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Oman: un mediatore resiliente di fronte alle sfide regionali e all’attacco dell’Isis

31 luglio 2024

Oman: un mediatore resiliente di fronte alle sfide regionali e all’attacco dell’Isis

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“Benvenuta nella sua seconda casa”, così si viene accolti con una mano sul cuore, un sorriso e un inchino in uno dei paesi più sicuri, ospitali, puliti (se non lavi la tua auto il Sultano ti multa), e stabili del Golfo, caratterizzato da una storia millenaria e da una cultura e religione ibadita sempre aperta al mondo, all’insegna della tolleranza. Questo è l’Oman.

Oltre al petrolio, l’Oman sta investendo significativamente nel settore turistico, puntando a diversificare la sua economia. Il paese offre una varietà di attrazioni naturali e culturali, come le montagne, i deserti e le storiche città fortificate, che attirano visitatori da tutto il mondo. La pesca è un altro settore chiave per l’economia omanita, grazie alla lunga costa del paese e alla ricchezza delle sue acque. Il governo sta cercando di modernizzare e sviluppare ulteriormente questa industria, promuovendo pratiche sostenibili e migliorando le infrastrutture per la lavorazione e la distribuzione dei prodotti ittici. La posizione strategica dell’Oman, situato al crocevia di importanti rotte marittime nell’oceano Indiano, lo rende un hub commerciale vitale.

Il paese sta sviluppando i suoi porti e le infrastrutture logistiche per facilitare il commercio internazionale, attirando investimenti e migliorando la sua competitività nel mercato globale. L’Oman possiede inoltre risorse minerarie significative, tra cui rame, oro e minerali non metallici. A questo riguardo, l’iniziativa Vision 2040 mira a creare un ambiente favorevole per le imprese e attrarre investimenti diretti esteri. Con l’aumento della domanda di energia e la necessità di sostenibilità, l’Oman sta investendo nelle energie rinnovabili, in particolare nel solare e nell’eolico.

Tuttavia, la sua posizione geografica e le dinamiche regionali lo pongono al centro di gravi tensioni, in particolare nei rapporti con l’Iran e gli Houthi dello Yemen. Negli ultimi anni, il Golfo ha assistito a una crescente instabilità, alimentata da conflitti regionali e rivalità geopolitiche. La guerra civile in Yemen, iniziata nel 2014, ha trasformato il paese in un nuovo scenario per le potenze regionali, in particolare Arabia Saudita e Iran. Gli Houthi, un gruppo sciita sostenuto dall’Iran, hanno preso il controllo di gran parte del nord dello Yemen, sfidando l’autorità del governo yemenita riconosciuto a livello internazionale e attirando l’intervento militare della coalizione araba guidata dai sauditi. Questa guerra ha avuto ripercussioni dirette anche sull’Oman, che confina a sud con lo Yemen. Il Sultanato ha cercato di mantenere una posizione neutrale e di mediazione, facilitando i colloqui di pace tra le parti in conflitto. La sua strategia è stata quella di promuovere la stabilità regionale, evitando di schierarsi apertamente con una delle fazioni in guerra. Ma la crescente militarizzazione della regione e le attività degli Houthi, che hanno lanciato attacchi contro obiettivi sauditi e minacciato la sicurezza marittima nel Mar Rosso, hanno complicato ulteriormente il contesto.

L’Oman ha storicamente mantenuto buone relazioni con l’Iran, con cui intrattiene antichi rapporti di parentela tra famiglie, un aspetto che ha permesso a Muscat di fungere da mediatore nei conflitti regionali. Le due nazioni condividono interessi economici e di sicurezza, e l’Oman ha tentato di bilanciare le sue relazioni con le potenze sunnite del Golfo, come l’Arabia Saudita, e con l’Iran. Il Sultanato dell’Oman ha un interesse diretto nella situazione yemenita, soprattutto nella regione di al-Mahra, che confina con il suo territorio. Qui, le tribù locali hanno storicamente esercitato un certo grado di autogoverno, e l’Oman ha cercato di sostenere queste dinamiche per evitare un ulteriore deterioramento della situazione.

Gli Houthi rappresentano una minaccia diretta per la sicurezza dell’Oman, poiché un’intensificazione del conflitto potrebbe avere ripercussioni sulla stabilità del Sultanato. L’Oman ha svolto un ruolo cruciale anche nei colloqui di pace tra Arabia Saudita e Houthi, cercando di facilitare un accordo che possa porre fine alla guerra civile. Questo impegno diplomatico è fondamentale per il Sultanato, che desidera evitare un ulteriore dilagare di violenza e instabilità.

