«Giovani ricercatrici e ricercatori ingaggiati e stimolati da studiosi internazionali impegnati sui temi di frontiera della sostenibilità». Parte da qui, dalle parole di Anna Maria Fellegara, pro-rettrice dell’Università Cattolica e direttrice di RES.m HUB, il racconto della terza edizione del workshop “Il valore della sostenibilità”, ospitato nel campus di Santa Monica a Cremona. Un appuntamento che, nelle intenzioni degli organizzatori, vuole tenere insieme rigore scientifico, formazione avanzata e dialogo con il mondo produttivo.
Il convegno, organizzato e coordinato da Riccardo Torelli, ha segnato un’ulteriore crescita di un percorso iniziato nel 2021 e ormai consolidato come spazio nazionale di confronto sui temi ESG. «L’evento è nato per condividere le ricerche della nostra comunità accademica» spiega Torelli «ma negli anni si è trasformato in un luogo stabile in cui il sapere teorico incontra le pratiche delle imprese e le priorità del territorio».
«Da un’idea dei professori Fellegara e Torelli nasce questa iniziativa che rappresenta ormai un punto di riferimento per la nostra Facoltà e il nostro Ateneo, oltre che per la comunità scientifica nazionale” rilancia il preside della Facoltà di Economia e Giurisprudenza Marco Allena.
La plenaria del mattino ha visto protagonisti due studiosi tra i più autorevoli nel panorama internazionale dell’etica d’impresa. Laura Spence (King’s Business School, UK) ha proposto un ripensamento radicale dei modelli di creazione del valore, invitando a osservarli attraverso una lente capace di rimettere al centro l’uguaglianza di genere e riconoscere il ruolo delle attività sociali che si svolgono al di fuori dei confini dell’azienda. Guido Palazzo (Université de Lausanne) ha invece richiamato la trasformazione delle grandi narrazioni economiche: l’egemonia del neoliberismo, ha sostenuto, è in declino e lascia spazio a visioni alternative, dalla prospettiva ecocentrica che definisce “GAIA” all’utopismo tecnologico della Silicon Valley.
Le sessioni parallele del pomeriggio e il percorso di poster hanno valorizzato il contributo dei giovani studiosi, che hanno presentato 50 ricerche su temi emergenti come greenhushing, bias algoritmici nei processi HR, implicazioni geopolitiche della sostenibilità e condizioni del lavoro nel fast fashion. Un esercizio di approfondimento critico che, come sottolineato da Fellegara, «nasce dalla volontà di collegare la formazione avanzata alla comprensione dei trend globali».
«La partecipazione sempre più ampia all’evento e il numero di Atenei rappresentati (25) ci confermano come vi sia grande interesse e attenzione verso queste tematiche e anche la necessità di spazi adeguati per un confronto aperto e serio come vuole essere questo evento» aggiunge Torelli.
Il programma ha introdotto inoltre una novità rilevante: una tavola rotonda dedicata alle esperienze delle imprese del territorio, chiamate a condividere investimenti, sfide e direzioni future. «Ci sembrava importante» osserva Fellegara «calare questo ambito di ricerca teorica nel confronto con la realtà delle migliori aziende, che sul fronte della sostenibilità hanno molto da dire, sia sul percorso che le ha portate fin qui, ma soprattutto sul futuro». Un dialogo, quello con Gennaro Auricchio spa, Oleificio Zucchi e Sperlari, che ha confermato come il tessuto produttivo cremonese si stia muovendo con decisione verso modelli più responsabili e orientati al lungo periodo.
L’evento è stato realizzato nell’ambito del progetto Cremona Agri-food Lab 2024-2026, con il contributo di Comune di Cremona, Camera di Commercio, Provincia e Istituto Gregorio XIV per l’Educazione e la Cultura.