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Medicina, il racconto dei "pionieri"

24 gennaio 2022

Medicina, il racconto dei "pionieri"

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Il professor Gennaro Nuzzo, in quei giorni, c’era. Correva l’anno 1961 e nel mese di novembre cominciava a vedere la luce “il sogno di Padre Gemelli”: la Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. In occasione dei sessant’anni della istituzione della Facoltà, festeggiati lo scorso 5 novembre con la visita di Papa Francesco che ha celebrato la Messa nel piazzale del campus romano dell’Ateneo, il professor Nuzzo ha deciso di ricordare con una “strenna natalizia” quel periodo entusiasmante. Un vero e proprio instant book che alleghiamo in calce a questo articolo. Un viaggio appassionante in cui si intrecciano ricordi, sogni e progetti delle giovani matricole che per prime hanno intrapreso il percorso che hanno seguito, e seguono ancora oggi, migliaia di ragazzi.

«Se la Facoltà medica ha raggiunto i sessanta anni – ha scritto il Rettore Franco Anelli nella prefazione allo scritto di memorie del professor Nuzzo - e soprattutto i grandi traguardi che l'hanno portata ad essere un punto di riferimento nella scienza e nell'insegnamento, ambita da tanti docenti e da migliaia di studenti, lo si deve non soltanto a coloro che hanno concepito il progetto e ne hanno perseguito l'attuazione, ma agli studenti che negli anni ci hanno dato fiducia».

«E Voi – ha proseguito il Rettore - siete stati i primi, i pionieri. La decisione di affidare, giovanissimi, alla Cattolica la vostra formazione è stato un atto di autentica fede in un'università che in quel momento non aveva da offrirvi né l'autorevolezza che avrebbe in seguito conquistato né le strutture che avrebbe realizzato, ma la passione e l'entusiasmo per un progetto ideale, che si proponeva di unire conoscenza e capacità tecnica alla speciale sensibilità verso la persona sofferente che ci insegna il Vangelo».

«Nelle mémoires di quei primi mesi; Gennaro Nuzzo ha scritto pagine coinvolgenti, commosse e spiritose, nostalgiche in saggia misura, ma soprattutto sincere, capaci di descrivere in pochi tratti luoghi e protagonisti, di rappresentare l'atmosfera di quei giorni, con tale vivacità da far sì che anche il lettore che non li ha vissuti se ne senta partecipe. E, in effetti, le tracce di quella stagione sono ancora presenti nello spirito della Facoltà».

«Per gli studenti del 1961 – conclude il Rettore - ai quali mi sono fin qui rivolto, per chi c'era, il racconto è un ritorno agli anni della giovinezza, delle aspettative e dei sogni, che spero si siano realizzati. Per gli altri, per quelli che non c'erano, come me, una bella lettura, che narra dell'origine di un'impresa ardua e audace e che suscita un po' di quella bonaria invidia che è giusto provare verso chi ha vissuto un'esperienza appassionante e ha contribuito a costruire qualcosa che è rimasto nel tempo: sarebbe stato bello esserci».
 

5 Novembre 1961 - I primi mesi della Facoltà di Medicina nei ricordi di chi c’era

Prefazione

di Gennaro Nuzzo

Sono passati i primi sessanta anni della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica, quando, fra la fine degli anni ’50 e l’inizio dei ‘60 cominciarono ad arrivare a Monte Mario persone venute anche da altre città che avevano in comune il progetto di realizzare il sogno di Padre Gemelli.

Avevano ruoli diversi ed erano decise a costruire qualcosa in cui credevano e il cui risultato era ancora incerto.

Il ricordo va a tutte queste persone, da quelle con i compiti apparentemente più semplici a quelle con le maggiori responsabilità. Mancheranno all’appello i nomi di molti; sappiano comunque che sono sempre vivi nel nostro ricordo.

Insieme a loro arrivarono giovani neo-maturati provenienti da ogni parte d’Italia che avevano creduto in un progetto di cui volevano essere artefici e che videro realizzarsi con le prime lauree.

Fra quei laureati, alcuni non ci sono più. Molti, dopo la specializzazione, hanno realizzato i loro piani al difuori della Cattolica, facendo i liberi professionisti o i medici ospedalieri; altri sono andati all’estero dove hanno raggiunto posizioni professionali e accademiche di prestigio; ci sono stati quelli che hanno scelto di andare in paesi poveri a fare i medici missionari; altri ancora sono diventati stimati docenti in altre Università italiane ed infine alcuni hanno avuto la fortuna di restare e diventare Professori nella stessa Università che li aveva laureati.

Oggi la nostra Facoltà di Medicina è tra le più prestigiose del Paese e il Policlinico Gemelli è diventato un centro di eccellenza, frequentato da medici che vengono a perfezionarsi da tutto il mondo.

E’ anche per questo che non vogliamo dimenticare quei primi grandi “costruttori”, uomini e donne coraggiose, che sessant’anni fa sono stati lungimiranti scorgendo in anticipo cosa sarebbe sorto in un angolo remoto della campagna della periferia romana, dove crescevano ulivi e pascolavano greggi.

In queste poche pagine, c’è la cronaca dei primi tre-quattro mesi di vita della Facoltà, dall’agosto 1961, quando venimmo a presentare le domande di ammissione, fino al Natale di quello stesso anno.

Per non cadere nella retorica, ci siamo affidati ai ricordi, a volte venati da goliardiche nostalgie, delle matricole del 1961, sicuramente le più impertinenti della pattuglia dei “grandi costruttori” che, dopo sessant’anni, conservano ancora lo spirito di allora, quello stesso che vorrebbero trasmettere agli studenti di oggi perché possano vivere e crescere con la stessa passione gli anni dell’università e ne conservino il ricordo.

Un articolo di

Redazione

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