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Sanremo, lì dove tutto accade

18 febbraio 2025

Sanremo, lì dove tutto accade

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Per la redazione di Magzine questo Festival è stata un’esperienza decisamente intensa. Ad essere impegnati non sono stati solo i quattro inviati nella riviera dei fiori, ma anche i futuri giornalisti che da Milano hanno contribuito a far funzionare la macchina organizzativa per tutta la settimana. Ilenia Cavaliere e Riccardo Panzeri, coordinatori del lavoro, hanno fatto sì che la programmazione fosse studiata di giorno in giorno in modo che sui canali social, sul magazine digitale e sugli altri canali ci fossero sempre contenuti di aggiornamento sul Festival e sketch originali con i protagonisti della kermesse. Un lavoro che li ha occupati per tutta la durata di Sanremo, e perennemente in contatto sia con il gruppo di inviati che con la task force milanese.

Nonostante il grande sforzo, i ragazzi, come ci conferma Riccardo, hanno imparato molto da questa esperienza: «Penso che il Festival abbia dato la possibilità di comprendere ancora di più cosa voglia dire lavorare in una redazione. Il lavoro di squadra è stato fondamentale, così come la comunicazione tra chi era a Milano e chi, invece, sul campo a Sanremo: ci sentivamo a ogni ora del giorno. Credo che, alla fine, sia stata un’esperienza arricchente per tutti».

Dello stesso parere è anche Ilenia, che sembra aver davvero preso a cuore questo ruolo e il gruppo con cui ha lavorato: «Mi piace pensare a questa esperienza di coordinamento come un viaggio in mare. Sanremo è un mondo a sé, un universo che si può vivere in infiniti modi, con sguardi e consapevolezze sempre diverse. L’anno scorso ero nella sala stampa, quest’anno dietro le quinte della redazione della Scuola di giornalismo, con il compito di guidare una squadra insieme al mio collega Riccardo. Il coordinamento è un processo che si evolve di settimana in settimana: si parte dalla costruzione del piano editoriale dove l’unica certezza è l’imprevedibile, fino alla gestione delle attività dei 4 inviati a cui bisogna garantire supporto continuo. Il tutto senza appesantire il lavoro del team di redazione, composto da oltre 15 persone. Il rischio di imbarcare acqua c’è, è inevitabile. Lo stress si fa sentire, ma il segreto è sapersi redistribuire, mantenendo la rotta senza mai perdere l’equilibrio. Ma più di tutto, ciò che ha reso speciale questo viaggio è stato accompagnare quattro colleghi che hanno vissuto Sanremo per la prima volta. Sapere di aver contribuito, nel mio piccolo, a rendere questa esperienza unica per loro è impagabile. Ora siamo arrivati in porto. E guardandomi indietro, posso dire che questa traversata, con questi compagni, è stata semplicemente straordinaria».

Mentre Maria Gomiero e Giulia Venini si sono occupate di gestire e realizzare tutta la parte social con reel originali e post su Instagram, Ginevra Gori e Pietro Lupi hanno pensato e scritto degli articoli di accompagnamento che potessero dare ulteriore colore al resto della programmazione.

Secondo Ginevra, è stato molto simile a vivere l’esperienza in prima persona: «Non credevo che quest’anno sarei andata a Sanremo e infatti non è stato così. Ma in qualche modo mi è sembrato comunque di essere lì anche se in un’atmosfera decisamente meno patinata. Occuparsi del Festival da Milano dopo averlo seguito da Sanremo è stata l’occasione per capire qual era stato davvero il lavoro dei nostri colleghi in redazione lo scorso anno e osservare dall’esterno anche quella che era stata la nostra esperienza là. Ma è stato bello anche scoprire come la nostra città, nonostante sia lontana dalla riviera ligure, durante il Festival si animi di eventi, occasioni e iniziative».

Le fa eco Pietro, che aggiunge: «La parte più affascinante dell’esperienza fatta in questa settimana è stata capire che abbiamo seguito un evento che coinvolge tutti in maniera maniacale, sembra che tutti siano proiettati con la mente sempre e solo a Sanremo, e avere la possibilità di raccontare e informare le persone è sempre molto gratificante. Per quanto riguarda la mia redazione, penso che abbiamo dimostrato ancora una volta a noi stessi che lavorando in armonia e amicizia siamo in grado di realizzare un prodotto davvero emozionante e originale».

