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Pnrr, adesso è il tempo della governance

08 giugno 2021

Pnrr, adesso è il tempo della governance

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«Dobbiamo essere pronti a cogliere le opportunità schiuse da questa iniezione di energia». Lo ha detto il rettore Franco Anelli aprendo l’evento promosso lunedì 7 giugno dal RecoveryLab, dedicato a Pnrr: scenari di crescita e riforme e al quale è intervenuto il professor Marco Leonardi, Capo del Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica (Dipe) presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

L’appello del rettore Anelli chiama in causa il ruolo cruciale giocato dalle riforme «di contesto», necessarie a rendere il Paese pronto per le sfide poste dal Next Generation EU e dal Pnrr Italia: in una battuta, a riscriverne l’ecosistema. Come ha ricordato la docente di Diritto amministrativo Barbara Boschetti - che con Emanuele Vendramini, docente di International Affairs, ha coordinato i lavori del webinar - gli scenari di crescita attesi in termini di impatto sul Pil dipendono dall’efficienza degli investimenti e, in ultima battuta, dall’efficienza della pubblica amministrazione, misurabile in tempi di esecuzione, efficacia degli investimenti, maggiore capacità decisionale e operativa, minori oneri per le imprese, maggiore competitività.

Secondo Emanuele Vendramini il Pnrr «ci offre la possibilità di affrontare il tema della competitività in una logica di collaborazione tra imprese e pubbliche amministrazioni. Non è più il tempo di interrogarci se la pa ha un ruolo nello sviluppo economico, ma su quale ruolo vogliamo che abbia». La pa deve candidarsi come enabler, facilitatrice, capace di mettere le imprese nelle condizioni migliori possibile, di liberare energia. Questo cambiamento di ruolo deve passare per una vera e propria rivoluzione delle competenze, a partire dai dirigenti pubblici, anche a livello Locale. I comuni, infatti, sono e saranno chiamati a svolgere un ruolo centrale.

Stimolato sulle riforme in atto, Marco Leonardi ha sottolineato come si stiano mettendo a punto i decreti fondamentali per l’attuazione del Pnrr, a partire da quello, già approvato, su governance e semplificazioni, per arrivare a quello in fase di scrittura, sul reclutamento. La governance, ha detto Leonardi, è «politica e flessibile, questo è inevitabile», data la varietà dei temi, delle missioni e delle componenti del Pnrr. La cabina di regia può così essere descritta «come un consiglio dei ministri a composizione variabile». Il tempo della governance del Pnrr, ha ricordato Leonardi, è adesso: non appena messi a disposizione i fondi, i ministeri dovranno infatti iniziare a seguire i progetti. I comuni avranno nelle proprie mani una grande parte delle risorse e avranno la possibilità di assumere risorse a termine da liste predefinite, per essere pronti alla sfida.

Fondamentale, in questa architettura complessa, anche il ruolo di altri due comitati interministeriali, oltre al Comitato Interministeriale per la transizione ecologica (Cipe) e quello per la digitalizzazione, che svolgeranno un’importante funzione di filtro in relazioni ai nodi non risolti attraverso la semplificazione delle procedure.

Un ultimo commento Leonardi lo ha dedicato alle riforme di accompagnamento al piano (fisco, famiglia e lavoro tra le molte): diversamente dal solito, essendo previsto un impegno di spesa, queste divengono più facili. Quali e quante riforme si riuscirà a fare dipende dall’orizzonte del governo e dalla solidità del Parlamento. È certo che, su questo fronte, ci sarà una contrattazione continua con la Commissione europea.

 

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Redazione

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