05 agosto 2022
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Il Cammino di Santiago, in questo tempo sinodale della Chiesa, costituisce una preziosa occasione di riflessione sulla vita personale e sul nostro tempo.
Per questo motivo, il Centro pastorale dell'Università Cattolica, in concomitanza di questo importante momento, ha organizzato, nell'Anno santo giacobeo, un pellegrinaggio a piedi in lungo il celebre Camino. Nove tappe, da Cebreiro a Finisterre, in cui gli studenti dell'Università Cattolica, insieme a docenti, personale amministrativo e assistenti spirituali, percorreranno oltre 150 km passando per Triacastela, Sarria, Portomarin, Palas de Rei, Arzua, Arca e Armenal. I partecipanti saranno 55 (34 della sede di Milano e 21 di quella di Roma) e con loro, in cammino, ci sarà anche monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale di Ateneo.
«Per rappresentare la condizione umana - come si spiega nella presentazione del pellegrinaggio - nel Medioevo era usata la figura dell’homo viator, un viandante, un viaggiatore in cammino verso la sua vera dimora, la Patria celeste. L’homo errans, invece, è l’uomo in preda a un perpetuo agitarsi, sfrenato e intemperante. È l’uomo contemporaneo, senza strada né orientamento, l’uomo che ha smarrito i sentieri dello spirito e rischia di perdersi nel caos della materialità e negli affanni del vivere quotidiano. L’homo viator è l’uomo che segue una via, un sentiero spirituale, che non si stanca mai di cercare e punta a mete sempre più alte».
Il cammino di Santiago «aiuta a rileggere la nostra vita; a respirare i profumi dell’esistenza; a discernere i sentimenti e i desideri; a cercare la meta più alta e più bella; a vivere il silenzio e il dialogo fraterno; ad esortarci e sostenerci a vicenda, a camminare alzando lo sguardo alla stella polare che è Cristo “Via, Verità, Vita” (Gv 14,6)».
Photo by Jon Tyson e Victoriano Izquierdo on Unsplash
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