«Stiamo assistendo ad una brutalità di crimini, con distruzioni, torture anche ai civili e deportazione di bambini. L’invasione russa dell’Ucraina e le annessioni territoriali operate rappresentano una grave violazione del diritto internazionale, che riguarda tutto il mondo libero e non solo l’Ucraina». Con queste parole il Console generale dell’Ucraina in Italia Andrii Kartysh è entrato nel vivo degli argomenti affrontati nel volume del professor Vincenzo Cesareo, "La guerra nel cuore dell’Europa. La grande fuga di persone e il rischio di un nuovo scontro di civiltà (Fondazione ISMU)", presentato martedì 6 giugno presso la Sala Negri da Oleggio.
Alle sue parole hanno fatto eco quelle giunte direttamente da Kiev, grazie ad un video collegamento con Andrei Zagorosky, a capo della Commissione per i diritti umani del Parlamento ucraino, il quale ha auspicato che il libro del professor Cesareo possa essere di aiuto nella comprensione di tale drammatica vicenda.
Del resto, questo volume, secondo le parole di Giancarlo Rovati, docente di Sociologia, «è molto di più di un libro, rappresenta una attestazione di solidarietà e vicinanza al martoriato popolo ucraino, è un libro scritto per non dimenticare. La guerra è sofferenza, morte, lotta e il Diritto internazionale è per la giustizia e la libertà dei popoli. In questa guerra abbiamo sottovalutato il disegno egemonico di Putin e le sirene dell’economia da lui utilizzate».
Sulla stessa scia l’intervento di Marcello Flores, già docente di Storia comparata e Storia dei diritti umani presso l’Università degli Studi di Siena, per il quale «il libro del professor Cesareo colma un vuoto nella pubblicistica italiana sulla guerra in Ucraina e sollecita ad occuparsene indicando prospettive attuali e anche future». Entrando nel merito del volume ha evidenziato che «la paura di Putin è che vi siano processi di democratizzazione come accaduto in Ucraina nel 2014. Suo obiettivo è l’indebolimento della democrazia che possa essere di ostacolo all’espansionismo russo, ottenuto con una escalation militare e tramite lo scontro di civiltà. In questo contesto l’Europa deve rappresentare un punto di riferimento che può far ben sperare chi lotta per la libertà».
Sull’indebolimento della democrazia nel mondo e in Europa e sugli obiettivi di Putin si è pronunciato l’autore Vincenzo Cesareo, professore emerito di Sociologia e segretario generale di Fondazione ISMU. Partendo dall’aggressione russa, ne ha esaminato le implicazioni con un approccio sociologico e una attenzione multidisciplinare, illustrando con l’ausilio delle norme internazionali la grave violazione, molto più di altre, rappresentata dall'invasione di uno Stato sovrano e democratico, e declinando l’esame del contesto bellico alla luce delle tre categorie di persona, libertà e responsabilità, nella distinzione tra fatti e opinioni.
Nel "progetto imperiale" vi sono le motivazioni del conflitto, con vari eventi quali la mobilità umana causata dall'attacco russo. «Tra i rischi connessi alla guerra c’è la possibilità che tale aggressione scivoli nell'oblio e che si profili un nuovo "scontro di civiltà", sempre più apertamente perseguito da Putin contro l'Occidente. Proprio per evitare tali pericoli è indispensabile coltivare la memoria dell'attacco inferto all'Ucraina e, con essa, alla democrazia, auspicando che si raggiunga presto una pace che garantisca la libertà del popolo ucraino».
Il minuto di silenzio, con il quale si sono volute ricordare le vittime di questa guerra, ha coinvolto il pubblico presente ed è risultato un momento di speranza per una soluzione rapida del conflitto senza altre vittime, distruzioni, violazioni della dignità umana.