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Bruno Pizzul, il più bravo di tutti

05 marzo 2025

Bruno Pizzul, il più bravo di tutti

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Non perché quando qualcuno se ne va, bisogna celebrarlo nel migliore dei modi, ma perché è vero: Bruno Pizzul era il più bravo di tutti. Lo era perché sapeva unire tre virtù che difficilmente si riuniscono in una stessa figura di telecronista. C'era l'inconfondibile timbro della voce, tagliente, l'ha definita qualcuno, che sapeva calibrare perfettamente in base a quello che succedeva sul campo, alzando i toni, senza mai urlare, nei momenti decisivi. 

Poi c'era l'entusiasmo. “Tutto molto bello” era una delle formule caratteristiche del suo racconto, divenuta celebre e parodiata da qualcuno. Mi ricordo che una sera nel corso di un dibattito pubblico a Pordenone fu lui stesso a prendersi in giro per quello che era sembrava un vezzo. E invece era proprio il segno di questa sua partecipazione entusiastica alle vicende che doveva raccontare. Era succeduto a una linea di telecronisti dall'atteggiamento opposto: Carosio appariva distaccato quasi distratto, Martellini aveva fatto della freddezza il suo stile.

Personalmente (ero ancora uno studente) mi colpì la novità della sua telecronaca fin dagli esordi. Erano i mondiali di Messico 70, quelli di Italiagermaniaquattroatre per intenderci, e Pizzul era stato destinato a un girone “marginale”, non certo quello dell'Italia. Ma aveva trovato il Brasile e la sorpresa del Perù e aveva avuto molte occasioni di farci partecipi dei suoi entusiasmi. Dopo la riforma del 75 con l'ampliamento dell'offerta di calcio, la Rai gli aveva affidato le telecronache del campionato di Serie B che andavano in onda registrate nel tardo pomeriggio domenicale. Non era il Brasile di Pelè, erano il Monza, l'Avellino, il Lecce, ma anche lì era “tutto molto bello”. 

La terza delle virtù era la competenza, evidente a due livelli. 

Da un lato c'era la competenza delle cose di calcio, non quella maniacale che ti dice tutto della carriera del difensore norvegese, ma quella che ti sa spiegare i dettagli di un'azione di gioco. In questo lo aiutava il suo passato di modesto calciatore. “Modesto” amava sottolinearlo lui stesso, ma era stato un discreto mediano del Catania. 

Dall'altro lato c'era la competenza linguistica, il suo italiano non solo corretto, ma personale, creativo al punto giusto, la frase elaborata sintatticamente ma non ricercata, i suoi incipt spontanei, mai recitati. “Piove su San Siro, ma la pioggia non può spegnere l'entusiasmo degli ottantamila tifosi rossoneri”. Non posso dimenticarlo, era l'apertura di un felicissimo Milan - Real Madrid. Come indimenticabile è stato il suo modo di organizzare il rapporto con la seconda voce nelle dirette, un rapporto sempre molto difficile da gestire e che Pizzul trasformò in un colloquio amichevole, confidenziale, talvolta ironico, come quella sera in cui dovette stuzzicare perché intervenisse un po' di più Aldo Agroppi, ammutolito dall'emozione nel vedere il suo Torino battere il Real in una semifinale di Coppa Uefa. 

Bruno, infatti, era molto incline al dialogo, al confronto. Forse per questo è stato spesso tra noi per partecipare a incontri, seminari, presentazioni di libri e ricerche nella nostra università. Accettava sempre il nostro invito, anche quando la cosa gli costava non poco.  

Una volta aveva accolto una mia proposta per un dibattito e successivamente in quella stessa data la Rai gli aveva proposto una trasferta a Gerusalemme per seguire una partita internazionale a scopo benefico. Lui che era molto sensibile ai temi dell'impegno sociale e della solidarietà rinunciò alla trasferta per non venir meno all'impegno che aveva preso. Si trattava di un singolare esperimento sull'evoluzione della telecronaca che avevo organizzato con la collega Paola Abbiezzi e che prevedeva il remake del commento ai gol della mitica Italia-Germania. Appena mi vide all'appuntamento stabilito, mi mandò a quel paese, nella forma veneta dell'espressione, poi, come al solito, fece un bellissimo intervento.

Un articolo di

Giorgio Simonelli

Giorgio Simonelli

Docente di Fondamenti di storia dello sport nei media - Master Comunicare lo sport

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