Due campus, tre incontri, dieci relatori, un libro e tanti studenti, in presenza e da remoto, attenti e desiderosi di conoscere, approfondire, capire. A un mese dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia l’Università Cattolica ha dedicato l’intera giornata di mercoledì 23 marzo a tre momenti di riflessione e analisi sul conflitto in corso.
Ad aprire la giornata, nell’Aula Magna di largo Gemelli, è stata Mara Morini, autrice del libro “La Russia di Putin” (ed. Il Mulino). L’incontro, promosso da Polidemos - Centro per lo studio della democrazia e dei mutamenti politici, è stato introdotto dal professor Damiano Palano, direttore del Dipartimento di Scienze politiche: «La guerra – ha detto – non è solo uno scontro tra due paesi ma anche tra i regimi autocratici e democratici. Tuttavia, non dobbiamo commettere l’errore di contrapporli seguendo gli schemi della Guerra Fredda perché la Russia non è l’Urss e non rappresenta per il mondo quello che al tempo era l’Unione Sovietica. È necessario aggiornare le nostre categorie».
Un compito svolto grazie al contributo di Mara Morini, docente dell’Università di Genova e editorialista del quotidiano Domani, che ha ricordato il percorso intrapreso da Vladimir Putin in questi anni. «Con la legge sui partiti, il movimento dominante ha la possibilità, attraverso una fitta rete di vincoli procedurali e burocratici, di mantenere il controllo. Senza contare che il partito del Presidente, Russia Unita, è divenuta maggioranza assoluta grazie a brogli come accaduto nell’ultima tornata elettorale del 2021. Un potere estremamente centralizzato perché, con il pretesto della lotta al terrorismo interno, specie in Cecenia, Putin, grazie ad alcune modifiche para-costituzionali, ha tolto l’autonomia ai governatori delle varie repubbliche della federazione russa che lo avevano ottenuto da Eltsin».