«Nonostante i successi nella lotta contro l'HIV e l'AIDS in Uganda, con una riduzione di prevalenza di infezione da HIV dal 27% al 7,3% tra il 2000/01 e il 2010/11, la prevalenza dell'HIV tra le donne di 15-49 anni rimane superiore a quella degli uomini della stessa fascia di età – spiega la dottoressa Antonella Cingolani, Ricercatrice in Malattie Infettive alla Facoltà di Medicina e chirurgia e responsabile dell’Unità Operativa "Diagnosi e cura malattie infettive da immunodeficit e nosocomiali" della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS nell’Unità Operativa Complessa di malattie Infettive diretta dal professor Roberto Cauda - le giovani donne tra i 14-24 anni in Uganda hanno quattro volte più probabilità di acquisire HIV rispetto ai loro coetanei maschi. A Gulu, la prevalenza dell'HIV è del 12,4%, molto più alta della media nazionale. Inoltre, sempre nell’area di Gulu, le altre malattie sessualmente trasmesse (come l’infezione da Chlamidia, da gonococco e la sifilide) contribuiscono al 18% dell'utilizzo ambulatoriale nel distretto e sono tra le prime dieci cause di morbilità tra le persone dai 5 anni in su».
«La violenza di genere e le disuguaglianze, così come gli aspetti socio-economici, sono fattori chiave dell'epidemia. L'abbandono scolastico è stato identificato come un fattore di rischio significativo per l'acquisizione dell'HIV in Uganda – aggiunge la dottoressa Katleen de Gaetano Donati, Ricercatrice in Malattie Infettive alla Facoltà di Medicina e chirurgia e dirigente medico della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS - Le donne sono costantemente più a rischio di riportare un livello di istruzione inferiore o di non avere alcuna istruzione (10,9% contro il 3,8%) rispetto alle loro controparti maschili. Inoltre, secondo stime nazionali ugandesi del 2017, una recente violenza del partner sessuale è stata riportata dal 15,5% delle donne di età inferiore ai 24 anni, e l'esposizione alla violenza è stata collegata sia all'aumento del rischio di acquisizione dell'HIV che alla ridotta capacità di negoziare forme di sesso non a rischio di trasmissione sessuale. Complessivamente, questi fattori contribuiscono a ridurre il potere individuale delle donne sul loro stato di salute».
La collaborazione tra l’Università Cattolica, il Comboni Samaritans Health Center e “To Get There” ha recentemente condotto alla ristrutturazione del centro clinico, particolarmente dedicato a Papa Francesco anche con la nuova denominazione Comboni Samaritans Health Center “Pope Francis”, e all’istituzione di un Ambulatorio per la Salute della Donna ove sono assicurate la prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse, lo screening per il cancro della cervice e del seno, l'assistenza psicologica per la violenza di genere. Per tale occasione, e come riconoscimento alle attività svolte, Papa Francesco sabato 4 marzo ha ricevuto in udienza privata le dottoresse Antonella Cingolani e Katleen de Gaetano Donati insieme al Presidente di “To Get There” dottor Massimo Leonardelli.