FOTO | Santiago de Compostela

Il Cammino, un dono prezioso e più grande di ogni attesa

«Pane tostato con burro e marmellata, café con leche e spremuta: la giornata del pellegrino inizia con questi sapori, consumati mentre ancora il sole indugia a sorgere e l’aria fresca è pronta ad accogliere i nostri passi».

Così Elena ci racconta la quotidianità, per nove tappe, della comunità dell'Università Cattolica che dal 18 al 27 agosto ha percorso l'itinerario spirituale verso Santiago de Compostela. 

«Il primo giorno, dopo la colazione, si è svolta la benedizione e la vestizione, nella quale ci siamo passati a turno il bordone e il mantello sulle spalle, in un gesto simbolico d’unione, e, le mattine successive, la partenza si inaugurava con la lettura del giorno dalle Scritture e con una riflessione propostaci da don Daniel, che legava la fede all’arte e alla letteratura. Le riflessioni, maturate nell’intimo – un’esperienza particolare sono stati gli 8 km in silenzio da Triacastela al monastero di Samos – o nel dialogo, venivano poi condivise nei sei gruppi, e diventavano oggetto delle intenzioni espresse nella preghiera dei fedeli, quando, giunti alla meta, si celebrava la messa comunitaria. L’arrivo a Santiago è stata un’esplosione di gioia e commozione, coronata dalla messa celebrata in Cattedrale e dall’incontro con l’arcivescovo Julián Barrio Barrio, e con la celebrazione eucaristica nella chiesa di San Fructuoso, mentre i nostri cuori erano ancora colmi del tramonto ammirato la sera prima a Finisterre».

«La fatica - spiega Cynthia - era alleviata dalla certezza che la strada era giusta e la meta sempre più vicina. Non c’è gara, né competizione nel Cammino, come non c’è competizione nella vita se non quella con sé stessi, una gara che si svolge durante tutto l’arco dell’esistenza di ciascuno di noi con l’unico obiettivo di migliorare, di sviluppare nuove competenze, di sforzarsi di essere più umili, più tolleranti, più generosi».

«Un'esperienza - aggiunge Antonio - davvero arricchente; ci ha consentito di 'metterci in gioco' dal punto di vista fisico, spirituale, introspettivo e relazionale. Un percorso rigenerante, paesaggistico e intimo che ci ha permesso di prendere una pausa dal trambusto delle nostre giornate, impiegando il tempo a riscoprire i valori fondamentali, aiutati dalla bellezza degli scenari naturalistici, dal creato che rimanda al Creatore».

Per Martina «la parola d’ordine di questi giorni è stata “condividere”. Le sensazioni, la fatica, i pensieri, le esperienze fatte negli anni dell’università, le riflessioni in risposta alle tante domande che ci ponevamo. I momenti di condivisione con i gruppi sono stati tra i più intensi della giornata, un tuffo nei ricordi e anche un modo per guardare la vita da un’altra prospettiva, per ridurre davvero tutto all’essenziale, che poi è ciò che serve per essere felici davvero».

«Sì, il cammino - confida suor Sara - è stato un dono, prezioso e più grande di ogni attesa, che il Signore ci ha riservato per scoprire che per essere fratelli e sorelle basta poco: bisogna solo desiderare di mettersi insieme e camminare gli uni accanto agli altri per riscoprire i semi di speranza e di futuro che lo Spirito continua a far germogliare nella nostra vita e nella vita di coloro che sono nostri 'compagni di viaggio'».

02 settembre 2022

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