Parole e sentimenti che riassumono anche le impressioni dei “fantastici quattro” sbarcati nella città dei fiori per l’occasione. Una squadra tutta al maschile, composta da due coppie di appassionati praticanti che hanno realizzato un sogno raccontando il Festival sul campo. Ad arricchire la loro esperienza, insieme alla prospettiva inedita, un anno di lavoro in redazione già alle spalle. E la possibilità di incarnarsi nelle quattro identità create grazie alla collaborazione con UpTv per dare vita ai contenuti video sui retroscena della manifestazione. Non semplici personaggi, ma ruoli studiati secondo inclinazioni e personalità dei nostri eroi per esaltarne le qualità e alleggerire la stanchezza del tour de force.

«Abbiamo dormito in media meno di tre ore a notte. Ma sono molto felice e orgoglioso del lavoro che abbiamo svolto» confessa Leonardo Mochi, il dandy tutto eleganza e divertimento alla scoperta del lato più mondano di Sanremo. «Quello che mi ha fatto più piacere però è stata la collaborazione tra noi qui e la redazione milanese, di cui abbiamo sentito ogni giorno il supporto e la presenza fondamentali» tiene a precisare Leonardo ringraziando i colleghi rimasti “dietro le quinte”. L’appoggio del team da casa si è rivelata anche stavolta un elemento imprescindibile per la buona riuscita della produzione.

Una filiera quotidiana fatta di piccoli appuntamenti ricorrenti prima della diretta in sala stampa, come spiega Andrea Segalini, il “crock” memoria storica di tutte le 75 edizioni nonostante la giovane età: «La routine è serrata. Sveglia con la radio per il nostro podcast “Colazione a Sanremo”, che è stato molto divertente da realizzare, anche se scriverlo svegliandosi all’alba è piuttosto faticoso. Poi le nostre pagelle, gli articoli collaterali, collegamenti e servizi tv, speciale gr». Per Andrea, il momento più alto è stato probabilmente riuscire a intervistare il suo idolo Marino Bartoletti.

Per qualcun altro, trovarsi davanti all’Ariston e respirare quell’atmosfera unica ha avuto un significato speciale. «La cosa che mi ha emozionato di più è stato fare l’inviato in collegamento davanti al teatro. L’avevo promesso ai miei nonni quando ero piccolo e guardavamo il festival assieme. Spero di averli resi contenti» dice quasi commosso Luciano Simbolo, il detective che ha sempre un personaggio in testa da intervistare, messo però a dura prova - come i compagni - da orari impossibili. «Raramente nella mia vita mi era capitato di dormire così poco per cinque giorni di fila ma alla fine ti abitui. Mi sono ritrovato ad essere fuori dal mondo e a dover chiedere ai miei colleghi cosa fosse successo anche per quanto riguarda ciò che seguo di più, lo sport» racconta.

A contendergli il titolo ci ha provato il quarto componente della squadra, Andrea Florenzano, il “musicista fallito” ma esperto del settore che ha speso gran parte delle sue energie nella ricerca degli addetti ai lavori. Come svela lui stesso: «Io mi sono occupato in questi giorni di provare a intercettare musicisti e non solo. Ho imparato molto e il momento pi bello è stata la chiacchierata con il direttore d’orchestra che segue Achille Lauro, Rose Villain e Lucio Corsi quest’anno. Oltre all’intervista infatti siamo riusciti a parlare anche di molto altro. E l’incontro con Peppe Vessicchio ed Enrico Melozzi. È stato tutto bello».

Motivazioni e ambizioni diverse, ma la stessa emozione di ritrovarsi a muovere i primi passi della propria carriera lì dove tutto accade, nella settimana più importante per il costume italiano. E una sola certezza, espressa da tutti: «È l’unione che fa la forza».

Un articolo di

Ginevra Gori e Pietro Lupi

Ginevra Gori e Pietro Lupi

Scuola di Giornalismo

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