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Violenza su adulti e anziani fragili: il punto di vista dei servizi sociali bresciani

03 aprile 2024

Violenza su adulti e anziani fragili: il punto di vista dei servizi sociali bresciani

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Delicato e importante, poco discusso eppure assai noto tra gli addetti del settore dei servizi sociali, il tema della violenza perpetrata nei confronti di adulti e anziani in condizione di fragilità è stato oggetto di uno studio – pionieristico in Italia – condotto dal Centro di ricerca Relational social work e dal Dipartimento di Sociologia dell'Università Cattolica, sede di Brescia.

I risultati della ricerca “Violenza contro adulti e anziani fragili nei territori bresciani: come la affrontano i servizi sociali” contribuiranno a creare la pratica operativa e la progettazione dei Servizi sociali e saranno illustrati venerdì 5 aprile nel Campus di Mompiano (Aula 2, ore 14.00-17.00 - via Garzetta 48).

La direzione scientifica del progetto è affidata alla professoressa Elena Cabiati, in collaborazione con la dott.ssa Francesca Corradini, docenti nel corso di laurea magistrale in Lavoro sociale e coordinamento di servizi per immigrazione, povertà e non auto-sufficienza.

Hanno collaborato cinque ricercatrici assistenti sociali: Clara Bertoglio, Francesca Cirillo, Silvia Clementi, Laura Pinto, Claudia Zanchetta

Lo studio è stato realizzato in collaborazione con i servizi sociali di Brescia e provincia e ha riguardato tre categorie di persone: gli anziani, gli individui con disabilità e quelli in possesso di background migratorio. 

Hanno aderito coordinatori dei servizi sociali comunali e gli assistenti sociali di Valle Trompia, Garda, Bassa Bresciana Orientale, Bassa Bresciana Centrale, Brescia Ovest, Valle Sabbia, Brescia città (per un totale di 107 enti).
Tra giugno e ottobre 2023 sono state intervistate 53 assistenti sociali e 5 coordinatori/coordinatrici di servizio.

La fotografia è quella di un fenomeno in crescita, dove a prevalere sono situazioni di trascuratezza e di violenza economica.

La maggior parte delle situazioni riguarda persone anziane o, in misura minore, adulte con disabilità fisiche o cognitive, che vivono con un caregiver (prevalentemente figlio/a, o coniuge) con problemi di dipendenza o di salute mentale. 

Nei casi di individui raggirati da amici, parenti e conoscenti e costretti a lasciare loro denaro, beni, o l’abitazione, l’intervento dei servizi risulta molto difficile, perché le vittime risultano consenzienti. 

Residuale è invece la descrizione di situazioni relative a persone adulte con background migratorio, anche se in alcuni casi la condizione di migrante è associata a quella di persona adulta con disabilità. 

Tra le criticità evidenziate dalla ricerca spicca la difficoltà, per le persone fragili, nel riconoscere le forme di violenza di cui sono o sono state vittime, normalizzando condotte attive o omissive che provocano danni psicofisici.

Anche nei casi di vittime consapevoli della situazione, la richiesta d’aiuto è molto rara (impossibile la denuncia) per timore di essere allontanati dalla propria abitazione e dall’ambiente di vita. Sono presenti sentimenti di vergogna, sensi di colpa, paura. 

Ne emerge un quadro in cui gli assistenti sociali incontrano difficoltà nella gestione di situazioni che rientrano nell’area di competenza di servizi differenti dalla salute mentale alla non autosufficienza e dipendenze. 

Non basta quindi il rafforzamento di competenze individuali come la capacità di ascolto ed il mantenimento di un atteggiamento non giudicante. Per individuare situazioni di violenza e definire percorsi d’aiuto efficaci serve un approccio multidisciplinare e singercico tra servizi sociali, sanitari e forze dell’ordine. 

Il seminario di venerdì 5 aprile anticipa i risultati che saranno presentati all’European Conference for Social Work Research 2024 in programma a Vilnius (Lituania).

Un articolo di

Bianca Martinelli

Bianca Martinelli

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