NEWS | Laurea postuma

Matteo, una vita compiuta. In ogni filo d’erba

31 dicembre 2022

Matteo, una vita compiuta. In ogni filo d’erba

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Occhi verdi, occhiali verdi, giacca verde, zaino verde, maglioni e magliette verdi, ogni cosa verde. Pelle rosa cangiante. Ogni emozione faceva capolino con qualche rossore, anche il buon vino faceva lo stesso effetto. Modi eleganti, voce gentile, risata sincera. Amabilmente cinico e coraggiosamente sensibile, in un pugno di parole descrivevi mondi col tuo fare filosofico. Incredibilmente colto e affamato di verità guardavi il mondo da uno spioncino curioso, occhi negli occhi con l'altro. Saresti stato uno psicoanalista, un formatore, un consulente, chi può saperlo. Saresti stato grande, sempre. 

Parole, tra le tante toccanti, scritte dagli amici di Matteo e stampate in fondo alla sua tesi di laurea. Parole che ridanno vita a un ragazzo entusiasta, studente modello, amico disponibile e sincero, soccorritore della Croce Bianca, viaggiatore e collezionista di libri, amante dei cani, del suo Pongo e del cane pastore che forse per soccorrerlo ha perso la vita con lui quella tragica mattina del 1° agosto 2022, quando Matteo è scivolato in un burrone dal pianoro nella Bergamasca dove si trovava per un progetto legato alla pastorizia. 

C’è un prima e un dopo quando si perde un figlio. E così è capitato a Marco Carminati e ad Arianna Rota, i genitori di Matteo che avrebbe compiuto 26 anni il 14 settembre.

Eppure, per quanto sia inevitabile che «non tutti i giorni sono uguali» come dice la mamma, il racconto dei due genitori è inaspettatamente sereno e a tratti allegro nei ricordi personali e ricostruiti dalle voci degli amici che insieme al figlio hanno vissuto momenti di spiensieratezza e gioia.
 

 

L’Università Cattolica ha una parte importante nella storia di Matteo che era iscritto, nella Facoltà di Psicologia, al corso di laurea magistrale in “Psicologia delle organizzazioni: risorse umane, marketing e comunicazione”. La tesi era alle porte, programmata per settembre, e dedicata al tema “Le istituzioni a double primary task: cultura organizzativa e livelli di disagio professionale”, relatore il professor Giovanni Foresti. Matteo non ha fatto in tempo a discuterla e così la Facoltà ha deciso di conferire, per la prima volta, la laurea postuma il 19 novembre in una cerimonia che «è stata bellissima – hanno affermato in coro i genitori –. Il professor Foresti ha raccontato che lui e Matteo facevano a gara nel trovare edizioni particolari dei libri». 

«Quando apprendiamo della tragica morte di un giovane ci viene da dire che è stata una vita spezzata – ha dichiarato il preside della Facoltà Alessandro Antonietti ricordando Matteo –. E questo è vero perché una perdita così inaspettata ci fa vivere la dolorosa sensazione di un troncamento del percorso dell’esistenza e un taglio nella trama dei legami. Nel caso di Matteo, però, possiamo dire che è stato anche un precoce compimento. La laurea che gli è stata attribuita vuole sottolineare che anche la sua carriera accademica ha avuto il suo compimento, non solo perché Matteo aveva svolto pressoché tutto ciò che è richiesto per ottenere il titolo finale, ma perché negli anni trascorsi nel nostro Ateneo aveva saputo trasmettere ai suoi compagni lo slancio di chi ha voglia di conoscere sempre di più e sempre meglio, e questo i suoi docenti lo hanno colto ed è stata una testimonianza anche per loro».

Il compimento della vita di Matteo ha riguardato tutta la sua vita, non solo l’università dove, peraltro, ha collezionato una serie di 30 e 30 e lode. La vera pienezza è data dai tantissimi amici che l’hanno circondato dal tempo dell’università in poi, e dai legami che lui ha saputo custodire. «A me fa bene uscire con i suoi amici perché mi diverto e mi raccontano quello che facevano insieme», ha raccontato il papà ricordando un fatto incredibile. Poco prima di partire per l’alpeggio dove avrebbe perso la vita, Matteo ha voluto organizzare un viaggio a piedi da Siena a Firenze con una dozzina di amici delle superiori, della Cattolica, della Croce Bianca, dell’Università di Bergamo. Come se volesse salutare tutti un’ultima volta. Allo stesso modo, la sera prima di partire aveva portato la mamma a Bergamo Alta con la sua Mini d’epoca. Con il papà, invece, era andato a cena. I suoi amici gli hanno cantato a sorpresa il “buon compleanno” in anticipo solo per ringraziarlo di aver creato questa occasione speciale.

Ti troveremo nei cinema di nicchia, quelli vecchi e un po' malandati, con le poltrone scomode e ormai infeltrite proprio come i sedili del tuo bagarozzo a motore, egregiamente surclassato dalla tua sventurata Mini verde. Ti rivedremo in quei film d'autore dal finale incomprensibile e nelle centinaia di pagine dei tuoi preziosi libri. Sarai tra le note e le parole dei tuoi amati Lucio Dalla, Battiato e Pink Floyd. Grazie per aver dato a Pongo tutto l'amore che un cane biondo, un po' goffo e bavoso, avrebbe potuto desiderare. 
Seguendo i tuoi passi, oggi, questa lettera alle stelle porta il tuo nome e anche se i tuoi piedi vagabondi e le tue braccia morbide non conosceranno più questo mondo, per noi sarai vento, sarai ogni filo d'erba, sarai il verde che ogni paesaggio racconta.

Matteo è “sbocciato”, a detta dei suoi genitori, con l’attività in Croce Bianca, arrivata dopo l’esperienza di volontariato (sulle orme del nonno paterno) con anziani soli. Ha cominciato a fare il corso di formazione con il padre e poi ha continuato sulle sue gambe. Poi un anno a Boston negli Stati Uniti a studiare, e poi in giro per l’Italia allargando la cerchia di amici. Orgoglio di mamma e papà, che hanno voluto continuare a far vivere Matteo pubblicando un libro, Zucchero, che lui aveva scritto a 17 anni e che da marzo sarà in libreria. «Il ricavato andrà in beneficienza alla Croce Bianca e poi chissà se riusciremo a sostenere altri progetti. Chiunque volesse una copia può scrivere a progetto.matteo1996@gmail.com» – ha spiegato Marco, mentre Arianna si lascia andare: «Matteo era il figlio che tutte le mamme e i papà avrebbero voluto avere». 

Matteo aveva un sogno, diventare uno psicoterapeuta. Ma il suo contributo l’ha dato pienamente con la gratitudine ai suoi genitori e con il sostegno a compagni e amici in difficoltà.

Mi piace pensare che adesso tu sia in un posto bellissimo pieno zeppo di libri, con mensole infinite per contenerli tutti! E mi piace pensare che tu stia già scrivendo il secondo libro di Zucchero mentre ti abbuffi di nuggets e di ciambelle. Congratulazioni dottore, sei sempre un valore aggiunto. In ogni filo d’erba.

Un articolo di

Emanuela Gazzotti

Emanuela Gazzotti

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