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Opportunità e rischi dell’Intelligenza artificiale

16 dicembre 2024

Opportunità e rischi dell’Intelligenza artificiale

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Intervenendo nel giugno scorso alla sessione del G7 dedicata all’intelligenza artificiale, Sua Santità Papa Francesco ha avuto modo di osservare come quest’ultima rappresenti “uno strumento affascinante e tremendo al tempo stesso [che] impone una riflessione all’altezza della situazione”. 

È nel solco di queste parole, chiare e forti, che mercoledì 4 dicembre ha preso avvio il convegno svoltosi in Università Cattolica dedicato al “fenomeno” dell’intelligenza artificiale e organizzato da alcune associazioni laicali (Azione Cattolica, Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale, Amici del Meic, Unione Giuristi Cattolici Italiani, comitato promotore delle “Settimane sociali”). 

Le parole di saluto del Rettore Elena Beccalli, tese a rimarcare la complessità socio-antropologica nonché i rischi e le opportunità dell’universo ascrivibile all’“intelligenza artificiale”, hanno avuto come pendant la ripresa del rilievo di Sua Santità da parte dell’assistente ecclesiastico generale monsignor Claudio Giuliodori. Osservando in merito una certa saturazione nel dibattito odierno, il monsignore ha invitato a trovare chiavi di lettura innovative in ordine ad un fenomeno ambiguo, sintetizzando nodi problematici ripresi negli interventi introduttivi di monsignor Carlo Azzimonti (vicario episcopale della diocesi di Milano), dei rappresentanti nazionali delle associazioni promotrici del convegno e del professor Stefano Solimano che, in qualità di preside, ha portato i saluti della Facoltà di Giurisprudenza.
 

 

La giornata di studi è stata il frutto del dialogo fecondo tra movimenti laicali: ciò ha inteso rappresentare la cifra della riflessione comune, con l’auspicio di inaugurare un confronto tra sensibilità differenti ma che si riconoscono nel riferimento alla Dottrina sociale e al Magistero della Chiesa. 

Molti gli spunti emersi durante il convegno. Nello snodarsi della riflessione, focalizzata su alcuni profili della “questione intelligenza artificiale”, è emerso il ruolo decisivo dei linguaggi formalizzati nei mutamenti tecnologici in atto rivelandone le ineludibili ricadute identitarie e sociali: dalla configurazione dei modelli cognitivi al mondo del lavoro, dalla nozione di “intelligenza” sino ai processi di trasmissione del sapere con riflessi cruciali sul piano etico-antropologico. 

Per questa via, si è altresì delineata l’esigenza di attivare modelli opportuni di regolazione, in grado di misurarsi con una comprensione vieppiù complessa dell’identità personale nonché di elaborare forme incisive di tutela giuridica. La trasformazione progressiva della morfologia sociale, come emerso nella tavola rotonda finale dedicata a come qui e ora l’intelligenza artificiale connota il mondo del lavoro, a ben vedere postula un ripensamento dell’assetto democratico-costituzionale.
Punti di osservazione che, nel loro intreccio, hanno confermato la natura poliedrica dell’intelligenza artificiale, aprendo a un confronto capace di eludere i luoghi comuni che si annidano in modo esiziale nel mainstream socio-culturale. 

Mirando a fare alta divulgazione, nella sua accezione più pregnante, la riflessione si è offerta alla comunità accademica che ha ospitato l’evento, rimarcando il continuum tra ricerca scientifica e universo associativo di ispirazione cattolica, al mondo ecclesiale e, in generale, a quanti sono ancora disposti ad interrogarsi criticamente riguardo ad uno scenario che in futuro abiterà i nostri vissuti modulandone irrimediabilmente spazi, tempi, categorie e relazioni.
 

Un articolo di

Giovanni Bombelli

Giovanni Bombelli

professore di Filosofia del diritto presso la Facoltà di Giurisprudenza

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