alberto Astuto, responsabile EDUCatt nel campus di Roma, di Marco Parlanti, coordinatore attività sportive Educatt presso la sede di Roma, di Carlo Di Giusto, responsabile tecnico delle attività paralimpiche della Fondazione Santa Lucia IRCCS-Roma e allenatore della squadra nazionale di basket in carrozzina, e a tutti gli atleti e tecnici dell’associazione polisportiva GET-Giovani e Tenaci A.S.D., che hanno dimostrato grande impegno e responsabilità.
La Spina Bifida è una malformazione congenita appartenente al gruppo dei difetti di chiusura del tubo neurale con una incidenza nel mondo di circa 2-8 per 10.000 nati ed è la principale causa di disabilità in età pediatrica. La forma più frequente è il mielomeningocele (80-90% dei casi) che si caratterizza per l’erniazione delle meningi e del tessuto nervoso malformato attraverso una apertura degli archi posteriori delle vertebre e dei tessuti molli sovrastanti. In circa l’80% dei casi è associata all’idrocefalo e ad una serie di complicanze quali la paralisi degli arti inferiori, disturbi urinari e fecali che possono impattare fortemente sulla qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie. Il netto miglioramento delle aspettative di vita grazie ai progressi nell’ambito della prevenzione e della gestione delle complicanze, ha fatto emergere nuove aspettative.
Un ruolo fondamentale svolge l’attività fisica, che è diventata ancor più importante per i bambini e ragazzi non solo per gli evidenti benefici che lo sport ha per il benessere ma per gli effetti positivi che ha sia sulla mente che sull’integrazione sociale. Oltre a rappresentare un vero e proprio impegno nello sfidare i propri limiti e a incoraggiare ad impegnarsi lo sport, aiuta i ragazzi a superare la paura che hanno nell’affrontare i pregiudizi, ad evitare il loro isolamento aiutandoli ad ottenere il massimo dell’autonomia, a divertirsi e a superare i propri limiti.
Oggi, dopo il lungo periodo di pandemia da Covid-19 e di chiusure, lo sport deve essere inteso come conquista quotidiana di libertà e divertimento e deve occupare un ruolo molto importante nella vita dei ragazzi!
Lo sport è una attività fondata sui valori sociali, educativi e culturali ed è determinante nell’inserimento, nell’accettazione delle differenze e nell’osservazione delle regole. Il movimento è l’espressione di una corporeità globale risultato di una costante integrazione tra mente e corpo. Vedere i ragazzi prendere familiarità con l’arco, mirare il paglione cercando di colpire il centro, l’emozione nell’impugnare il fioretto e segnare una stoccata, giocare in due o in quattro a calciobalilla, fare una partita a ping pong è divertimento, inclusione e socialità. Coordinazione, concentrazione e una certa sensibilità sono qualità che nello sport possono avere tutti i ragazzi, con e senza disabilità.
Di non secondaria importanza è il ruolo che ha l’attività sportiva supportata da una corretta alimentazione nei bambini e ragazzi con disabilità come sinonimo di prevenzione dell’obesità e delle patologie ad essa associate finalizzata ad una migliore qualità della vita. In particolare durante l’età adolescenziale, periodo critico per la comparsa di ansia, depressione e progressiva perdita delle autonomie con conseguente caduta dell’autostima, e per la presa di coscienza di un’immagine di sé diversa da quella dei coetanei, i ragazzi trovano molta difficoltà ad aprirsi al mondo che li circonda. Questo comporta un importante scadimento dello stato di salute e un isolamento sociale con progressivo decadimento della qualità di vita.
La dottoressa Claudia Rendeli, responsabile del Centro Spina Bifida e Uropatie malformative del Dipartimento della Salute della Donna, del Bambino e di Sanità pubblica della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, diretto dal professor Eugenio Maria Mercuri, insieme a tutti gli associati de La Strada per l’Arcobaleno-ETS, hanno organizzato questa manifestazione per permettere ai bambini e ai ragazzi del Centro di mettersi alla prova praticando uno sport nella massima sicurezza e per poterli indirizzare verso i centri sportivi più vicini alle loro abitazioni.
Oggi lo sport e l’attività fisica vengono sempre più considerati passaggi fondamentali nell’iter riabilitativo del paziente con disabilità, per i benefici sia fisici che psichici. Oltre a rappresentare un vero e proprio impegno nello sfidare i propri limiti e a incoraggiare i ragazzi a impegnarsi nello sport, lo sport li aiuta a superare la paura che hanno nell’affrontare i pregiudizi, ad evitare il loro isolamento aiutandoli ad essere indipendenti.
(Fotografia di Lorenzo Foddai)