Adesso quel percorso si è concluso con un secondo 110 e lode e con un lavoro in un’azienda milanese che si occupa di cyber security, grazie allo stage procurato dal relatore della sua tesi, il professor Enrico Barbierato, e dal professor Daniele Tessera.
Al fianco di Kateryna, il giorno della laurea, per quelle coincidenze della storia che forse sono grazia, un ragazzo russo, con accanto moglie e figlioletta. Maksim ha lasciato la Russia per frequentare il corso della Cattolica, mentre lavorava a distanza per un’azienda del suo Paese. Ora che si è laureato, anche lui con il massimo dei voti, ha già la proposta di un’impresa milanese e, perfezionando il suo italiano, racconta la felicità di rimanere a vivere in Italia. Kateryna e Maksim, che hanno scambiato le prime parole in inglese, perché lui non voleva ferire la sua nuova amica costringendola a parlare in russo, ora possono parlare in varie lingue, non ultima l’italiano, perché studiare insieme ha permesso di accorciare le distanze e di tenere la guerra, che crea il nemico, lontano dalla loro vita in Italia. Anche perché dove c’è la guerra, come dice la neolaureata ucraina, «non vivi, ma esisti».