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Viaggio tra i Nobel 2025

15 ottobre 2025

Viaggio tra i Nobel 2025

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Tra il 6 e il 13 ottobre sono stati annunciati i Premi Nobel 2025. L’Accademia Reale di Svezia, l’Istituto Karolinska, il Comitato Norvegese e la Banca di Svezia hanno conferito le ambite medaglie a figure di spicco nei campi della medicina, della fisica, della chimica, della letteratura, della pace e dell'economia. Con i docenti dell’Università Cattolica analizziamo l’impatto delle loro scoperte e idee.
 

Un articolo di

Redazione

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Nobel per la Medicina

a Mary E. Brunkow, Fred Ramsdell e Shimon Sakaguchi per "avere scoperto come il sistema immunitario evita di attaccare i tessuti dell'organismo, attraverso meccanismi di tolleranza immunitaria"


«Questo premio - spiega la professoressa Maria Antonietta D’Agostino, docente di Reumatologia presso la Facoltà di Medicina e chirurgia - rappresenta un riconoscimento molto importante per l’immunologia e, in particolare, per la reumatologia. La scoperta del fattore di regolazione FOXP3 e delle cellule T-reg ha contribuito a rivoluzionare la comprensione di cosa sia l’equilibrio immunologico e di come il nostro sistema immunitario, anziché combattere solo verso l’esterno, a volte diventi aggressore di sé stesso. E l’aggressione nei confronti dei nostri tessuti è appunto alla base delle malattie autoimmuni, da quelle reumatologiche, al diabete di tipo 1, alla sclerosi multipla».

La rimodulazione delle cellule T-reg aiuterà a combattere le malattie autoimmuni 

«La modulazione delle cellule T-reg - conclude - rappresenta la speranza di nuove prospettive terapeutiche; ad esempio, nell’artrite reumatoide refrattaria e nel diabete di tipo 1 sono in corso trial sperimentali per cercare di rimodulare la loro efficacia o di espanderle, così da aiutare il nostro sistema immunitario a controllare l’autoimmunità».

Nobel per la Fisica

a John Clarke, Michel H. Devoret e John M. Martinis per "i loro esperimenti sui chip che hanno mostrato la fisica dei quanti in azione"


«Grazie alla scoperta dei tre ricercatori che hanno vinto il Nobel - spiega il professor Claudio Giannetti, docente di Fisica condensata presso la Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali - è stato dimostrato che è possibile usare dei veri e propri circuiti elettrici che hanno le stesse proprietà di, per esempio, singoli atomi, singoli elettroni o materia su scale spaziali piccolissime. Questi circuiti devono essere però fatti di materiali superconduttori, quindi raffreddati a temperature molto basse, affinché si comportino come sistemi quantistici».

La rivoluzione dei quantum-bit

«Questo non è solo un cambio di paradigma concettuale che ha anche aperto a tutta la rivoluzione del quantum computing. Questi circuiti elettrici possono essere utilizzati come quantum bit, che sono l'analogo quantistico del bit classico. Mentre il bit classico può assumere due valori, zero o uno, e quindi codificare in linguaggio binario qualsiasi informazione, dal punto di vista quantistico un singolo quantum bit può assumere non solo i valori zero e uno, ma qualsiasi tipo di valore intermedio. Si parla di sovrapposizione di stati e quindi il singolo q-bit contiene una quantità di informazioni molto più ricca e potenzialmente tanti q-bit, accoppiati l'uno con l'altro, possono essere utilizzati per risolvere problemi che un computer classico non può risolvere». 

«Questi problemi  - conclude Giannetti - hanno interesse dal punto di vista della protezione dei dati (crittografia quantistica) e di tutti i problemi di ottimizzazione, cioè trovare una funzione che ottimizza alcuni parametri, con applicazioni soprattutto nel campo della finanza, dell'ottimizzazione di portfolio in ambito finanziario, problemi di logistica, problemi che riguardano il traffico, l'automotive, e molti altri». 

Nobel per la Chimica

a Susumu Kitagawa, Richard Robson e Omar M. Yaghi per "lo sviluppo dei reticoli metallorganici"


«I Mof (Metal Organic Frameworks), sono come spazi magici in miniatura. Per questo sono stati paragonati alla borsa di Hermione, noto personaggio della saga di Harry Potter, e devo dire che è una analogia perfetta». Con questo efficace esempio la professoressa Lucrezia Lamastra, docente di Chimica agraria presso la Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali, ci spiega l'importanza del tema al centro del Nobel per la Chimica 2025.

Mof, spazi magici in miniatura

«I Mof - spiega Lamastra - all’esterno appaiono materiali ordinari, ma all’interno racchiudono un mondo fatto di cavità e corridoi molecolari, un reticolo in cui le molecole entrano ed escono come condomini di un enorme condominio. È la scienza che riesce a creare in modo quasi “poetico” ordine e funzionalità dentro l’invisibile, trasformando la materia in architettura. Si pensi che solo un grammo di Mof può avere la superficie interna di un campo da calcio! Questi materiali possono trovare svariate applicazioni: possono catturare anidride carbonica, immagazzinare idrogeno, assorbire gas tossici o persino raccogliere acqua trattenendola dall’aria dei deserti. Ogni loro applicazione tocca un aspetto cruciale delle tematiche che sono oggi di grande attualità - energia pulita, acqua, qualità dell’aria, sostenibilità ambientale».

