NEWS | Analisi

Perché insistere sulla via degli Eurobond

17 giugno 2021

Perché insistere sulla via degli Eurobond

Condividi su:

Pubblichiamo la prima parte dell’articolo che il professor Alberto Quadrio Curzio ha scritto per il Blog di Huffingtonpost. È un commento a caldo sull’esordio degli Eurobond emessi dalla Commissione euroepa per finanziare il Next Generation Eu. Secondo l’economista questa emissione - il cui successo è strettamente legato all’attuazione del Next Generation Eu e dei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza - rappresenterebbe anche un importante passo avanti nel completamento dell’euro e della politica monetaria della Bce. A tal fine è necessario che si diano almeno due condizioni: la prima è che siano costituite delle garanzie auree agli Eurobond; la seconda condizione è che il bilancio della Ue sia alimentato con risorse proprie


Martedì 15 giugno c’è stato un esordio emblematicamente importante degli Eurobond (termine tuttora usato con cautela, perché non da tutti gradito) emessi dalla Commissione europea per finanziare il Next Generation Eu con all’interno il programma di ripresa e resilienza della Ue. Personalmente vedo avviarsi un progetto di lungo andare che fu prefigurato da Jacques Delors, sia pure sommariamente, nel 1993 e che ebbe poi contributi di molti altri. Un riesame di questi contributi lungo almeno 25 anni si trova nel mio saggio “Eurobond for EMU Stability and Structural Growth” (2017). Mi sia consentito di richiamare qui, con diverse impostazioni, quello di Prodi con il sottoscritto e quello di Juncker e Tremonti.

Ciò detto, credo che sia troppo presto per celebrare questa emissione come un successo storico nella politica economica della Ue e nel suo percorso di affiancamento dell’euro con emissioni ampie e durevoli di Eurobond simili ai Treasury Usa. Perché il tutto non è ancora collocato in una solida politica di bilancio europeo dotata di risorse proprie. Inoltre, come ho argomentato di recente su queste colonne (29 maggio e 7 giugno) le opposizioni “alla Schäuble” saranno tenaci. Esaminiamo qui il tema sotto due profili: quello della attualità, quello dei problemi e delle potenzialità.

Eurobond: un primo passo

La Commissione europea ha collocato 20 miliardi di euro con scadenza decennale tramite un sindacato di banche per avviare i finanziamenti del Programma di Ripresa e Resilienza Europeo. La domanda è stata pari a 142 miliardi, che è il secondo record segnato in pochi mesi dalla Ue con la prima dei SureBond fatta in ottobre ed ora arrivata a 90 miliardi. I tassi degli Eurobond di ieri sono stati molto vicini allo zero (0,06%) e quindi un po’ più alti di quelli sui bund tedeschi che sono negativi. Aspetto questo non rilevante, perché l’esordio di un titolo con rating Tripla A per finanziare un programma in fase di avvio per riforme e investimenti strutturali dei Paesi Ue non è come comperare un rodatissimo Bund. Una analisi comparata sulle emissioni e sui tassi sarà presentata su Huffpost nei prossimi giorni da Attilio Bertini, con il quale ho discusso.


[continua a leggere su Huffingtonpost]

 

Professore emerito di Economia politica

Alberto Quadrio Curzio

Alberto Quadrio Curzio

Condividi su:

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti