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Paolo Grossi, interprete del pensiero giuridico moderno

05 luglio 2022

Paolo Grossi, interprete del pensiero giuridico moderno

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Il 4 luglio è mancato a 89 anni il professor Paolo Grossi, giurista, storico del diritto, presidente emerito della Corte costituzionale e legato da grande amicizia con l’Università Cattolica.

Nato a Firenze, si era laureato presso l’Ateneo fiorentino nel 1955 sotto la guida del professor Ugo Nicolini, grande storico del diritto che poi avrebbe insegnato in Cattolica.

La lunga carriera universitaria l’ha visto professore di Storia del diritto e di Diritto canonico presso l’Università di Firenze dal 1966 al 2008 - prima aveva insegnato presso le Università di Siena e di Macerata dove era stato anche preside di facoltà -, fu poi nominato giudice costituzionale nel 2009. Nel 2016 fu eletto presidente della Consulta, carica che ricoprì per due anni.

È stato anche socio nazionale della Accademia dei Lincei e ha fatto parte di numerose Accademie nazionali (fra cui quella dei Georgofili e La Colombaria) ed estere. Nel 2007 ha ricevuto il Fiorino d’oro dalla città di Firenze per il “mirabile contributo allo sviluppo del pensiero giuridico moderno”.

Da accademico e da giudice costituzionale ha mantenuto un saldo legame con l’Università Cattolica, partecipando a eventi e convegni organizzati dalle facoltà di Giurisprudenza delle sedi di Milano e di Piacenza. A Milano ebbe modo di commemorare il suo collega, lo storico del diritto Adriano Cavanna.

Nel febbraio 2007 la Facoltà di Giurisprudenza della sede di Piacenza, in occasione del Dies Academicus, conferì al professor Grossi la sua prima laurea honoris causa. In quella circostanza il “laureato” tenne la lectio magistralis sul tema “Oltre il soggettivismo giuridico moderno”.

L’ultima presenza in Cattolica è stata a fine marzo del 2019, invitato a svolgere una lezione di Storia del diritto. Prima ancora si era recato presso il Collegio Augustinianum per una conferenza sulla figura del giudice tra interprete e inventore del diritto. In quella circostanza, quasi ultimo lascito alle giovani generazioni di giuristi, ebbe a raccomandare la speranza: negli studi, nella professione, nella vita. Una lezione che quei giovani non hanno dimenticato.

Un articolo di

Agostino Picicco

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