Nobel per la Letteratura

a László Krasznahorkai per "la sua autorialità visionaria e potente che, nel mezzo dell’orrore della distruzione, mantiene la fede nelle possibilità dell’arte"


«L’arte può soverchiare l’Apocalisse», ricorda il professor Giovanni Gobber, preside della Facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere

«L’arte - prosegue - è creazione, e la creazione è un continuo nuovo inizio del mondo. Ma l’Apocalisse c’è: è ovunque, nelle vicende del mondo. I critici hanno rilevato che la lingua di Krasznahorkai sembra protrarsi alla fine dei tempi: lunghe, febbrili meditazioni senza punteggiatura sul caos, la fede e il collasso. Egli è autore della tradizione mitteleuropea che annovera Kafka e Thomas Bernhard; è cresciuto e maturato nell’esperienza del socialismo reale e dell’assurdo quotidiano, l’Assurdistan di Václáv Havel. L’attesa della salvezza imprevista nel trascinarsi assurdo di mondi che collidono mentre il tempo fluisce e sembra finire, ma non finisce mai». 

Krasznahorkai, una lingua che sembra protrarsi alla fine dei tempi

«Esce nel 1985 la sua prima opera, Sátántangó (1985) – dodici capitoli, ciascuno di un solo capoverso – che lo ha reso famoso nel milieu letterario magiaro e lo fa conoscere all’estero. È narrata la vita in un villaggio in disgregazione in una Ungheria comunista distopica, dove un uomo chiamato Irimiás, a lungo ritenuto morto e che potrebbe essere un profeta, un agente segreto oppure il diavolo, appare dal nulla e inizia a manipolare i cittadini rimasti. Una storia talmente cupa, da essere divertente, ha detto il critico del quotidiano londinese Guardian». 

Nobel per la Pace

a Maria Corina Machado per "il suo lavoro nella promozione dei diritti democratici e per la sua lotta per raggiungere una transizione giusta e pacifica dalla dittatura alla democrazia in Venezuela"


Questo conferimento, osserva Ignacio Fernando Lara dell'Alta Scuola in Economia e Relazioni internazionali (ASERI), «ha acceso un intenso dibattito, gettando luce sia sullo straordinario coraggio di una persona che resiste all’autoritarismo, sia sulle profonde fratture che caratterizzano le società contemporanee. L’ammirazione per la lotta di Machado contro la dittatura si sfuma di fronte al suo allineamento con – e al sostegno ricevuto da – attori reazionari di destra, sia nel Nord che nel Sud globale, che instancabilmente minano i pilastri della democrazia e del pluralismo. Ugualmente sorprendente è il silenzio, o la condanna tardiva, di molti governi progressisti, che hanno fallito nel denunciare con fermezza il regime venezuelano, spesso a causa delle sue origini nominalmente di sinistra ormai da tempo tradite. Queste dinamiche mettono in luce le ambiguità etiche delle alleanze politiche e la difficoltà di sostenere i valori democratici in un mondo in cui la polarizzazione distorce la chiarezza morale. Spiegano anche gli schieramenti rigidi e le alleanze forzate che si fondano sulla dicotomia schmittiana amico-nemico, piuttosto che su valori e principi condivisi. Cosa significa premiare la “pace” quando i principi democratici vengono applicati in modo incoerente? Come dovrebbe muoversi la comunità internazionale nel riconoscimento in un contesto in cui la legittimità morale e politica è sempre più contestata?».

Pace in un mondo polarizzato

«Inoltre - conclude Lara -  la decisione di onorare un individuo piuttosto che le innumerevoli organizzazioni che rischiano la propria incolumità per prevenire genocidi e proteggere popolazioni vulnerabili - come avviene a Gaza - rappresenta un’occasione mancata. Attori collettivi che operano in contesti difficili - ad esempio la guerra civile in Sudan, la violenza armata nella regione del Sahel e la guerra civile in Myanmar - dimostrano un impegno autentico per difendere la dignità umana e la pace».

Nobel per l'Economia

A Joel Mokyr, Philippe Aghion e Peter Howitt per "aver spiegato la crescita economica guidata dall’innovazione"
 


I tre economisti sono stati premiati per il loro contributo fondamentale alla Teoria della crescita economica. Questa Teoria, spiega il professor Domenico Delli Gatti, direttore del CLE-Complexity Lab in Economics, «esplora le determinanti della tendenza di lungo periodo (secolare) alla crescita esponenziale del Prodotto Interno Lordo pro-capite, che si manifesta nelle economie avanzate a partire dalla Rivoluzione Industriale. La teoria contemporanea della crescita data convenzionalmente dai lavori pionieristici di Harrod e Domar negli anni ’40 del secolo scorso e si biforca, negli anni ’60, in due filoni, uno Post-Keynesiano e l’altro Neoclassico iniziato da Robert Solow, che ha conseguito il Nobel nel 1987 proprio per il suo contributo pionieristico alla teoria della crescita. Il filone Post-Keynesiano non ha avuto l’eco e la visibilità che meritava, mentre il secondo filone ha dato la stura a una letteratura, sia teorica che empirica, divenuta col tempo maggioritaria nella professione».

Il ruolo della tecnologia nella crescita economica


Per il professor Marco Vivarelli, Direttore del Dipartimento di Politica Economica, «il grande merito di Mokyr, Aghion e Howitt è stato appunto quello di riportare al centro dell’analisi della crescita economica la scienza e la tecnologia, andando ben oltre il ruolo dell’aumento solo quantitativo dei fattori produttivi. Da storico, Mokyr ha sottolineato il ruolo del progresso scientifico e di una cultura pronto ad accoglierlo, mentre Aghion e Howitt si sono concentrati su modelli che prevedessero i necessari aggiustamenti di mercato indispensabili per il pieno dispiegamento del progresso tecnologico (per fornire un esempio, la ricomposizione della forza lavoro a favore delle nuove professioni richieste dalle nuove tecnologie)».
 

 


Foto tratte da www.nobelprize.org

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