NEWS | Roma

Sessant'anni passati, guardando al futuro

11 luglio 2024

Sessant'anni passati, guardando al futuro

Condividi su:

L'intervento del Presidente della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Avv. Carlo Fratta Pasini, in occasione dell'udienza al Quirinale per il 60° anniversario della nascita del Policlinico.


Signor Presidente della Repubblica,

è con commossa gratitudine che Le esprimo, a nome della grande comunità della Fondazione Policlinico Agostino Gemelli di Roma, il nostro ringraziamento per averci concesso questa udienza in occasione dei sessant’anni dall’avvio delle attività dell’Ospedale, inaugurato proprio il 10 luglio dell’anno 1964.

Lunga e travagliata fu la sua genesi. Padre Agostino Gemelli, tenace fondatore dell’Università dei Cattolici, in Milano, aveva fin da subito coltivato il progetto di completarla con una facoltà di medicina e chirurgia, immaginandola però in Roma. Dalle autorità ecclesiastiche di allora, con il costante sostegno della Beata Armida Barelli, ottenne a tale scopo la donazione, a favore dell’Istituto Toniolo, ente promotore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, di una vasta e selvaggia proprietà, di circa 37 ettari, sita tra la Pineta Sacchetti e il Forte Trionfale, allora solo lambita dal perimetro urbano.

Per tentare di aggirare le resistenze del Governo e degli ambienti accademici di allora, la nuova Facoltà avrebbe dovuto nell’originaria proposta di Padre Gemelli, formare medici destinati alle sole attività missionarie della Chiesa, lasciando quindi allo Stato ed alle sue Università il monopolio della formazione della classe medica.

Nonostante l’accorgimento, la Facoltà non vide la luce, se non dopo alcuni decenni, nel clima fervido e positivo della ricostruzione post bellica e del cosiddetto “miracolo economico”.

In pochi anni, con l’ausilio di generosi aiuti pubblici, il selvaggio vallone si trasformò in un moderno campus universitario, arricchito dalla presenza di un grande policlinico.

Le attività didattiche ebbero avvio nel 1961, quelle cliniche tre anni dopo, e nel giro di pochissimo tempo il Gemelli divenne polo sanitario di riferimento per la città di Roma e, via via, per la regione Lazio e per tutto il Centro-Sud.

Attualmente lavorano al Gemelli oltre 5600 persone, per più dell’80% medici e personale sanitario, organizzati in 8 dipartimenti, 93 UOC e 134 UOS, le quali coprono praticamente quasi tutte le specializzazioni didattiche e le patologie sanitarie.

Dal punto di vista delle attrezzature il Policlinico è dotato di 57 sale operatorie chirurgiche, tecnologicamente avanzate, 8 robot chirurgici e diverse centinaia di apparecchiature tecnologiche.

Da circa due anni al Policlinico Gemelli si è aggiunto l’Ospedale Gemelli all’Isola Tiberina, un antichissimo presidio ospedaliero, che la Santa Sede e La Fondazione Leonardo Del Vecchio hanno affidato in gestione alla Fondazione Gemelli per un lungo periodo, e che sta dando rapidi e significativi risultati, avvicinando, per così dire, il Gemelli al cuore della città di Roma.

Significativa anche l’attivazione nel contesto e per la durata della recente Pandemia di una struttura ospedaliera (l’ex presidio “Columbus”) dedicata esclusivamente ai malati Covid 19, che ha consentito di affrontare al meglio l’emergenza nella città di Roma e di mantenere pressoché inalterati, da parte del Policlinico, i livelli delle attività terapeutiche e chirurgiche nei confronti delle altre patologie, anche durante l’emergenza pandemica.

Dal punto di vista giuridico, il Policlinico Gemelli, è stato da circa dieci anni scorporato in una Fondazione di diritto Civile, quindi un ente no profit, che vede quali fondatori l’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Istituto Toniolo.

