La rapidità con cui viaggiano le informazioni riduce le distanze e moltiplica le possibilità di conoscere avvenimenti, storie e retroscena dai quattro angoli del pianeta. È un arricchimento o una complicazione? «È una domanda, assieme a quelle sul ruolo odierno dell’informazione, l’utilizzo delle notizie, la ricerca delle fonti, l’etica dei nuovi mezzi di comunicazione, che desideriamo porre agli esperti invitati al XII Laboratorio di Mondialità Consapevole» spiega Francesco Millione, Responsabile Area Mondialità di Caritas di Piacenza-Bobbio.
Prenderà il via il 14 febbraio prossimo, alle 20 presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore a Piacenza, che promuove il percorso insieme a Caritas diocesana di Piacenza-Bobbio, Associazione Piccolo Mondo, Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo, Mondo Aperto, Amnesty International sezione di Piacenza, Progetto Mondo MLAL, con il supporto della Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Sarà la voce di Chiara Piotto, già conduttrice di Sky News ed ora corrispondente da Parigi, ad aprire questa edizione interrogandosi sul ruolo del giornalismo in Italia e in Europa.
«Ciò di cui oggi sentiamo una gran necessità è una bussola in grado di orientarci nella nebbia del mondo dell’informazione, affinché come realtà promotrici del percorso, ma anche come singoli cittadini, possiamo renderci più consapevoli e quindi meno manipolabili rispetto alle grandi sfide dell’umanità», prosegue Millione (nella foto a destra).
«Da alcune edizioni a questa parte il percorso si è naturalmente affiancato al corso di formazione civico Cives con il quale ha in comune oltre alla tematica – quest’anno la stampa e l’informazione – gli interventi iniziali (conclusivi per Cives)».
«Questa nuova edizione del Laboratorio di Mondialità Consapevole, insiste sul bisogno attualissimo di capire cosa succede nel mondo» conferma il professor Paolo Rizzi della Facoltà di Economia e Giurisprudenza e tra i promotori del laboratorio. «Le guerre assurde, che sono più di 35 oggi, anche se spesso pensiamo solo all’Ucraina e a Gaza, le distruzioni senza senso, le morti di bambini, i razzi e le bombe, i muri e le stragi terroristiche, il sovranismo che aumento le paure e la xenofobia: insomma, abbiamo bisogno di orientarci per sperare ancora nel futuro degli uomini. Dobbiamo capire come “raccontare” il mondo e soprattutto imparare o “viverlo”, con coscienza critica e spirito di condivisione con chi sta peggio».
«I due percorsi (Cives e Mondialità consapevole) si arricchiscono vicendevolmente - conclude Millione - offrendo sollecitazioni e approfondimenti significativi sulla cittadinanza locale e quella globale, garantendo ai partecipanti uno sguardo capace di focalizzarsi su queste due differenti dimensioni e sulle relazioni che le legano».