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Sostenibilità, le buone pratiche delle imprese bresciane

25 settembre 2024

Sostenibilità, le buone pratiche delle imprese bresciane

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Le aziende bresciane stanno lavorando per rendersi sempre più sostenibili anche se resta ancora parecchia strada da fare.

A dirlo è la seconda edizione dell’Osservatorio Imprese Sostenibili, condotta dal Centro Studi di Confindustria Brescia con l’Osservatorio per il Territorio (OpTer) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e Fondazione Sodalitas.

In particolare, la ricerca ha approfondito il tema legato alla diffusione delle pratiche di sostenibilità nelle imprese manifatturiere bresciane, coinvolgendo complessivamente 245 aziende con 30mila addetti e un fatturato di 16,5 miliardi di euro, soprattutto Pmi metalmeccaniche.

Due le azioni più importanti messe in atto: l’emergenza energetica ha favorito un’accelerazione delle azioni di efficientamento, attuate dal 77% delle imprese bresciane, mentre sul versante sociale l’80% delle aziende del territorio ha introdotto strumenti di conciliazione vita-lavoro: la flessibilità oraria e il lavoro agile emergono come i più diffusi.

Per quanto riguarda il pilastro ambientale, la sfida all’abbattimento dei GHG (gas ad effetto serra) si conferma difficile: le Pmi sono fortemente in ritardo e solo una quota minoritaria di imprese attive nella riduzione dei GHG (31%) si caratterizza per una strategia «a 360°», che riguarda la quantificazione delle emissioni, gli obiettivi di abbattimento e infine gli investimenti finalizzati a tale scopo.

Allo stesso tempo, la promozione della mobilità sostenibile riferita agli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti riguarda quasi esclusivamente le grandi realtà: l’incentivazione di car pooling e car sharing ha difficoltà ad attecchire.

Sul pilastro sociale interno, la sensibilità verso Diversity & Inclusion è in forte aumento: oggi riguarda il 30% delle aziende, mentre nella precedente rilevazione si attestava al 15%. In questo contesto, è in crescita l’attenzione per le questioni relative alla genitorialità e alla convivenza generazionale nelle imprese. Raddoppia il numero di aziende che offrono formazione non obbligatoria ai collaboratori (pari al 75%, contro il 38% della prima edizione), ma sono ancora poche le risorse destinate allo sviluppo di competenze sulla sostenibilità.


Sul versante sociale esterno, invece, è in rialzo il numero delle imprese che partecipano a iniziative sul benessere e sullo sviluppo del territorio, grazie, soprattutto, al sostegno di attività sportive (60%) e, a seguire, di iniziative culturali e sanitarie (entrambe al 33%).

Il contributo avviene soprattutto con finanziamenti propri (70%), mentre come principale partner di riferimento emergono le associazioni (45%). Ancora elevata è la quota di imprese che si muove in modo esclusivamente autonomo (39%).

Complessivamente, persiste un significativo gender gap nei ruoli decisionali all'interno delle aziende: le donne rappresentano solo il 21% dei membri del CdA e sono solamente il 14% degli Amministratori unici.

Gli incentivi basati sulle performance ESG rimangono scarsamente adottati nelle imprese (15%), riducendo il loro potenziale impatto sulle pratiche sostenibili e responsabili. Solo le grandi aziende tendono a separare la gestione operativa dalla proprietà: ciò tende a limitare lo sviluppo di una governance più strutturata e professionale.

«I risultati dell’indagine segnalano anche come le imprese bresciane, che con decisione si stanno attrezzando a percorrere questa strada, necessitano tuttavia ancora di supporto e accompagnamento» afferma il professor Giovanni Marseguerra, direttore dell’Osservatorio per il Territorio (OpTer). «Serve fare sistema e sono in particolar modo le attività imprenditoriali di dimensione minore ad avere bisogno di un maggior contributo in termini di informazioni, indicazioni e soprattutto formazione».

L’indagine è stata presentata il 24 settembre nella sede di Confindustria Brescia, con gli interventi del presidente Franco Gussalli Beretta, Alessandro Azzi (presidente Ebis), Giovanni Marseguerra (Università Cattolica del Sacro Cuore), Silvia Mangiavini (vicepresidente Confindustria Brescia), Alessandro Beda (Consigliere Fondazione Sodalitas) e Luigi Vitelli (Sustainability Manager Cembre SpA).

I dati emersi sono stati illustrati da Davide Fedreghini (Centro Studi Confindustria Brescia), Tommaso Ganugi (Centro Studi Confindustria Brescia) e Benigno Pizzuto (Università Cattolica del Sacro Cuore).

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Redazione

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