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Una ricerca di dottorato fa luce sui difetti della nocciola

24 settembre 2021

Una ricerca di dottorato fa luce sui difetti della nocciola

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Una nocciola avariata non diventerà mai Nutella.

Ma se invece di una sola, di nocciole avariate ce ne sono migliaia, a risentirne non è soltanto il nostro palato privato del gusto della celebre crema, ma anche il tessuto economico che delle nocciole ha “fame”, soprattutto quello dolciario.

Si può partire da qui per introdurre la tesi di dottorato di Roberta Arciuolo, ricercatrice che ha da poco ottenuto il Phd dopo avere frequentato la Scuola di dottorato per il sistema agroalimentare Agrisystem dell’Università Cattolica, producendo uno studio dal titolo “Hazelnut defects: characterization of causal agent and basic knowledge for desease management”, con tutor Paola Battilani. In sintesi, la ricerca si è interessata delle cause di avariato delle nocciole, con definizione dell’agente causale e la gestione del problema.

Originaria di Manfredonia, Arciuolo ha compiuto uno dei primi studi che hanno posto sotto la lente il tema e, come tale, ha fissato le basi dalle quali partiranno futuri approfondimenti.

«I difetti che talvolta presentano le nocciole - spiega l’autrice - provocano una mancata conformità agli standard di qualità richiesti dal mercato, causando una riduzione del prodotto disponibile e ingenti perdite economiche». «L'insorgenza di questi difetti del nocciolo - precisa - mostrano fluttuazioni che variano tra l’1% e il 15% a seconda dell’anno, delle condizioni meteorologiche, dell’area di crescita e delle condizioni climatiche».

Essendo molteplici i fattori che possono influire, la comprensione delle cause dei difetti è essenziale per prevenire la loro comparsa ed evitare un impatto economico negativo indesiderato. Era dunque necessario uno studio ad hoc per ridurre l’insorgenza di parassiti, indagine che è durata tre anni e che è stata compiuta in collaborazione con Soremartec Italia, società di ricerca e sviluppo tecnico e di marketing del Gruppo Ferrero, marchio storico del made in Italy nel settore alimentare.

Il progetto di ricerca ha avuto come obiettivo lo studio della popolazione fungina associata alle nocciole avariate in località diverse del Caucaso e della Turchia. «Da un primo studio condotto nelle regioni del Caucaso dal 2013 al 2016 - dice Arciuolo - a cui ho collaborato nella fase finale, è emerso che “Diaporthe” è il principale agente causale fungino associato ai difetti di avariato riscontrati nelle nocciole».

«Su tale genere - prosegue la ricercatrice - è stata effettuata l’identificazione molecolare (ceppi isolati da nocciole provenienti da Caucaso, Turchia e Italia) per la individuazione della specie preponderante implicata nell’insorgenza dei sintomi».

Identificazione realizzata da Arciuolo in Portogallo al dipartimento di ingegneria biologica dell’università di Braga - «un’esperienza fantastica, che mi ha arricchito» la definisce - grazie alla quale sono giunti risultato interessanti, che la ricercatrice spiega così: «Le analisi, condotte su 125 isolati monosporici di “Diaporthe”, hanno evidenziato la complessità legata a tale genere, mostrando l’appartenenza del 76% dei ceppi ad un clade costituito da specie costituenti il complesso di specie "Diaporthe eres"».

Studi futuri saranno utili per capire i cicli di infezione di Diaporthe sulle nocciole, interazioni con altri funghi co-presenti e per sviluppare azioni preventive razionali per attenuare e prevenire lo sviluppo dei patogeni identificati e la comparsa dei difetti sulle nocciole.

Ma oltre ai risultati scientifici, per Arciuolo, il dottorato svolto alla Cattolica ha significato anche altro. «In Agrisystem ho fatto un percorso che reputo molto formativo e anche impegnativo, nel quale ho dovuto conciliare il mio lavoro con gli esami, gli studi in laboratorio, nonché le scadenze e le varie relazioni. Impegnativo, ripeto, ma un’esperienza che consiglierei a tutti. Ne vale la pena».

Un articolo di

Filippo Lezoli

Comunicazione

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