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Sfide e opportunità per le organizzazioni artistiche e culturali: il caso della Boston Symphony Orchestra

15 gennaio 2024

Sfide e opportunità per le organizzazioni artistiche e culturali: il caso della Boston Symphony Orchestra

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Ogni anno il Master Progettare Cultura organizza delle Open lecture con protagonisti della scena internazionale attivi nell'ambito della cultura. L’Open lecture "Sfide e opportunità per le organizzazioni artistiche e culturali: Modelli, Strategie, Audience development", che si è svolta lo scorso 29 novembre, ha visto protagonista Mark Volpe - Ceo della Boston Symphony Orchestra, per oltre vent’anni esempio positivo di leadership a livello internazionale.

Introdotto da Federica Olivares, ideatrice del Master Progettare Cultura e Director International Program in Public e Cultural Diplomacy, l'incontro ha permesso di offrire lo sguardo di chi si occupa a tutto tondo di progettazione culturale in una macchina complessa come la Boston Symphony Orchestra che, oltre ad essere una delle istituzioni culturali principali di Boston, è anche un'ambasciatrice della città nel mondo. Durante l’incontro sono emerse le complessità e le soddisfazioni di guidare un’impresa culturale articolata, tra sfide quotidiane e nuove opportunità di coinvolgimento dei pubblici.

Nel corso del suo lungo mandato Volpe ha incrementato il numero delle tournée in tutto il mondo, si è dedicato ad attività di diplomazia culturale, ha investito ampiamente nella formazione e nella costruzione di nuovi spazi.

Accanto all’Orchestra vera e propria, formatasi nel 1881 e oggi notevolmente ampliata, l’attività della BSO comprende un’offerta di attività differenziate.

Tra le più longeve e di successo c’è Tanglewood, un festival che ha luogo in diversi spazi all’aperto e che registra ogni estate oltre 350mila presenze, nelle otto settimane in cui si svolge.


Alla base di quanto proposto dalla BSO, ha chiarito Volpe, c’è una mission molto salda e partecipata; da una parte la volontà di distinguersi come una delle migliori orchestre al mondo, dall’altra quella di poter garantire questa qualità al maggior numero di persone possibile, senza elitarismi. Da qui la nascita della Boston Pops Orchestra, con un repertorio altrettanto pregevole, ma più popolare.

Il dialogo ha fatto emergere, oltre ai temi di sostenibilità economica-finanziaria e organizzativa di un ente così complesso, anche l'importanza di nutrire nuove generazioni e creare un legame con i nuovi pubblici: «Tra le priorità a cui si continua a dare importanza - ha precisato - c’è l’educazione, tanto che ogni anno sono stanziati dai cinque ai sei milioni di dollari in programmi di formazione. Negli ultimi anni si è inserito anche un altro punto fondamentale, che prima di oggi non compariva esplicitamente tra i nostri obiettivi: il riferimento all’inclusione, all’equità e alla diversità».

Questi temi, emersi naturalmente per la loro importanza e legati a quello della relazione con le comunità di riferimento, hanno permesso di approfondire le politiche di diversity, equity, inclusion adottate internamente dall’organizzazione.

Sono risultati evidenti gli sforzi compiuti dalla BSO per ottenere un ambiente paritario, e ad oggi è prevista una figura, lo Chief Diversity Officer, che non riporta solamente al direttivo ma a tutto lo staff, garantendo che ogni individuo possa sentirsi rappresentato.

Altro focus dell'incontro è stato quello delle strategie messe in atto durante la pandemia, per affrontare gli inevitabili cambiamenti che hanno inciso sulle esibizioni degli artisti e sulle modalità di fruizione del pubblico.

Dopo una prima fase di confronto con le eccellenze mediche statunitensi e la grande incertezza generale, la decisione è stata quella di continuare a creare contenuti streaming e disponibili online; nell’ottica del show must go on i musicisti hanno tenuto viva la musica dalle loro case, registrando performance e sessioni di prove da condividere con la comunità.

Il risultato è stato immediato, con 40mila nuove iscrizioni da più di 80 paesi diversi in un solo mese e il record di cento milioni in donazioni durante il primo anno di pandemia.

Da quel periodo complesso la BSO ha ereditato una nuova consapevolezza dell'uso dei media digitali per raggiungere il pubblico, e uno studio di registrazione sofisticato.

Prima della chiusura, Volpe ha voluto ricordare che gli sforzi fatti durante il periodo pandemico sono stati ripagati: gli esseri umani hanno l’insito bisogno di sentirsi connessi, in particolar modo quando si trovano a fronteggiare situazioni storiche e politiche incerte. La musica, l'arte, la cultura sono sempre state parte della reazione che mettiamo in campo in periodi di difficoltà, e spesso la risposta a momenti di crisi ha permesso di far fiorire livelli artistici altissimi.

Il ruolo delle istituzioni culturali è valorizzare queste capacità delle comunità e garantire costantemente un maggiore accesso a queste risorse, per favorire la coesione e il benessere sociale.

Un articolo di

Rachele Bettinelli

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