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Pasinetti, un economista e un maestro che resterà tra i classici

08 febbraio 2024

Pasinetti, un economista e un maestro che resterà tra i classici

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Guardava l’economia da diverse prospettive per orientare la ricerca in una direzione che fosse più possibile realistica e in grado di rispondere ai problemi, alle urgenze e alle questioni più pressanti della società contemporanea. Inoltre, il suo contributo alla teoria del valore, della distribuzione del reddito e della crescita ha dato il la a dibattiti cruciali per lo sviluppo della professione economica. È la grande eredità lasciata dall’economista Luigi Lodovico Pasinetti, scomparso un anno fa all’età di 92 anni.

A ripercorrere i tratti salienti della ricca attività di ricerca condotta dal professore dell’Università Cattolica, dove si è laureato nel 1954 e ha insegnato per diversi anni, ricoprendo anche il ruolo di preside della Facoltà di Economia nel triennio 1980-1983, è stata la giornata di studi a lui dedicata mercoledì 31 gennaio, introdotta dai saluti istituzionali del Rettore Franco Anelli e della Preside della Facoltà di Economia Antonella Occhino.

 

 

 

“Ripensare l’economia con Luigi Lodovico Pasinetti”: questo il titolo dell’iniziativa che si è tenuta in una gremita Aula Maria Immacolata alla presenza della moglie Carmela Colombo e del figlio Giovanni. Numerosi, infatti, i docenti accorsi da ogni parte d’Italia per rendere omaggio allo studioso partecipando all’incontro articolato in quattro sessioni: Luigi Pasinetti e l’Università Cattolica del Sacro Cuore; Luigi Pasinetti e il pensiero economico; Sguardi al futuro; Sguardi interdisciplinari. E che, tramite le preziose testimonianze di ricercatori senior, di allievi e di studiosi più giovani, è stato l’occasione per mostrare come i suoi insegnamenti continuano tuttora a vivere nella ricerca corrente.

 

 

Lo ha detto bene nel suo ricordo l’amico e collega Alberto Quadrio Curzio, definendolo «un maestro che resterà nella Storia del “pensiero dei Classici”». Infatti, «chi l’ha conosciuto o gli è stato allievo o collega lo ha ammirato non solo per la magistrale competenza, ma anche per il suo tratto privo di quella supponenza che poteva derivare dalla sua caratura scientifica», ha aggiunto l’emerito di Economia politica e presidente emerito dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Il suo tratto distintivo è stato portare avanti un’«economia politica» fatta non solo di un’analisi astratta di «ipotetici fenomeni economici» bensì di «quella complessa realtà in continuo cambiamento dato dallo sviluppo economico, dove le politiche e le società, le innovazioni e le istituzioni svolgono un ruolo fondamentale». A testimoniarlo sono «i numerosi dibattiti che egli ebbe con altri economisti, tra i quali vanno emblematicamente ricordati quelli con vari premi Nobel come Paul Samuelson e Robert Salow». Come pure lo dimostrano «i molti scritti sulle sue teorie e dalla traduzione in tutte le lingue dei suoi volumi».

Un articolo di

Katia Biondi

Katia Biondi

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