Il professor Gennaro Nuzzo, in quei giorni, c’era. Correva l’anno 1961 e nel mese di novembre cominciava a vedere la luce “il sogno di Padre Gemelli”: la Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. In occasione dei sessant’anni della istituzione della Facoltà, festeggiati lo scorso 5 novembre con la visita di Papa Francesco che ha celebrato la Messa nel piazzale del campus romano dell’Ateneo, il professor Nuzzo ha deciso di ricordare con una “strenna natalizia” quel periodo entusiasmante. Un vero e proprio instant book che alleghiamo in calce a questo articolo. Un viaggio appassionante in cui si intrecciano ricordi, sogni e progetti delle giovani matricole che per prime hanno intrapreso il percorso che hanno seguito, e seguono ancora oggi, migliaia di ragazzi.
«Se la Facoltà medica ha raggiunto i sessanta anni – ha scritto il Rettore Franco Anelli nella prefazione allo scritto di memorie del professor Nuzzo - e soprattutto i grandi traguardi che l'hanno portata ad essere un punto di riferimento nella scienza e nell'insegnamento, ambita da tanti docenti e da migliaia di studenti, lo si deve non soltanto a coloro che hanno concepito il progetto e ne hanno perseguito l'attuazione, ma agli studenti che negli anni ci hanno dato fiducia».
«E Voi – ha proseguito il Rettore - siete stati i primi, i pionieri. La decisione di affidare, giovanissimi, alla Cattolica la vostra formazione è stato un atto di autentica fede in un'università che in quel momento non aveva da offrirvi né l'autorevolezza che avrebbe in seguito conquistato né le strutture che avrebbe realizzato, ma la passione e l'entusiasmo per un progetto ideale, che si proponeva di unire conoscenza e capacità tecnica alla speciale sensibilità verso la persona sofferente che ci insegna il Vangelo».
«Nelle mémoires di quei primi mesi; Gennaro Nuzzo ha scritto pagine coinvolgenti, commosse e spiritose, nostalgiche in saggia misura, ma soprattutto sincere, capaci di descrivere in pochi tratti luoghi e protagonisti, di rappresentare l'atmosfera di quei giorni, con tale vivacità da far sì che anche il lettore che non li ha vissuti se ne senta partecipe. E, in effetti, le tracce di quella stagione sono ancora presenti nello spirito della Facoltà».
«Per gli studenti del 1961 – conclude il Rettore - ai quali mi sono fin qui rivolto, per chi c'era, il racconto è un ritorno agli anni della giovinezza, delle aspettative e dei sogni, che spero si siano realizzati. Per gli altri, per quelli che non c'erano, come me, una bella lettura, che narra dell'origine di un'impresa ardua e audace e che suscita un po' di quella bonaria invidia che è giusto provare verso chi ha vissuto un'esperienza appassionante e ha contribuito a costruire qualcosa che è rimasto nel tempo: sarebbe stato bello esserci».
5 Novembre 1961 - I primi mesi della Facoltà di Medicina nei ricordi di chi c’era