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Agritech, nuove soluzioni a servizio dell’agricoltura sostenibile e resiliente

16 luglio 2024

Agritech, nuove soluzioni a servizio dell’agricoltura sostenibile e resiliente

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I dati sono il nuovo petrolio, anche in agricoltura. In passato gli operatori li raccoglievano direttamente sul campo, e trascrivevano le informazioni che erano quindi personalizzate e scarsamente condivise. Ma l’importanza dell’acquisizione di dati sempre più precisi e aggiornati impone oggi l’utilizzo delle tecnologie più avanzate anche nel settore agricolo. Come i sensori wireless, i droni e i satelliti, che trasmettono a un computer centrale in tempo reale i dati raccolti. Così questi sono omogenei, vengono condivisi in minore tempo e con maggiore precisione, e possono essere elaborati con i fini più diversi. È solo un esempio tra i tanti temi trattati nel workshopSfide e soluzioni per promuovere la resilienza e la sostenibilità dei sistemi agrari”, organizzato nel campus di Piacenza dell’Università Cattolica nell’ambito di Agritech, il Centro nazionale per la tecnologia in agricoltura, finanziato dall’Unione Europea attraverso il PNRR.

Il progetto Spoke 6, in particolare, è coordinato dall’Università di Torino e prevede la partecipazione di sei differenti unità di ricerca e di tre aziende. Tra gli atenei coinvolti, oltre all’Università di Torino e all’Università Cattolica del Sacro Cuore, ci sono anche il Politecnico di Torino, l’Università Politecnica delle Marche, l’Università di Genova e l’Università di Foggia. L’evento si è posto un duplice obiettivo. Da un lato far incontrare tutti i ricercatori coinvolti, favorendo l’integrazione tra ingegneri e agronomi; dall’altro creare una rete, a livello nazionale, e individuare strumenti innovativi per affrontare le sfide che ci attendono nei prossimi anni. Come lo è, appunto, la razionalizzazione della raccolta dati e la possibilità di archiviarli in modo omogeneo. 

«Stiamo creando una rete di sensori, abbinata a una raccolta dati a vari livelli, dal laboratorio, alle osservazioni dirette in campo ma anche con droni e satelliti, per sviluppare una dashboard interattiva» spiega Paola Battilani, docente di Patologia vegetale nella Facoltà di Scienze Agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica. «In questo modo sarà possibile facilitare la fruizione dei dati da parte degli utenti, e sviluppare modelli previsionali a supporto degli utilizzatori finali». In altre parole, si riuscirà a ottenere le migliori informazioni con il minore impegno di risorse. «Il progetto Spoke 6 si concentra su tre grandi gruppi di attività» prosegue la professoressa Battilani. «Oltre alla raccolta di dati sul campo, c’è la selezione e l'ottimizzazione di tecnologie per il recupero di valore aggiunto dagli scarti e dai residui delle aziende agricole e delle agro-industrie, azione che comprende anche il recupero del carbonio e la predisposizione di una piattaforma informatica dedicata al Carbon Farming. E poi la valutazione della predisposizione degli agricoltori nei confronti dell’innovazione e l’accelerazione del processo di trasferimento di queste innovazioni agli utilizzatori finali». 

Agritech, del resto, è un hub nato proprio per sviluppare nuove tecnologie a servizio di un’agricoltura più sostenibile. Dopo i saluti introduttivi di David Victor, docente alla University of California-San Diego, il workshop ha toccato nove tematiche, tra cui la digitalizzazione in agricoltura, grazie agli interventi di Stefano Amaducci, docente di Agronomia e coltivazioni erbacee all’Università Cattolica, con riferimento a soluzioni circolari di carbon farming, e di Paola Battilani con Daniele Trinchero. E poi il tema della sostenibilità dei modelli integrati per la valorizzazione dei sottoprodotti agricoli, con Francesca De Michelis insieme a Lucrezia Lamastra, docente di Chimica agraria nel campus piacentino.

Un articolo di

Francesco Berlucchi

Francesco Berlucchi

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