L’attacco terroristico del 15 luglio 2024 a Muscat, rivendicato dall’ISIS, ha colpito una moschea sciita durante un’importante celebrazione religiosa, causando sei morti e numerosi feriti. Questo evento segna un’eccezione in un paese noto per la sua sicurezza e stabilità. L’ISIS ha utilizzato l’attacco per dimostrare la propria presenza e capacità operativa, anche in un contesto in cui il Sultanato ha mantenuto un basso tasso di criminalità e una stabile coesione sociale. L’attacco è avvenuto in un momento di particolare vulnerabilità, durante il giorno di Ashura, quando i musulmani sciiti commemorano il martirio dell’Imam Hussein. La scelta di colpire in questa data simbolica evidenzia l’intento dell’ISIS di fomentare divisioni settarie e instabilità in una regione già fragile. La risposta immediata delle forze di sicurezza omanite, che hanno neutralizzato gli attentatori, dimostra la determinazione del Sultanato nel mantenere la sicurezza interna, ma l’evento ha sollevato interrogativi sulla vulnerabilità del paese di fronte a minacce terroristiche esterne.

Dopo l’ascesa di Haitham bin Tariq Al Said (1954-) al trono dell’Oman nel gennaio 2020, il ruolo del Sultanato come mediatore nelle crisi internazionali nel Golfo ha subito alcune evoluzioni significative. Questo cambiamento è stato influenzato da diversi fattori, tra cui la continuazione della politica estera del suo predecessore, Sultan Qaboos (1940-2020), e le nuove dinamiche geopolitiche nella regione. Sotto la leadership di Haitham, l’Oman ha mantenuto un approccio neutro e diplomatico, continuando a fungere da facilitatore nei conflitti regionali, in particolare nella guerra civile yemenita. L’Oman ha storicamente avuto buoni rapporti con le diverse fazioni in Yemen, inclusi gli Houthi, il che gli consente di mediare efficacemente i colloqui di pace. Questo ruolo è diventato ancora più rilevante in un contesto in cui l’Arabia Saudita e l’Iran stanno cercando di migliorare le loro relazioni, facilitando trattative dirette tra sauditi e Houthi. La leadership di Haitham ha visto l’Oman emergere come un mediatore chiave in un momento in cui altri attori, come il Qatar, hanno visto indebolito il loro ruolo a causa di crisi interne e regionali. Questo ha permesso all’Oman di consolidare la sua posizione come facilitatore principale, in grado di gestire le complesse dinamiche tra le fazioni yemenite e le potenze regionali.

L’attacco dell’ISIS alla moschea di Muscat ha rappresentato una sfida significativa per il Sultano Haitham e ha messo in discussione la capacità dell’Oman di mantenere la sicurezza interna. In risposta, il Sultanato ha dovuto dimostrare la sua determinazione nel combattere il terrorismo, rafforzando le sue forze di sicurezza e collaborando con partner internazionali, come gli Stati Uniti, per migliorare le capacità di intelligence e prevenzione. L’attacco ha anche evidenziato la necessità di un approccio più deciso alla sicurezza nazionale, che potrebbe influenzare il modo in cui l’Oman gestisce le sue relazioni diplomatiche. Haitham potrebbe dover bilanciare il suo ruolo di mediatore con la necessità di garantire la sicurezza interna, il che potrebbe complicare ulteriormente la sua posizione nelle negoziazioni regionali. La leadership di Haitham Al Bu Sa’id ha condotto a una prosecuzione e a un rafforzamento del ruolo dell’Oman come mediatore nel Golfo, mantenendo una politica di neutralità e diplomazia. Nondimeno, eventi come l’attacco dell’ISIS hanno messo in evidenza le sfide che il Sultanato deve affrontare per mantenere la stabilità interna mentre continua a svolgere un ruolo cruciale negli sviluppi regionali. La capacità della leadership politica omanita di navigare queste complessità sarà fondamentale per il futuro dell’Oman, per la garanzia del turismo, fondamentale per l’economia del paese, e per la sicurezza della regione.

 

 

 

 


Foto di Makalu (Pixabay) e di Sue and Todd (Pixabay)

Un articolo di

Beatrice Nicolini

Beatrice Nicolini

Docente di Storia e Istituzioni dell’Africa - Facoltà di Scienze politiche e sociali, Università Cattolica

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