«Non è illogico pensare che possano registrarsi anche 500mila assunzioni in pochi anni, come del resto già anticipato dal ministro della Funzione Pubblica Brunetta». Lo ha detto il presidente dell’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) Antonio Naddeo intervenendo lunedì 19 aprile al webinar “Recovery Plan e lavoro pubblico” promosso dal Recovery Lab, il gruppo di studio interdisciplinare dell’Università Cattolica nato per mettere a sistema le competenze e le conoscenze necessarie per riformare la complessa macchina dell’apparato pubblico nazionale.
Il tema dei nuovi concorsi, che mirano in pochi anni a sostituire una gran parte dei dipendenti pubblici, è stato infatti al centro del dibattito cui hanno partecipato i professori della Cattolica Vincenzo Ferrante, docente di Diritto del Lavoro e direttore del Centro di ricerca Europeo di Diritto del Lavoro e Relazioni Industriali (Cedri), Giulia Rivellini, docente di Statistica Sociale e Demografia, Emanuele Vendramini, docente di Economia Aziendale.
Coordinato dalla docente di Diritto amministrativo Barbara Boschetti, il webinar ha messo a fuoco soluzioni e proposte per far sì che il lavoro pubblico non costituisca un freno, ma un motore, allo sviluppo dell’azione pubblica, così da far fruttare al meglio gli investimenti collegati ai Fondi europei messi a disposizione degli Stati nazionali dopo la pandemia.
Secondo la demografa Giulia Rivellini il bando di nuovi concorsi pubblici può essere un’occasione per intervenire sul numero e sulle professionalità dei dipendenti pubblici, ringiovanendo la popolazione complessiva e dando ingresso a conoscenze legate all’informatica e alle nuove tecnologie.
Da parte sua il giuslavorista Vincenzo Ferrante si è soffermato sul difficile bilanciamento che ogni bando è chiamato a fare tra la valorizzazione di chi ha già delle esperienze lavorative e l’esigenza di ampliare il numero di posti destinato a chi, fra i neolaureati, è più brillante.
Di obiettivi da assegnare a ogni dipendente pubblico per conseguire elementi retributivi “di risultato” ha parlato l’economista Emanuele Vendramini che ha posto l’accento sull’importanza di adottare sistemi genuinamente orientati alla promozione dell’efficienza, in vista dell’avvio del rinnovo dei contratti collettivi.