Per riconoscere le situazioni di violenza contro persone adulte e anziani fragili servono una formazione specifica per gli assistenti sociale e una maggior collaborazione tra i diversi Servizi e le comunità territoriali.
Sono queste le riflessioni emerse dalla ricerca Violenza contro adulti e anziani fragili nei territori bresciani: come la affrontano i Servizi sociali, realizzata dal Centro di ricerca Relational Social Work, con il coordinamento di Elena Cabiati e Francesca Corradini e presentata giovedì 20 febbraio nel campus di Mompiano.
«La ricerca - spiega Francesca Corradini - ha studiato il tema della violenza contro adulti e anziani fragili nella prospettiva del Social work. Il tema risulta poco esplorato nell’ambito dei Servizi sociali in Italia. Ma il fenomeno è rilevante: i dati dell’OMS (2022) ci dicono che una persona anziana su sei ogni anno sperimenta una qualche forma di violenza e che le persone adulte con disabilità, specialmente con disabilità intellettiva, hanno maggiori probabilità delle altre di subire atti di violenza. Nonostante la rilevanza del fenomeno, in Italia non si dispone di dati e, a differenza di altri Paesi europei, in Italia non esiste una normativa specifica né servizi appositamente dedicati alla protezione di persone adulte o anziane fragili che subiscono violenza e questo elemento incide sull’operato dei Servizi sociali e sociosanitari».
Lo studio ha coinvolto cinquanta assistenti sociali di Brescia e provincia con lo scopo di capire quanto i servizi sociali territoriali riconoscano le situazioni di violenza contro persone adulte e anziane fragili, quali interventi propongono, su quali risorse e competenze si basano. I risultati della ricerca hanno restituito un quadro complesso, in cui è evidente come le situazioni di violenza, nella maggior parte dei casi, avvengano all’interno di relazioni familiari di cura, in cui le necessità della persona non autosufficiente si intrecciano con problematiche personali dei familiari caregiver.
Intervenire in queste situazioni, secondo le assistenti sociali intervistate, risulta molto difficile, data anche l’assenza di linee guida o protocolli operativi e l’inadeguatezza delle risorse disponibili. Dalla ricerca sono emerse anche possibili indicazioni per migliorare la capacità dei servizi sociali di intercettare e contrastare situazioni di violenza: prime fra tutte la formazione specifica dei professionisti su queste tematiche e la promozione di percorsi di collaborazione tra i diversi Servizi e con le comunità territoriali.