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Tradurre è un mestiere bellissimo e complicato

29 marzo 2022

Tradurre è un mestiere bellissimo e complicato

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Dalla grande passione per i libri e per le lingue straniere, ha tratto avvio la carriera di Alice Pizzoli come interprete nel mondo dell’editoria. Da oltre dieci anni l’alumna della Cattolica, laureata in Lingue e letterature straniere al campus di Brescia, traduce infatti saggi e libri per Feltrinelli editore.

«Il mio ruolo iniziale era quello di lettrice, cioè mi occupavo di redigere la scheda di valutazione dei manoscritti. In seguito grazie alle competenze acquisite con la mia formazione universitaria ho iniziato a tradurre romanzi dall’inglese e dallo spagnolo» spiega Alice.

Per farlo «occorre rispettare lo stile di ogni autore e i messaggi che quest’ultimo vuole comunicare. Ma non si può poi prescindere dal pubblico, dai lettori, da coloro che leggeranno l’opera, che devono essere in grado di coglierne le sfumature e apprezzarla».

Non sempre è facile né automatico: traducendo il Danny Wallace di “La legge del cafone” e “Copia-e-incolla”, “Il grand tour di Nancy Moon” di Sarah Steele, “La scuola sui binari” di Ángeles Doñate, “Come il vento tra i mandorli” di Michelle Cohen Corasanti o “L'ultimo segreto dei Templari” di Martin Walker, il traduttore si può trovare di fronte a modi di dire, giochi di parole o espressioni ironiche o colloquiali, rifermenti storici o extra-testuali che non trovano un immediato corrispettivo in italiano.

«Allora bisogna cercare strade efficaci per restituire con immediatezza ciò che l’autore intende comunicare, senza snaturare il senso dell’opera originaria» spiega Alice. Un lavoro lungo settimane e mesi, in cui gli ingredienti chiave sono pazienza e opportuna riflessione sia sulle singole parole che sulla resa d’insieme. Questo rende la professione «un mestiere bellissimo ma complicato e laborioso, alla fine sembra di aver scritto un altro libro». Letteralmente, visto che Alice ha in programma di dare alle stampe il suo primo romanzo dal titolo “Invisibile al mondo”.

La trama parla di Rita, che ha un lavoro, una casa, una vita normale, eppure si sente vuota e schiava di vecchie paure. Per sopravvivere si è avvolta in una corazza fatta di apatia e indifferenza, ma l’arrivo di Giovanni apre una crepa profonda in quel muro e Rita sa che se non lascerà spazio al sentimento per lui, perderà la sua ultima occasione di felicità. Così, seguendo il proprio istinto, decide di tornare nel luogo dove era stata felice da bambina…

«Dopo anni a tradurre le parole degli altri, mi sono accorta di avere anche io qualcosa da dire. Troppo spesso la vita di tutti i giorni impone ritmi e situazioni che portano a perdere di vista ciò che davvero conta: curare gli affetti, trovare soddisfazione e le piccole gioie quotidiane. Il libro racconta che, per quanto ci si senta fragili e inutili, se si ha il coraggio di andare a cercarla, la forza di essere felici risiede in ognuno di noi».

Per chi volesse sostenere Alice, sul sito della casa editrice Bookabook è attiva una campagna di crowdfunding per pre-ordinare le copie del suo romanzo.

Un articolo di

Bianca Martinelli

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