Guardando a quest’ultimo periodo, tutte le attività affidate al Policlinico Gemelli si presentano in forte e costante crescita. Quella di supporto alla didattica universitaria è chiamata ad assecondare il recente aumento del numero degli studenti di medicina e in prospettiva degli specializzandi a fronte della decisione della Facoltà di aumentare il numero degli studenti ammessi al primo  anno del Corso di laurea in Medicina e chirurgia da 360 a 480 e di implementare nuovi corsi di laurea interdisciplinari (quale il Corso di laurea in Medicina e chirurgia a indirizzo tecnologico, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Industriale, Elettronica e Meccanica dell'Università Roma Tre) o internazionali (quale il double degree con la Jefferson University di Filadelfia).

Quanto alle attività di ricerca, esse sono chiamate a rispondere oltre che alla domanda delle industrie farmaceutiche anche agli stimoli finanziari derivati dal P.N.R.R., che hanno visto il nostro IRCSS premiato come il soggetto promotore o co-promotore del più numeroso blocco di progetti ammessi al finanziamento pubblico.

Quanto alla principale delle attività, quella clinica, essa vede una continua crescita delle dotazioni tecnologiche, dei servizi ambulatoriali e delle prestazioni sanitarie e chirurgiche, in particolare di quelle a più alta complessità. Qualche numero può essere qui utilmente ricordato.

Nel corso dell’ultimo anno al Policlinico Gemelli sono stati dimessi quasi 100.000 pazienti, effettuati circa 91.500 interventi chirurgici, di cui quasi 300 trapianti. Oltre 70.000 gli accessi al P.S., 11.2 milioni le prestazioni ambulatoriali, di cui oltre 700.000 quelle a favore di quasi 60.000 pazienti oncologici. Al Gemelli fanno capo circa 1/5 delle prestazioni sanitarie della regione Lazio, in particolare di quelle a più alta complessità, mentre più di 1/5 dei pazienti trattati proviene da fuori Regione.

Particolarmente significativo appare il fatto che la gestione delle complessità e della crescita non sia andata a discapito della qualità e dell’appropriatezza delle cure.

L’autorevole rivista Newsweek ha attribuito al Gemelli il primo posto tra gli ospedali italiani nel ranking pubblicato, anno per anno, relativo al quadriennio 2021-2024, con un posizionamento a livello mondiale che è migliorato dal quarantacinquesimo posto all’attuale trentacinquesimo.

Anche la certificazione rilasciata dalla Joint Commission International al Gemelli (al momento unico policlinico nazionale ad averla ottenuta) è stata recentissimamente confermata con lusinghieri apprezzamenti.

Ciò che accade al Gemelli ogni giorno, in quella che Papa Francesco ha definito “la città del dolore e del sollievo”, è dunque un quotidiano, piccolo e faticoso miracolo, che continua a ripetersi nonostante le difficoltà legate alla recente impennata dei costi lo rendano sempre più difficile e pesante.

Ai nostri collaboratori siamo costretti a chiedere sempre maggior dedizione ed operosità; talvolta veri e propri sforzi e sacrifici, che vengono puntualmente e generosamente profusi, da persone professionali e competenti, che trovano nella cura, nell’occupazione e nella preoccupazione per gli ammalati non solo il proprio lavoro, ma il senso della propria esistenza. A costoro il Policlinico tutto deve, ma ben poco può riconoscere e dare, a fronte di corrispettivi pubblici, i cosiddetti DRG, “congelati”, da oltre dodici anni.

Non ci soccorre, ma semmai ci penalizza, una sorta di ormai consolidata miopia normativa, la quale:

  1. “paga” agli Ospedali convenzionati le prestazioni rese agli utenti SSN, indipendentemente dalla loro qualità e/o dalla loro vera e propria eccellenza;
  2. non distingue tra i soggetti privati convenzionati, quelli non profit da quelli profit;
  3. non riconosce quei soggetti privati non profit, che come il Gemelli, curano tutto a tutti, al pari degli Ospedali Pubblici e quei soggetti profit che invece posizionano opportunisticamente i propri servizi solo laddove i corrispettivi pubblici riconoscano sufficienti marginalità;
  4. non si avvede dello “svantaggio” che già ora subiscono le realtà operanti nelle regioni del centro-sud rispetto alle regioni del nord, che da anni riconoscono, ai soggetti privati convenzionati, corrispettivi considerevolmente superiori, pur a fronte delle medesime prestazioni.

