Da Ravenna a Treviso. Dal Golfo dei poeti alla Val Camonica. Dopo due edizioni a distanza a causa della pandemia, le summer school tornano in presenza. E lo fanno scegliendo alcune delle località più belle d’Italia. È un’esperienza che potremmo definire comprehensive knowledge: valorizzare ciò che di bello c’è intorno a noi scoprendo nuovi orizzonti. Luoghi meravigliosi, certo, ma soprattutto nuove opportunità per accrescere il proprio percorso e ampliare il proprio network. Come? Attraverso percorsi brevi e intensi. «L’Università Cattolica offre un programma molto vasto e ricco di summer school», spiega la professoressa Antonella Sciarrone Alibrandi, prorettore vicario dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. «Un’occasione unica per fare crescere il proprio network di conoscenze personali e professionali, e aumentare il proprio bagaglio di conoscenze e di competenze».
Nuove esperienze e nuove conoscenze: è questa la risposta dell’Ateneo all’incertezza che caratterizza il nostro tempo e ai problemi che rendono il futuro sempre più imprevedibile. «Attraverso le summer school l’apprendimento è facilitato non solamente da una lezione stimolante o dalla lettura di nuovi testi», racconta Roberto Brambilla, direttore Formazione postlaurea e research partnership dell’Università Cattolica. «C’è un insieme di fattori che rende più semplice ciò che durante l’anno sembrerebbe richiedere più impegno e sacrificio. Leggere Dante nella città che ne ha accolto l’esilio e ora custodisce gelosamente il suo corpo è solo uno dei tanti esempi. L’estate è un periodo propizio per investire in cultura. Una dimensione che aiuti le persone a crescere e affrontare i problemi».