La giornata di studi è stata il frutto del dialogo fecondo tra movimenti laicali: ciò ha inteso rappresentare la cifra della riflessione comune, con l’auspicio di inaugurare un confronto tra sensibilità differenti ma che si riconoscono nel riferimento alla Dottrina sociale e al Magistero della Chiesa.
Molti gli spunti emersi durante il convegno. Nello snodarsi della riflessione, focalizzata su alcuni profili della “questione intelligenza artificiale”, è emerso il ruolo decisivo dei linguaggi formalizzati nei mutamenti tecnologici in atto rivelandone le ineludibili ricadute identitarie e sociali: dalla configurazione dei modelli cognitivi al mondo del lavoro, dalla nozione di “intelligenza” sino ai processi di trasmissione del sapere con riflessi cruciali sul piano etico-antropologico.
Per questa via, si è altresì delineata l’esigenza di attivare modelli opportuni di regolazione, in grado di misurarsi con una comprensione vieppiù complessa dell’identità personale nonché di elaborare forme incisive di tutela giuridica. La trasformazione progressiva della morfologia sociale, come emerso nella tavola rotonda finale dedicata a come qui e ora l’intelligenza artificiale connota il mondo del lavoro, a ben vedere postula un ripensamento dell’assetto democratico-costituzionale.
Punti di osservazione che, nel loro intreccio, hanno confermato la natura poliedrica dell’intelligenza artificiale, aprendo a un confronto capace di eludere i luoghi comuni che si annidano in modo esiziale nel mainstream socio-culturale.
Mirando a fare alta divulgazione, nella sua accezione più pregnante, la riflessione si è offerta alla comunità accademica che ha ospitato l’evento, rimarcando il continuum tra ricerca scientifica e universo associativo di ispirazione cattolica, al mondo ecclesiale e, in generale, a quanti sono ancora disposti ad interrogarsi criticamente riguardo ad uno scenario che in futuro abiterà i nostri vissuti modulandone irrimediabilmente spazi, tempi, categorie e relazioni.