In questo contesto il Policlinico Gemelli ha necessariamente e tempestivamente azionato ogni possibile leva per assicurare la propria sostenibilità economico-finanziaria. In primo luogo, abbiamo teso le mani e chiesto sostegno economico finanziario a chi ci era o si mostrava vicino.

Fondamentale è stato ed è il supporto degli Enti fondatori, l’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Istituto Giuseppe Toniolo; fondamentale anche l’aiuto ed il soccorso di tanti soggetti del territorio, in primis la Fondazione Roma, che si sono fatti carico di un costante e benevolo supporto, rendendo possibili investimenti ed aggiornamenti tecnologici altrimenti impossibili; uno fra tutti, il nuovo “Heart Center”, una moderna struttura ospedaliera dedicata alle persone che soffrono di malattie cardiache e/o disfunzioni circolatorie, i cui lavori sono in fase di affidamento proprio in questi giorni.

Voglio peraltro ricordare anche i pazienti e i loro familiari, non solo quelli che gratificano la Fondazione, con il cinque per mille e, o, con generosi lasciti, in vita o in morte, ma anche quelli che, nulla o poco potendo dare, manifestano ai nostri operatori la loro gratitudine e la loro gioia per come sono stati accolti e curati. Un gesto, un grazie, talora anche solo un sorriso possono essere a loro volta un grande sollievo per chi è chiamato a svolgere un’opera talora tanto pesante e gravosa.

In secondo luogo, abbiamo sviluppato in pochi anni l’offerta di servizi sanitari a favore di pazienti no SSN, privati assicurati o solventi diretti, internalizzando e sviluppando tutte le attività prima svolte dal nostro personale medico presso altri operatori privati.

Ne ha beneficiato il bilancio della Fondazione, che si è avvalsa di un modello organizzativo originale, il quale ha consentito di efficientare tutte le attività sanitarie senza inammissibili segmentazioni dei livelli qualitativi terapeutici, in base alla tipologia del paziente, ed alle sue possibilità di spesa.

Signor Presidente della Repubblica Italiana, la storia sessantennale del nostro Policlinico è nata con il miracolo economico ma si presenta tuttora, per quanto esposto dianzi, come un piccolo e quotidiano miracolo sanitario. Esso non sarebbe più, senza la quotidiana fatica dei nostri 5.600 collaboratori, senza la provvida attenzione dall’Alto, che ha caratterizzato la nascita e la successiva affermazione del Gemelli, e senza la coraggiosa decisione del Prof. Franco Anelli, da poco e tanto tragicamente scomparso, che pur a fronte del mancato riconoscimento da parte degli Enti Pubblici di crediti per oltre un miliardo, scelse circa un decennio or sono di non andare verso un agevole salvataggio economico-finanziario dell’Università Cattolica, che comportasse il contestuale sacrificio del Policlinico Gemelli.

La costante fedeltà all’identità cattolica, la coerenza con la visione strategica dell’Università Cattolica, ora affidata con nuovo slancio e rinnovata speranza alla Professoressa Elena Beccalli, lo spirito di servizio verso una grande intrapresa, che tiene insieme didattica, cura e ricerca, la coscienza ed il rispetto della sua assoluta impossedibilità da parte di chiunque, il senso di appartenenza ad una comunità in cammino che aspira a divenire almeno in parte una vera e propria “comunione”, sono e saranno gli strumenti e le chiavi perché questa storia sessantennale, bella e difficile, possa proseguire, come diceva Tucidide: "verso il sempre".

L'intervento di

Carlo Fratta Pasini

Carlo Fratta Pasini

Presidente Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS

Condividi su:

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti