La nuova puntata di #laureedifamiglia è davvero un lungo viaggio generazionale che si snoda dagli anni Sessanta ai giorni d’oggi. Nonne, figlie e nipoti raccontano la storia della famiglia Castellanza con l’orgoglio di chi sente di appartenere a una storia e a una comunità forte come quella della Community Alumni.
È precisa, rigorosa, attenta come se scegliesse le parole nel rammentare i suoi anni di studio in Università Cattolica. Come se quel metodo di studio - che Carla Castiglioni racconta di aver appreso nelle aule dell’Ateneo di largo Gemelli - lo applicasse veramente nelle piccole e grandi cose della vita e della quotidianità.
Carla si è laureata nell’anno accademico 1968/69 in Lettere Classiche, con una tesi dedicata alla “Biblioteca Barbara Melzi di Legnano”, elaborata con il professor Giuseppe Billanovich come relatore. E riconduce proprio a quella serietà, a quella severità e rigore nell’insegnamento che ha sempre riscontrato nei suoi docenti - che non significava però non avere attenzione e riguardo per la persona e il modo di essere di ogni singolo studente - la “nozione” più importante appresa studiando in Cattolica.
Una nozione che si è tradotta per Carla in un vero e proprio stile di vita che, nel corso degli anni, ha infatti messo in pratica nella sua vita di mamma, di insegnante di liceo e nel suo impegno come volontaria in associazioni per la tutela dell’ambiente.
Ma c’è un’altra cosa che Carla ricorda sempre ripensando alla sua università: «quegli ambienti belli e accoglienti, che invitavano alla convivialità» e che rispecchiavano concretamente «quel senso di accoglienza e attenzione che si respirava frequentando le aule, i chiostri» ma soprattutto entrando - come era solita fare la studentessa Carla quando arrivava dal suo paese, Busto Arsizio, in Cattolica – la Cappella del Sacro Cuore e il giardino di Santa Caterina.
Un ambiente familiare, dove ti sentivi accolto, questo è il ricordo nel cuore dell’alumna Carla che scelse l’Università Cattolica perché già ci studiava sua sorella Luisa. Un ricordo che si compone di luoghi «architettonicamente splendidi che creavano un clima tranquillo, cordiale, protetto» ma soprattutto di persone di alto valore come i professori che ci tiene a ricordare: Piero Scazzoso, Giacomo Bascapé, Giovanni Guzzetti e il suo relatore Giuseppe Billanovich «severissimo, esigente, una volta mi strappò un foglio della tesi perché aveva visto un “do” erroneamente scritto con l’accento... ». Tutti docenti che hanno saputo insegnare a Carla un metodo di studio che si è declinato «in un metodo di lavoro, in un orientamento nella vita, in un modo di procedere» che Carla ha voluto insegnare, a sua volta, con l’esempio, ai suoi figli.
Ed è stato così che la Cattolica è sempre stata una presenza importante nella vita della famiglia Castellanza, tanto che infatti tutte le quattro figlie di Carla si sono laureate nell’Ateneo del Sacro Cuore.
Facoltà di Lettere e filosofia per Giuditta e Maddalena, Facoltà di Economia e Giurisprudenza rispettivamente per Anna e Maria Elisa. Facoltà e corsi di laurea differenti per le sorelle Castellanza, che sono però tutte concordi nel riconoscere che c’è stato un profondo valore aggiunto dall’aver studiato in Cattolica. Per Maddalena – che dopo la laurea in Lettere classiche ha conseguito la laurea magistrale in Filologia moderna – è stato «la possibilità di vivere in un ambiente in cui lo studio viene valorizzato sotto tutti gli aspetti, da quello formativo a quello umano. Il valore aggiunto della Cattolica è di poter vivere nella sua totalità lo studio, come strumento per crescere, maturare come studente, come lavoratore, ma soprattutto come persona. Un valore che arricchisce il percorso di studi, trasformandolo in un’occasione di vita piena e condivisa. E ciò è possibile grazie al rapporto con le persone che vivono e rendono grande l’Ateneo del Sacro Cuore, vale a dire: i docenti, gli studenti, il personale amministrativo». Anche Anna, alumna della Facoltà di Economia con una laurea triennale in Economia delle imprese e dei mercati e una magistrale in Management per l’impresa e oggi Project manager-Supply Chain presso un’azienda americana, sottolinea che quello che ha fatto la differenza «è stata l’attenzione all’aspetto umano e della persona, non solo la preparazione nel percorso di studi. Emerge tuttora nel mio lavoro questo approccio “umano” che va al di là del raggiungimento dei soli risultati e obiettivi di efficienza e di profitto, ma che comprende tutti gli aspetti della realtà coinvolta, a partire dalla collaborazione costruttiva con le persone con cui lavoro. La passione e la dedizione per quello che faccio nascono dal desiderio di costruire, e lasciare, un segno positivo soprattutto come persona nell’ambito lavorativo. Concepisco il mio lavoro a servizio degli altri e non come semplice affermazione di sé, cosa che oggi prevale nel mondo professionale».
Per Maria Elisa invece, che dopo la sua laurea in Giurisprudenza è oggi un legale d’impresa, il valore aggiunto della Cattolica risiede – oltre che «nella preparazione altamente qualificata che è in grado di darti» – proprio nel suo elemento distintivo «l’essere una università “cattolica” nel senso più letterale del termine: un luogo dove la fede cattolica non teme il confronto con la ragione ma anzi esalta lo studio e l’approfondimento della realtà, nei suoi aspetti più variegati. In questo senso anche i tre esami di Teologia che, in quanto studente di tale Ateneo ho sostenuto per completare il percorso di studi, non li ho mai vissuti come un “dazio da pagare”, ma come una bella occasione di approfondimento delle ragioni della mia fede».
«Fondamentale è stato inoltre come la mia forma mentis e il mio modus operandi – aggiunge sempre Maria Elisa – sia stato forgiato proprio dai miei studi universitari: ho imparato dai docenti la grande passione per quello che studiavo, ma anche la determinazione e la precisione nell'approfondire ogni tematica, senza mai tralasciare punti aperti o questioni non risolte». E questo grazie all’incontro con professori molto competenti che, con le loro lezioni e il loro modo di essere, sono stati un esempio o una fonte di ispirazione per scelte professionali successive alla laurea. Maria Elisa non può non ricordare, con grande stima, il suo relatore professore Tullio Tranquillo e Francesco Realmonte, docente di Diritto civile, «una persona molto carismatica ma anche molto competente e fortemente appassionato alla materia. Sicuramente ha contributo a orientarmi anche nel mio lavoro prediligendo l'ambito civilistico».
Maddalena invece è particolarmente grata al professor Paolo Borruso con cui ha svolto la sua tesi magistrale in Storia della Storiografia contemporanea: «Grazie a questo docente ho imparato un metodo di studio e di lavoro che applico anche nella mia attuale professione. Grazie a lui, mi è rimasta l’interesse vivo per la Storiografia contemporanea, che sfocia spesso nell’interessarmi a saggi e libri sul tema. Inoltre, grazie all’attiva partecipazione delle sue lezioni, con i compagni di corso condivido tuttora amicizie che durano da anni».
Non ha dubbi invece Anna a identificare il professor Luigi Campiglio, docente di Politica economica, come suo mentor per la disponibilità al dialogo costruttivo e l’interesse che ha sempre dimostrato nei confronti della sua crescita e formazione come studente.